COPPA DAVIS – L’Italia vince un doppio molto equilibrato (e forse toglie un problema a Barazzutti). Ora Fognini può regalarci un posto nei quarti. DI LORENZO CAZZANIGA 
Fabio Fognini abbraccia capitan Barazzutti dopo la vittoria in doppio

Di Lorenzo Cazzaniga – 2 febbraio 2014
 
Ci siamo complicati la vita, ma alla fine l’Italia ha messo il naso davanti, in questo complicato match di Mar del Plata. Ci siamo complicati la vita perché Fabio Fognini e Simone Bolelli hanno vinto contro il non esattamente irresistibile duo albiceleste, Schwank-Zeballos, solo al termine di una dura battaglia di quattro set e tre ore e 57 minuti per 6-7 7-6 7-6 6-4. Fognini e Bolelli hanno già dimostrato in passato di essere una coppia affidabile, pur non essendo due doppisti puri. Fognini sfrutta la mano fatata e una reattività fuori dal comune, Bolelli un ottimo servizio e un diritto che dal fondo offre spesso la possibilità all’uomo a rete di chiudere facili volée. Tuttavia, la scarsa attitudine ad essere aggressivi sotto rete e un Bolelli che sta cercando di ritrovare piano piano le sensazioni positive, dopo la lunga assenza per l’infortunio al polso, hanno rischiato di perdere un punto che probabilmente risulterà decisivo, contro due avversari discreti, ma non più che discreti.
 
Il dato che conferma la qualità appena sufficiente del tennis espresso dalla coppia azzurra è l’aver realizzato il primo break al ventesimo turno di battuta dei nostri avversari, che non servivano come Isner e a rete non sembravano i Bryan. Tutto questo con l’aggravante della lentezza della superficie e il fatto che i nostri contano soprattutto su una viva solidità dei colpi da fondo. Verrebbe da pensare che, non avendo mai subito break e avendo concesso solo 5 palle break, Fognini e Bolelli siano stati impeccabili al servizio. Temo invece evidenzi le carenze degli avversari nei colpi da fondo. Un doppio che dunque Fognini e Bolelli hanno portato a casa, come era lecito aspettarsi e pur senza giocare il loro miglior tennis (anche se i 17 punti totali di differenza, in un match dal punteggio così equilibrato, indicano comunque una certa supremazia). Per tre set non si sono visti break. Nel primo tie-break gli argentini sono subito saliti 4 a 0, quindi 6-1; hanno sprecato cinque set point consecutivi, prima di aggiudicarselo per 8 punti a 6. Nel secondo tie-break abbiamo rischiato di andare sotto di due set (un set point annullato), il terzo lo abbiamo dominato. La partita si è chiusa lì: finalmente nel terzo gioco del quarto set è arrivato il primo break dell’incontro. Nei nostri turni di battuta non abbiamo mai sofferto e solo nell’ultimo game, dopo aver sprecato due match point, abbiamo offerto una chance al duo argentino di rientrare in partita (ma Zeballos ha affossato una volèe non impossibile). Fallita l’occasione, il terzo match point è stato quello buono.
 
Un match complicato, non troppo ben giocato dal punto di vista tecnico ma dove i nostri hanno saputo mantenere la calma, anche davanti ad un pubblico esagitato ma sostanzialmente corretto. Un punto fondamentale, come ha dimostrato Corrado Barazzutti che per la prima volta ho visto trasformarsi in ultrà, sempre in piedi ai limiti del campo, al punto da essere perfino richiamato dal giudice di sedia. In una spinta di forte nazionalismo, capitan Barazzutti ha detto che "Fognini e Bolelli sono uno dei migliori doppi del mondo”. Probabilmente, con un Bolelli ancora lontano dalla miglior condizione (“Devo ringraziare Fabio che mi è stato vicino per tutto il match: non è facile rientrare in un’occasione così importante”) l’affermazione è un filo esagerata, quanto invece è vero che Fognini avrà l’occasione di chiudere l’incontro nel primo match della domenica, contro l’amico Charly Berlocq: “Spero di recuperare dalla fatica di oggi e di portare a casa il punto decisivo”. Fabio parte con i (netti) favori del pronostico. Berlocq è giocatore solido e intenso, ma non ha le accelerazioni e le variazioni di Fognini, che sul palleggio da fondo teme pochi rivali. Però… però Berlocq è un animale da Davis e sarà sicuramente più riposato di Fognini. Suppongo che capitan Barazzutti sarebbe particolarmente contento del successo di Fognini (“E’ imprevedibile, mi fa soffrire ma alla fine vince sempre”) anche perché gli permetterebbe di evitare una scelta difficile: confermare Andreas Seppi dopo la brutta prova di venerdì o affidarsi a Filippo Volandri nell’eventuale match decisivo contro Juan Monaco? L’opinione pubblica è divisa. La logica vorrebbe che fosse Seppi a scendere in campo: una cattiva prestazione non può cancellare quanto fatto vedere negli ultimi due-tre anni. Né tantomeno hanno senso le critiche verso un Seppi poco lottatore (il suo record al quinto set parla chiaro). Tuttavia, non sempre in Davis vince la logica. E allora speriamo che Fognini eviti il dubbio a capitan Barazzutti