Battendo l'esausta Zhang, Johanna Konta è la prima britannica e centrare una semifinale Slam dopo 33 anni. Ma lei è una cittadina del mondo, con tre passaporti e la favella spigliata. I segreti che l'hanno portata tra le top-30. Ma è solo un punto di partenza… 

Nel 2013 c'è stata Sloane Stephens. Nel 2014, Eugenie Bouchard. Nel 2015, Madison Keys. Per il quarto anno consecutivo, l'Australian Open festeggia una semifinalista a sorpresa. Il nome nuovo ha lo sguardo fiero ma delicato di Johanna Konta: famiglia ungherese, infanzia australiana e presente britannico, con uno spruzzo di Spagna. Accanto al suo nome c'è la sigla “GBR”, ma lei è una cittadina del mondo. Con i genitori parla in ungherese, ma “l'Ungheria è uno dei tanti paesi che ho visto, non penso che sia casa mia”. Nel 2005 ha scelto la ventosa Eastbourne, nel Sussex, dove si è spostata per avere più chance con il tennis. Oggi gli australiani si mangiano le mani per averla persa. “Mi fa piacere che ci sia questo interesse, ma rispondere su questo argomento sta diventando un po' noioso” ha detto nei giorni scorsi, mentre costruiva il torneo della vita. Oggi è più rilassata: "Con tre passaporti in tasca, sono la versione femminile di Jason Bourne! Due paesi mi vorrebbero? E' una causa persa, io appartengo alla Gran Bretagna". Intanto salirà tra le top-30 WTA quando un anno fa era n.147 e perdeva al primo turno delle qualificazioni contro Anna Tatishvili. Ai giornalisti britannici non sembra vero di poter raccontare una storia tutta nuova, specie adesso che Robson e Watson fanno un po' di fatica. Johanna ha superato senza problemi Shuai Zhang, appagata (e stremata) dopo sette match in successione. L'esito si è scritto mentre le due percorrevano il tunnel che dagli spogliatoi porta verso il campo. C'era il terrore negli occhi di Shuai. Terrore misto a stanchezza. E così è maturato un 6-4 6-1 senza grosse emozioni, che avrebbe potuto essere ancora più netto se la Konta non si fosse distratta sul 5-2 nel primo. Alla fine, ha concesso un tenero abbraccio alla sua avversaria. Non poteva essere altrimenti.


UNA RIVOLUZIONE IN MEZZO ALLE ORECCHIE

Johanna gioca per la Gran Bretagna e si allena a Eastbourne, ma la sua base è a Gijon, nel nord della Spagna. In una zona dal clima piovoso, molto “britannico”, si trova l'Accademia Tennis Management. E' lì che “Jo” ha scelto di ripartire dopo che la LTA le ha tagliato i fondi nel marzo 2015. Niente di personale: l'austerità imposta da Michael Downey imponeva di aiutare soltanto i più giovani. Per una 24enne non c'era più spazio. In Spagna ha trovato persone nuove e capaci, a partire dai coach Esteban Carril e Juan Manuel Garcia. Ma la vera rivoluzione c'è stata in mezzo alle orecchie. Le hanno fatto conoscere Juan Coto, uno psicologo che lavora soprattutto con gli uomini d'affari. Però è un ex tennista e sa cosa passa per la testa di uno sportivo. “Mi ha aiutato a mettere le cose nella giusta prospettiva. Adesso non mi faccio più travolgere dalle situazioni di una partita. Se un set va sul 5-5 il mondo sta per implodere? Probabilmente no”. Tanti ottimi risultati l'hanno portata tra le top-50, ma adesso “the sky is the limit”, come ha scritto il Guardian. Con la semifinale a Melbourne salirà al numero 28, ma adesso c'è da pensare alla Kerber. Riuscirà a recuperare dopo le tre ore negli ottavi contro la Makarova e la tensione dei quarti? Vedremo. Lei sta conducendo la vita perfetta: niente hotel, ha affittato un appartamento dove passa il tempo libero con il fidanzato. Viene citato spesso, ma nessuno conosce il suo nome. Gli piace stare nell'ombra è così è diventato il “boyfriend”. Si dividono i compiti, soprattutto quando c'è da preparare la colazione. Uova, frutta e toast e Johanna riparte alla grande, anche se non ha ancora ottenuto il regalo più atteso: scegliere cosa guardare in TV. Lo auspicava dopo gli ottavi allo Us Open, ma non c'è ancora verso. “Anzi, avrei voluto andare al cinema ma non è stato possibile perché lui non vuole vedere i film che mi piacciono. Avrei voluto vedere 'Joy' con Jennifer Lawrence, mentre lui l'ultimo di Leonardo Di Caprio”. Però vanno d'accordo a tavola: ogni sera vanno in un ristorante di pesce in Chapel Street. “Andateci anche voi, è eccezionale – ha detto ai giornalisti – io amo la mia routine, sono molto abitudinaria. Se cambio qualcosa non è mai niente di drastico”.




VOGLIA DI DOCUMENTARSI

La Konta è una tennista per caso. Ha iniziato a giocare a Sydney, quando aveva otto anni, perché c'era un club accanto alla sua scuola elementare e i genitori trovarono comodo piazzarla lì. Ci fossero state altre strutture, non avrebbe mai conosciuto il tennis. E' stato l'inizio di un viaggio che lei rifiuta di spezzare in episodi. Non vuole dare importanza a un coach piuttosto che a un altro. Per lei, sono stati tutti decisivi. Di certo più importanti di alcune pseudo-vicende del suo passato che hanno provato ad appiopparle in conferenza stampa. Hanno detto che è stata una nuotatrice, nonchè un'ottima atleta sui 400 metri. “Entrambe le storie sono false. Non ho imparato a nuotare prima dei 14 anni perché da piccola avevo diverse infezioni alle orecchie. Non ho mai corso i 400 metri, ma ho vinto una gara di 800 nella mia scuola. Però ho giocato a tennis sin da piccola, mentre la corsa non è mai stata un'opzione”. Parla con convinzione, è sicura di sé tanto da sembrare quasi presuntuosa. “Ma non fraintendetemi, mi rendo conto dell'importanza di questo risultato per me e per la mia famiglia. Ma da bambina sognavo di vincere gli Slam e diventare numero 1. Il sogno è ancora quello”. Piano piano, i sudditi di Sua Maestà di stanno innamorando di lei. Quando avrà imparato l'inno nazionale, magari potranno dedicarle un pezzo di Wimbledon dopo che hanno coniato la Henman Hill e la Murray Mound. “Dovremmo trovare qualcosa che inizia con la J o con la K, ma non penso che esista. Intanto prometto di documentarmi su Sue Barker e Jo Durie, non so molto di loro. Ma è tra le mie priorità, mentre non lo è correre una maratona come ha fatto la Wozniacki” ha detto. Intanto, in onore ai suoi coach, ogni tanto le scappa un “vamos” durante la partita. Essì, proprio una cittadina del mondo.  
 

AUSTRALIAN OPEN 2016 – QUARTI DI FINALE DONNE

Angelique Kerber (GER) b. Victoria Azarenka (BLR) 6-3 7-5

Johanna Konta (GBR) b. Shuai Zhang (CHN) 6-4 6-1

SEMIFINALI (Giovedì, ore 3.30 italiane)
Serena Williams (USA) vs. Agnieszka Radwanska (POL)
Angelique Kerber (GER) vs. Johanna Konta (GBR)