In questi giorni, Venus Williams ha avuto un grande merito: mettere in secondo piano il fatto di cronaca che l'ha vista protagonista un mese fa. In un incidente stradale era rimasta uccisa una persona: inizialmente, si pensava che tutto fosse nato da una sua infrazione al codice della strada. Un filmato uscito qualche giorno fa, tuttavia, ha evidenziato una dinamica ben diversa: dalle immagini pare chiaro che Venus sia stata tamponata e la responsabilità sia dell'altro veicolo. Ha iniziato Wimbledon tra le lacrime, adesso ride e sogna di conquistare il suo ottavo Slam, il sesto a Londra. “Non potrei chiedere di più…ma adesso chiederò qualcosa di più” ha detto dopo il successo su Johanna Konta, un 6-4 6-2 severo e sorprendente. Si pensava che la britannica potesse metterla in difficoltà, invece Venus l'ha gestita alla grande. Ok, la Konta ha avuto due palle break sul 4-4 del primo set: ne avesse trasformata una, chissà. Invece Venus ha raccolto un parziale di dodici punti a uno, allontanando ogni pericolo. Tutto facile nel secondo set, con break al quarto e all'ottavo game. Sensazioni? Oltre ai tanti punti conquistati col servizio, la Williams ha sbarrato ogni sbocco tattico alla Konta. Pur ingegnandosi, la britannica non ha trovato una strategia efficace. Sul 4-2 nel secondo, abbiamo visto il suo primo vero gesto di disappunto in tutto il torneo. Non aveva più niente da dare. Venus ha vinto per l'ultima volta nel 2008, poi è giunta in finale l'anno dopo, perdendo da Serena. Gli anni successivi sono stati complicati: la scoperta della Sindrome di Sjogren, tante brutte sconfitte, voci incontrollate su un possibile ritiro. Anche le vittorie di Serena, una dopo l'altra, potevano rappresentare un problema per Venus. Da sorella maggiore, era stata la prima a iniziare, a vincere, a diventare famosa. Il tempo ci ha rivelato che Serena era più forte di lei.
PARZIALE DI DODICI PUNTI A UNO
Nonostante tutto, ha trovato la forza (e la voglia) di risorgere: semifinale a Wimbledon 2016, finale all'Australian Open 2017. Non ci fosse stata la sorella, chissà. Ma grazie ad Alexis Ohanian e al figlio in arrivo, stavolta Serena non c'è. In finale se la vedrà con Garbine Muguruza: avversaria tosta, già finalista a Church Road, ma niente è peggio della sorella. E Venus lo sa. Secondo coach David Witt, in queste due settimane è stata brava a percepire la chance, e splendida a concentrarsi soltanto sul tennis. Lo ha mostrato nel momento più importante della semifinale: sul 4-4 e 15-40, ha cancellato la prima palla break con uno splendido rovescio lungolinea, poi sul 30-40 ha tirato una gran seconda di servizio al corpo, a 171 km/h. Un rischio, certo. Ma chi ha classe, beh, può permettersi di rischiare. La Konta ha giocato piuttosto bene, ha persino un saldo positivo tra vincenti ed errori gratuiti (20-19), ma – come detto – non aveva sbocchi tattici concreti. Non poteva affidarsi alla potenza, e non ha nemmeno il tocco sufficiente per impostare una gara di fioretto. Neanche il tifo del pubblico ha fatto la differenza, per quanto Venus sia rimasta piacevolmente colpita. “Avrebbero potuto essere ben più rumorosi. Penso che siano stati molto corretti, amano molto Jo e lei ha dato tutto. Però c'era grande pressione: l'ha gestita bene, ma penso che l'esperienza mi abbia aiutato”. Per lei era la decima semifinale a Londra, mentre la Konta non era mai andata oltre il secondo turno. Per sollevare l'agognato piatto, l'ultimo ostacolo si chiama Muguruza. Due anni fa, il sogno della spagnola fu bloccato da Serena Williams. “Dovrò chiedere qualche consiglio a mia sorella – ha detto – lei è sempre al mio angolo. Solitamente queste finali le gioca lei, ma io farò del mio meglio per rappresentare nel modo giusto il nostro cognome”.
WIMBLEDON DONNE – Semifinale
Venus Williams (USA) b. Johanna Konta (GBR) 6-4 6-2