John Tomic accusa Tennis Australia di comprare i giocatori dall'estero e di non aiutare i talenti locali, tra cui la figlia. “Ti aiutano soltanto se sei dentro il sistema”.

Di Riccardo Bisti – 7 ottobre 2014

 

Da anni si parla del Kazakistan come il paese che compra i giocatori, scippandoli ai paesi d'origine e coprendoli di denaro per giocare in Coppa Davis. Tutto vero. Tuttavia, nel 2014, c'è un'altra nazione che sembra fare gola a tanti giocatori. Non si tratta di San Marino (la federtennis locale, negli anni, ha ricevuto diverse proposte di cittadinanza, ma l'unica naturalizzata fu la ceca Ludmilla Vermuza, poi Stefano Galvani ha sposato una sammarinese e ha rappresentato il paese ai Giochi dei Piccoli Stati), bensì di un paese di grande tradizione come l'Australia. Da qualche anno, diversi giocatori (ma soprattutto giocatrici) stanno diventando australiani d'adozione. La polemica è stata accesa, manco a dirlo, da John Tomic. Il discusso papà di Bernard, tornato a seguire il figlio dopo un anno di squalifica, si è scagliato contro Tennis Australia. “Stiamo comprando i giocatori anziché investire sui nostri. Abbiamo milioni di ragazzi talentuosi e, anziché sostenerli, li prendiamo dall'estero. Cosa sta succedendo?”. La riflessione, giusta in linea di principio, risulta curiosa se a farla è proprio John, che non ha esattamente sangue australiano. E' un ex tassista croato trasferitosi con la famiglia nel 1996. Ancora più curioso se consideriamo che c'è un interesse personale, visto che la figlia Sara, sorella minore di Bernard, sta sgomitando per emergere. “Hanno comprato la Tomljanovic, hanno preso un'altra ragazza che è numero 250 WTA e non possono investire 200.000 dollari su Sara o su qualche altro ragazzo che ne ha bisogno?”


TOMLJANOVIC E GAVRILOVA

La Tomljanovic è croata proprio come papà Tomic. La croata, 21 anni, autrice di un ottimo Roland Garros, si trova intorno alla 50esima posizione WTA e nelle classifiche mondiali risulta ancora come croata, mentre allo Us Open ha già potuto rappresentare l'Australia. Motivo? WTA e ITF hanno una diversa filosofia in queste situazioni: per la WTA, una tennista non rappresenta la nuova nazione fino a quando non ha ottenuto la cittadinanza. Nel 2013, IMG le ha trovato un nuovo allenatore, l'australiano David Taylor (ex della Stosur). Rappresentata da Max Eisenbud, stesso agente della Sharapova, ha avuto anche un fisioterapista e un massaggiatore. Per mantenere una struttura del genere, tuttavia, c'è bisogno di liquidità. E così la Tomljanovic ha trovato nella federazione australiana quello che non poteva offrirle la povera federazione croata. E' successo qualcosa del genere con la russa Daria Gavrilova. Giovane di belle speranze, lo scorso anno si lamentò con la federtennis russa perchè non le avevano dato una wild card al torneo WTA di Mosca. A suo dire, con la finale di Fed Cup da lì a poche settimane e il team russo pieno di forfait, una wild card a Mosca avrebbe avuto un significato “politico” in vista di una convocazione. Al suo posto fu premiata Ksenia Pervak, tornata a giocare per la Russia dopo aver rappresentato il Kazakistan, ma che non poteva essere ancora convocata in Fed Cup. A Cagliari andarono Panova, Kleybanova, Khromacheva e Gasparyan, con la Gavrilova neanche tenuta in considerazione. Pochi mesi dopo, Tennis Australia era già in azione. E tra poco la Gavrilova avrà il simbolo “AUS” accanto al suo nome.


"LA FEDERAZIONE TI PROTEGGE SOLO SE…"

Gli ultimi “acquisti” si aggiungono a quelli di Jarmila Gajdosova (slovacca) e delle sorelle Anastasia e Arina Rodionova (russe), anche se il caso della Gajdosova è un po' diverso: ha preso la cittadinanza dopo il matrimonio con il collega Sam Groth, ma dopo poco i due si sono separati. Tuttavia, Jarmila ha continuato a giocare per l'Australia. In campo maschile non ci sono stati veri e propri acquisti, anche se praticamente tutti i migliori non sono australiani purosangue: Kyrgios è mezzo greco e mezzo malese, Matthew Ebden ha origini sudafricane, Marinko Matosevic viene dalla Bosnia, Thanasi Kokkinakis dalla Grecia, lo stesso Tomic dalla Croazia….si tratta di un semplice frutto della forte immigrazione nel continente australiano, che si riflette anche sullo sport. Viene in mente il caso del Kazakistan, ma il presidente di Tennis Australia Craig Tiley ha rifiutato paragoni: “Noi non paghiamo nessuno per farlo diventare australiano – ha detto – semplicemente appoggiamo tutti quelli che vogliono giocare per noi, senza fare alcuna discriminazione”. Ovviamente John Tomic non ci sta. “In realtà la federazione ti protegge soltanto se sei dentro il sistema. Ma il sistema non serve. E se nei fuori, non hai alcun appoggio”. Pare che succeda qualcosa del genere con un'altra giovane, Naiktha Bains, emigrata in Australia dalla Gran Bretagna, dove non aveva il supporto della WTA. A quanto pare, neanche down-under le è andata troppo bene…