E' l'augurio di Barazzutti dopo il successo contro la Svizzera. Per la prima volta, il capitano azzurro si lancia in una considerazione così ottimistica. “Ci vogliono situazioni e circostanze, ma è possibile”. Il segreto può essere il doppio. Lo insegna la storia. 

PESARO – Difficilmente Corrado Barazzutti si lascia andare a osservazioni avventate. Anzi, a volte eccede in prudenza. Per questo, le sue frasi al termine di Italia-Svizzera fanno riflettere. Sono la notizia del giorno, ancor più della vittoria di Seppi-Bolelli contro Chiudinelli-Laaksonen, sigillo di un weekend che ci spinge nei quarti per la terza volta negli ultimi quattro anni. Abbiamo fallito solo lo scorso anno, ma quello che sta succedendo in Serbia la dice lunga sulla pericolosità del Kazakhstan. Dopo che gli azzurri avevano infiocchettato il 6-3 6-1 6-3 finale, prodromo alla scampagnata domenicale (i match a risultato acquisito si giocheranno al meglio dei tre set), il capitano azzurro si è lasciato andare a una frase importante. Rispondendo a una domanda di Riccardo Crivelli sulla nostra squadra di Coppa Davis, tra potenzialità e prospettive, ha detto: “Io mi auguro che questa squadra possa avere un risultato migliore della semifinale. Ci vuole un buon tabellone, circostanze favorevoli e determinate situazioni, però le possibilità ci sono. Basti vedere cosa è successo l'anno scorso al Belgio”. Frasi che fanno il paio con quelle che pronuncia da un paio d'anni: a suo dire, l'Italia è una delle nazioni più forti in assoluto, soprattutto in casa e sulla terra battuta. Salvo ribaltoni miracolosi, dal 15 al 17 luglio ospiteremo l'Argentina, probabilmente di nuovo a Pesaro, presso il Circolo Tennis Baratoff. E sarà un banco di prova importante, anche per le parole e le convinzioni di Corrado. Barazzutti è convinto che la terra battuta sia la scelta migliore, lo ha ribadito con forza a una nostra specifica domanda. “Fognini lo conosciamo, Andreas ha ottenuto alcuni dei suoi migliori risultati sulla terra, Simone si adatta a qualsiasi superficie…e due anni fa abbiamo battuto l'Argentina a casa loro, contro una squadra forse più forte di quella che sta giocando adesso in Polonia”. Vero, ma le circostanze e le situazioni cambiano rapidamente. A luglio non sappiamo che Fognini avrà a disposizione (“non so quando tornerò” ha detto il ligure ai microfoni di SuperTennis dopo il successo), peraltro a un mese dal matrimonio. E l'Argentina ha un paio di nomi interessanti: Guido Pella e Federico Delbonis (recente vincitore contro Fognini), senza dimenticare Juan Monaco. Insomma, è una squadra ben diversa da quelle di due anni fa. Il discorso cambierebbe ulteriormente se Daniel Orsanic potesse fare affidamento su Del Potro. In quel caso, la terra battuta sarebbe senza dubbio la scelta migliore. Altrimenti, chissà.


L'IMPORTANZA DEL DOPPIO

Ma torniamo alle speranze di Corrado. L'ha detto a modo suo, ma sogna la finale. E c'è un argomentazione importante: il doppio. L'Italia possiede una delle migliori coppie nel panorama della Coppa Davis. Lo dicono i nomi, le classifiche e soprattutto i risultati. In Davis abbiamo vinto sette degli ultimi undici doppi, ma la statistica è bugiarda: l'unica sconfitta davvero grave è stata contro Murray-Fleming nel 2014, mentre quelle contro Canada (Fognini-Bracciali), Cile (Seppi-Bracciali) e Repubblica Ceca (Starace-Bracciali) avevano ampie attenuanti e solo quella col Canada è stata davvero decisiva. Adesso abbiamo diverse opzioni. Quando hanno chiesto a Barazzutti se le tante coppie italiane nel tour sono frutto del suo lavoro, ha fatto un discorso ad ampio raggio: “Non è il frutto di un'intuizione, ma è un progetto portato avanti dagli staff e i coach dei vari giocatori. Simone e Andreas si sono trovati a Dubai, giocano bene in doppio, hanno provato e hanno vinto. Seppi-Cecchinato hanno fatto un buonissimo torneo in Australia, Fognini-Bolelli li conosciamo…spero di poter avere a disposizione una, due, forse anche tre opzioni”. La storia recente della Davis insegna che un doppio vincente è spesso la chiave per aggiudicarsi gli incontri, specie quelli combattuti. E portare a casa l'Insalatiera. Basta dare un'occhiata all'albo d'oro: l'ultima squadra a vincere il trofeo senza un doppio davvero competitivo è stata la Russia nel 2006. Da allora, i nomi delle coppie “argentate” sono Murray-Murray, Federer-Wawrinka, Berdych-Stepanek, Lopez-Verdasco, Zimonjic-Troicki e Bryan-Bryan. Tutti nomi di livello. Il bello è che Fognini-Bolelli, in questa lista, ci stanno bene. E ci sono entrati a suon di risultati.


SVIZZERA TENUTA A DISTANZA

Lo hanno dimostrato contro la modesta coppia svizzera, sfibrata dalle fatiche del giorno prima (soprattutto Chiudinelli). Già nell'allenamento a ora di pranzo non sembravano particolarmente motivati, in particolare Laaksonen. E' stato lui a perdere il servizio nel sesto game ed è stato di gran lunga il peggiore in campo. A rete ha sbagliato l'impossibile, commettendo errori a volte imbarazzanti. A dire il vero, gli svizzeri si procuravano una palla break sul 5-3. Forse avrebbero potuto dare un po' di pepe all'incontro, ma Seppi l'ha annullata con uno smash su un bel servizio di Bolelli. Nel secondo set, un altro disastro di Laaksonen dava all'Italia il break che indirizzava definitivamente la partita (2-1 e servizio). A quel punto, anche Chiudinelli perdeva la tramontana. Le fatiche del giorno prima si vedevano nei riflessi annebbiati e il duo svizzero “sbracava”, chiudendo il set con un doppio fallo. Nel terzo c'era appena un pizzico di equilibrio in più, ma uno strappo al sesto gioco chiudeva la contesa. Bolelli annullava con un ace la seconda palla break rossocrociata (sul 4-2) e Seppi chiudeva pochi minuti dopo, quando su Pesaro non erano ancora calate le tenebre. Gioia contenuta, anche per Lorenzi, Cecchinato e Fognini. Segno di maturità e consapevolezza: l'avversario era rispettabile, non certo irresistibile. Ci sarà tempo per parlare del futuro, a partire dal tormentone Del Potro che scatterà già a Indian Wells. Per adesso ci teniamo le parole di Corrado Barazzutti: l'Italia vuole la finale. E' possibile, forse non è nemmeno assurdo pensarlo. A patto che ci siano situazioni e circostanze. Onestamente, lo meriteremmo.

 

COPPA DAVIS 2016 – WORLD GROUP, Primo Turno

ITALIA-SVIZZERA 3-0

Paolo Lorenzi (ITA) b. Marco Chiudinelli (SUI) 7-6(14) 6-3 4-6 5-7 7-5

Andreas Seppi (ITA) b. Henri Laaksonen (SUI) 7-5 7-6(4) 3-6 6-3

Seppi / Bolelli (ITA) b. Chiudinelli / Laaksonen (SUI) 6-3 6-1 6-3