Si rivede Ivan Lendl. Dopo la fortunata esperienza come coach di Andy Murray, l'ex numero 1 torna in campo in ruolo diverso: da qualche settimana collabora con la USTA (la federazione americana) per un progetto con sei giovani promesse di 15-16 anni di età. Ha accettato di seguirli per circa 50 giorni all'anno, a partire da un a fase di allenamento iniziata un paio di settimane fa. "Mi piace lavorare con i giovani tennisti – ha detto Lendl – puoi formarli e aiutarli ancora di più. E' divertente vedere come cercano di imparare: fanno tante domande, provano diverse cose…". La partnership è stata ufficializzata in questi giorni e coivolgerà altri due ex giocatori di livello: Mardy Fish e Jill Craybas. Quest'ultima, ovviamente, si occuperà del settore femminile seguendo una decina di ragazze. Parlando di un possibile ritorno ad allenare nel tour, Lendl è stato evasivo: "Non so se succederà, quando succederà, e a quale livello. Ma se dovesse nascere qualcosa di molto sensato, lo prenderò sempre in considerazione". Per adesso darà una mano ai giovani, stilando programmi personalizzati con l'aiuto di Jez Green, ex preparatore di Andy Murray. "Se un ragazzo molto alto dovesse dirmi di voler imitare Nadal, beh, avremmo una qualche discussione" ha scherzato. In questo momento, il tennis americano sta vivendo una crisi di risultati. "Non so cosa sia andato male, ma abbiamo discusso a lungo con Martin Blackman (nuovo direttore dello sviluppo, ha preso il posto di Patrick McEnroe, ndr) su come mettere in piedi un buon gruppo di giovani". Da parte sua, Blackman ha spiegato che i modelli di successo delle altre federazioni (ha citato Spagna, Francia e Australia) raccontano di ex giocatori riciclati nel ruolo di coach. "Abbiamo un po' perso la connessione con i vecchi campioni americani – ha detto – adesso stiamo cercando di recuperarli e coinvolgerli il più possibile".Si rivede Ivan Lendl. Dopo la fortunata esperienza come coach di Andy Murray, l'ex numero 1 torna in campo in ruolo diverso: da qualche settimana collabora con la USTA (la federazione americana) per un progetto con sei giovani promesse di 15-16 anni di età. Ha accettato di seguirli per circa 50 giorni all'anno, a partire da un a fase di allenamento iniziata un paio di settimane fa. "Mi piace lavorare con i giovani tennisti – ha detto Lendl – puoi formarli e aiutarli ancora di più. E' divertente vedere come cercano di imparare: fanno tante domande, provano diverse cose…". La partnership è stata ufficializzata in questi giorni e coivolgerà altri due ex giocatori di livello: Mardy Fish e Jill Craybas. Quest'ultima, ovviamente, si occuperà del settore femminile seguendo una decina di ragazze. Parlando di un possibile ritorno ad allenare nel tour, Lendl è stato evasivo: "Non so se succederà, quando succederà, e a quale livello. Ma se dovesse nascere qualcosa di molto sensato, lo prenderò sempre in considerazione". Per adesso darà una mano ai giovani, stilando programmi personalizzati con l'aiuto di Jez Green, ex preparatore di Andy Murray. "Se un ragazzo molto alto dovesse dirmi di voler imitare Nadal, beh, avremmo una qualche discussione" ha scherzato. In questo momento, il tennis americano sta vivendo una crisi di risultati. "Non so cosa sia andato male, ma abbiamo discusso a lungo con Martin Blackman (nuovo direttore dello sviluppo, ha preso il posto di Patrick McEnroe, ndr) su come mettere in piedi un buon gruppo di giovani". Da parte sua, Blackman ha spiegato che i modelli di successo delle altre federazioni (ha citato Spagna, Francia e Australia) raccontano di ex giocatori riciclati nel ruolo di coach. "Abbiamo un po' perso la connessione con i vecchi campioni americani – ha detto – adesso stiamo cercando di recuperarli e coinvolgerli il più possibile".