Incredibile capitombolo azzurro: avanti 2-0, le azzurre crollano e affondano nel doppio decisivo, in cui Errani-Vinci hanno raccolto appena tre giochi. Barazzutti: “E' una sconfitta fine a se stessa”. Ad aprile lo spareggio per restare nel World Group. 

Oltre al danno, c'è stata la beffa. Mentre le francesi facevano il giro di campo armate di bandierone, le casse del 105 Stadium di Genova sparavano a palla il successo dance “Move Your Feet”. Muovi i tuoi piedi. La clamorosa rimonta della Francia, definita “molto dolorosa” da Corrado Barazzutti, è stata firmata da due giocatrici che non hanno certo nella rapidità dei piedi il loro punto forte: Kristina Mladenovic e Caroline Garcia. Vittime, le rapide e scattanti Sara Errani e Camila Giorgi. 10 mesi fa, il duo Garcia-Mladenovic aveva regalato il World Group alla Francia battendo le americane, ma pochi credevano a un bis contro Errani-Vinci, le magnifiche Cichis, numero 1 nel ranking di doppio. Invece hanno infilato un incredibile 6-1 6-2 in un'oretta. Una batosta terrificante per il modo, le condizioni e le circostanze in cui è avvenuta. La Mladenovic ha giocato come si fa in paradiso, martellando a tutta forza con il dritto, accompagnata da una Garcia per nulla stanca dopo i tre set in singolare (“Come ho fatto a recuperare? Ho mangiato crepes e nutella!” ha scherzato nella radiosa conferenza stampa delle transalpine). Le azzurre erano stranite, come se attanagliate da una forza misteriosa che blocca i muscoli, annebbia la testa e fa tremare il braccio. La Vinci era un po' imballata, la Errani è stata la peggiore in campo anche se non ha cercato scuse. nemmeno sulle sue condizioni fisiche. “Non avevo niente di grave. Io cerco sempre di dare il meglio, poi a volte è il 90, a volte il 50, a volte il 20%”. Quando abbiamo provato a chiedere a quanto ammontasse questo “meglio”, ha risposto per lei Barazzutti: “Sara vi sembrava al meglio? Ecco, no. Volete un numero?”. Forse ha ragione, certi numeri non contano troppo. Conta però un risultato che ci spedisce a giocare lo spareggio per non retrocedere come non accadeva dal 2008: dopo la sconfitta contro la Spagna, le azzurre non ebbero grossi problemi contro l'Ucraina. Martedì sapremo: le opzioni sono Romania (fuori casa), Stati Uniti (in casa), Svizzera e Olanda (in entrambi i casi, la sede sarebbe stabilita dal sorteggio).


"CARA KIKI, DOMANI GIOCHI TU"

L'8 febbraio 2015 sarà ricordato come il gran giorno di Amelie Mauresmo. La capitana francese ha sorpreso tutti schierando “Kiki” Mladenovic in singolare al posto della Cornet. Mossa della disperazione? Macchè. “Sin da quando abbiamo saputo di affrontare l'Italia ho pensato ai possibili scenari: la presenza di Kiki nella prima giornata era esclusa, ma alla domenica è sempre stata un'opzione”. Dopo i singolari di sabato le ha detto di tenersi pronta: poi, dopo un colloquio con la Cornet, ha bussato alla sua stanza di hotel e le ha detto: “Cara Kiki, domani giochi tu”. E sono andate a cena. “Quando ci siamo svegliate non pensavamo a scalare la montagna – ha detto la Mauresmo – ma volevamo fare un passo alla volta. C'è riuscito alla perfezione”. La Mladenovic ha picchiato sulle ferite della Errani, mettendo a nudo quel che si era intravisto il giorno prima. In particolare, Sara non riusciva ad essere ficcante nella pugna da fondocampo. Nemmeno la sua amata Excalibur le ha impedito di giocare corto, troppo corto. E in doppio è parsa spaesata, senza la consueta grinta che le ha fatto vincere decine, centinaia di partite. Il match è scivolato via troppo rapidamente, non c'è stato neanche il tempo di organizzarsi. Il pubblico del 105 Stadium (quasi gremito, ennesimo successo per Ernesto De Filippis) ha provato a scaldarsi, ma dal campo non sono arrivati i giusti input. E i 300 membri dell'ASEFT, il gruppo organizzato dei tifosi francesi, ci hanno dato dentro con cori, tamburi e bandieroni. Non c'è neanche spazio per recriminare: dopo il primo set intascato dalla Giorgi nel quarto singolare, le azzurre hanno raccolto appena cinque game negli ultimi quattro set. Nel loro giro d'onore, tra gli applausi sportivi ma delusi degli italiani, le francesi si sono fermate sotto la tribuna presidenziale e sono quasi saltate addosso ai loro dirigenti, tra cui il presidente Jean Gachassin e la vicepresidente Martine Gerard. Una gioia incontenibile, anche perchè non era mai successo che il team francese di Fed Cup recuperasse uno svantaggio di 0-2. Così come non era mai successo che l'Italia subisse una rimonta del genere.


DUE MESI PER CURARE LA FERITA

C'è sempre una prima volta. Ed è tempo di riflettere. Sette anni fa, quando la Spagna espugnò Napoli, le azzurre furono chiare: “Non è la fine di un ciclo”. I fatti hanno dato ragione a Pennetta e Schiavone, che vinsero le due successive edizioni. Stavolta non si è parlato in questi termini, anche se Barazzutti ha definito la sconfitta “Fine a se stessa. E' molto dolorosa, ma è stato un episodio circoscritto a questo incontro”. In chiave futura, forse, potrebbe essere un'opzione la possibilità di giocare sul cemento, tenendo conto che tre delle quattro componenti del team, forse, rendono meglio sul duro. All'osservazione, Barazzutti ha specificato che in ogni situazione riflette con attenzione sulla superficie. “Comunque vorrei ricordarvi i risultati che ha fatto Sara sulla terra battuta”. Scegliere la superficie in base alla propria numero 1 è un'opzione validissima, utilizzata da tante squadre. Però espone a un rischio: se la numero 1 non è al 100%, la vicenda si può complicare. Stavolta è andata male, e probabilmente non avremmo mai perso se la serie si fosse giocata in un altro periodo dell'anno. Come detto, l'Italia tornerà in campo nel weekend del 18-19 aprile. Ma non ci sarà la semifinale contro la Repubblica Ceca (si era già parlato di Milano come possibile sede), bensì uno spareggio che può essere molto scivoloso: diciamo che tra l'Olanda in casa e la Romania di Simona Halep in trasferta, beh, ci sarebbe una bella differenza. E gli Stati Uniti? Nelle ultime tre sfide (2009, 2010 e 2013) le sorelle Williams non si sono presentate. E abbiamo sempre vinto noi. Ma quest'anno c'è una motivazione “olimpica” che potrebbe convincerle ad esserci: se sono andate in Argentina a febbraio, una trasferta in Italia in aprile potrebbe non essere così proibitiva. Ma adesso è tempo di curarsi le ferite. Per fortuna il “tempo è un gran dottore” come cantava Loredana Bertè. Ad aprile, la batosta di Genova dovrebbe essere rimarginata. E ci sarà una bella occasione per dimostrare che l'epopea della Fed Cup azzurra non è terminata.

 

FED CUP 2015 – Primo Turno

ITALIA – FRANCIA 2-3

Sara Errani (ITA) b. Caroline Garcia (FRA) 7-6 7-5

Camila Giorgi (ITA) b. Alize Cornet (FRA) 6-4 6-2

Kristina Mladenovic (FRA) b. Sara Errani (ITA) 6-4 6-3
Caroline Garcia (FRA) b. Camila Giorgi (ITA) 4-6 6-0 6-2
Mladenovic – Garcia (FRA) b. Errani – Vinci (ITA) 6-1 6-2