Continuano le polemiche sul nuovo circuito creato dall’ITF: nei primi turni delle qualificazioni non è obbligatorio l’arbitro. E non pare una buona idea. Inoltre, si sta registrando un calo dei tornei organizzati (o previsti) nei primi tre mesi della stagioneTanti giocatori si stanno lamentando del nuovo circuito creato dall’ITF, il Transition Tour che nelle intenzioni avrebbe dovuto ridurre il numero di giocatori presenti in classifica mondiale ma impossibilitati a guadagnare a sufficienza e accompagnare i giovani verso il professionismo. Trattandosi però di tornei dalla scarso appeal per sponsor, media e spettatori, bisogna anche andare incontro alle esigenze degli organizzatori che si sono visti i montepremi minimi aumentati (anche se ciò non è sufficiente a garantire un guadagno sufficiente ai giocatori) ma senza alcun beneficio. Ecco che, per ridurre le spese, l’obbligo del giudice di sedia c’è solo dall’ultimo turno di qualificazione a seguire. E così, la giocatrice svizzera Susan Bandecchi, numero 493 WTA, ha fatto sapere via social network che in un torneo da 25.000 dollari di montepremi in Slovacchia, ha giocato un match di quali senza il giudice di sedia. Ovviamente, non giocando sulla terra rossa, ogni palla dubbia ha dato adito a polemiche, discussioni, litigi. Senza che nessuno potesse intervenire a dirimere la questione: «Posso capire si fosse trattato di un torneo nazionale – ha detto la Bandecchi – ma qui si tratta di un evento internazionale che distribuisce punti per la classifica WTA e un giudice di sedia dovrebbe esserci anche nei primi turni di qualificazione»
La polemica segue quella nata dopo le dichiarazioni del vice-presidente della federtennis tedesca, Dirk Hordorff, che ha chiesto ai giocatori di denunciare il loro malcontento con le loro federazioni affinché l’ITF torni sui suoi passi (fatto che difficilmente accadrà, soprattutto dopo pochi mesi dall’avvio del progetto).Vi è però un primo dato statistico che dovrebbe far riflettere i dirigenti dell’ITF: nei primi tre mesi dell’anno, è calato il numero di tornei ITF organizzati (o previsti) sia in campo maschile sia femminile, rispettivamente del 6,8% e del 15,9%, con una diminuzione sensibile dei posti a disposizione nel tabellone principale e soprattutto nelle qualificazioni. Ricordiamo che questo circuito distribuisce punti per una classifica ITF che, a sua volta, offre un determinato numero di posti nel tabellone principale dei tornei ATP Challenger. Le intenzioni sono certamente lodevoli, ma per adesso non sembrano incontrare il favore dei giocatori.
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