Che fatica giocare sul cemento. I nostri
due migliori giocatori, Filippo Volandri e Potito Starace, stanno raccogliendo
ciò che un tipico specialista della terra battuta stile primi anni ’90
riusciva a raggranellare lontano dall’amato "rosso": poco o nulla.
Volandri, che ha lavorato molto sul servizio nell’inverno proprio per costruirsi
un gioco valido su fondi più rapidi, ha sinora rimediato un set su tutti
gli incontri disputati su "hard court", quello vinto contro
Che fatica giocare sul cemento. I nostri
due migliori giocatori, Filippo Volandri e Potito Starace, stanno raccogliendo
ciò che un tipico specialista della terra battuta stile primi anni ’90
riusciva a raggranellare lontano dall’amato "rosso": poco o nulla.
Volandri, che ha lavorato molto sul servizio nell’inverno proprio per costruirsi
un gioco valido su fondi più rapidi, ha sinora rimediato un set su tutti
gli incontri disputati su "hard court", quello vinto contro Wayne
Arthurs al primo turno del torneo di Sydney. Per il resto poco da dire:
tre set a zero da Hanescu in Australia, due set a zero da Feliciano Lopez
a Doha, una brutta figura (e tanti doppi falli) al primo turno di Indian
Wells contro Tomas Zib.
Potito Starace ha un curriculum sul "duro"
appena migliore, visti i due turni passati ad Auckland a gennaio (uno dei
quali, però, contro la wild card locale Mark Nielsen). Subito eliminato
all’Australian Open (da Srichaphan, brutto cliente) e ad Adelaide, Starace
ha ceduto a Indian Wells al servizio mortifero di Wayne Arthurs. Potito
non ha però rimediato, come in parte ha fatto Volandri, con qualche risultato
nei tornei sulla terra del Sudamerica, complici alcuni problemi fisici.
Il nostro migliore "cementista" resta Davide Sanguinetti, classe
1972, e non tanto per i quarti di finale raggiunti a fine febbraio a Scottsdale,
quanto per un’attitudine al gioco su questa superficie che Volandri e Starace
non stanno mostrando di possedere. Certo, tra poco avremo Estoril, Barcellona,
Monte Carlo, Roma, Amburgo, Parigi: le nostre puntate sono tutte sul
"rosso",
nella speranza che possa uscire qualcosa di buono. Ma per i nostri due
migliori rappresentanti gli appuntamenti su terra battuta, più che un’occasione
di riscatto, stanno diventando una tappa obbligata per mantenere la classifica,
giacchè altrove non sembrano in grado di tenere botta ai primi cento giocatori
Atp. (f.f.)
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