Nel match d’esordio vinto agevolmente contro Kokkinakis, Jannik Sinner ha mostrato una doppia versione di sé. Più controllato nel primo set, decisamente più esuberante nel secondo. Ma quale serve per puntare al vertice?
Un match a due velocità, quello giocato sul grande centrale del Foro, tra Jannik Sinner e Thomas Kokkinakis. Non alludo alla rispettiva potenza dei colpi, che in linea di massima poco diverge l’una dall’altra, ma al diverso atteggiamento mentale messo in atto tra primo e secondo set.
Nella prima frazione si è visto un Sinner misurato forse troppo attento all’errore, un giocatore impegnato a portare l’altro all’errore servendosi della continuità piuttosto che della pressione di gioco. Una scelta consapevole alla luce del fatto che sulla terra prima o poi l’australiano il punto te lo dà. Dunque perché rischiare troppo?
Dal due pari del secondo, invece, c’è stato lo scatto in avanti e il nostro eroe si è cimentato in chiusure autoritarie, secche smorzate e qualche volée di ottima fattura. Insomma si è rivisto il tennista esuberante e proiettato al futuro che tutti conosciamo, quello saldamente inserito nell’ottava posizione del mondo. E in tema di ranking sorge la domanda dalle cento pistole: Jannik Sinner sta lavorando per mantenere un posto tra i primi dieci punto e basta o sta strizzando l’occhio ai primissimi posti con aspirazioni da torneo slam?
Nelle interviste, l’atesino ha sempre le idee chiare e questo mostra grande maturità e lucidità di intenti. Allora sarà bene capire che il Sinner necessario per ambire ai grandi traguardi è il tennista risolutivo visto nel secondo set del match appena passato alle cronache. Lui lo sa, il suo ottimo allenatore pure. Allora, pagato lo scotto dell’esordio in terra capitolina, ci auguriamo tutti di vederlo andare avanti ma soprattutto di dominare il gioco.