dal nostro invato a Reggio Calabria Roberta Lamagni – foto Getty Images
Binaghi e Petrucci forzati a una doccia a tradimento. Il Presidente della Fit e quello del Coni annaffiati dalla bottiglia impazzita di Francesca Schiavone, libera di esplodere finalmente in un’incontrollabile euforia dopo la vittoria di Flavia Pennetta su Melanie Oudin. L’Italia è campione del mondo a squadre, per la seconda volta dopo Charleroi, prima nazione del planisfero secondo il ranking Itf, davanti a Russia e Stati Uniti. Il 3 a 0 perentorio delle nostre alle ragazze di Mary Joe Fernandez non lascia adito a repliche. Tutti se lo attendevano, dalla rinuncia delle Williams, ma andava conquistato. E c’è modo e modo di farlo. Balbettando, indugiando, aggiungendo ostacoli anche dove non esistono, niente di più semplice, in fondo, quante volte sarà capitato?
Altro è invece avere rispetto delle avversarie, temerle anche più di quanto si debba, per mantenere alta la concentrazione e, perché no, per scaramanzia… nessuno sportivo ne è indenne.
Il sigillo domenicale di Flavia Pennetta non si discosta dai precedenti punti. Parte come meglio non si potrebbe: break alla prima occasione utile. Conquista un vantaggio che amministra fino al 5-4 del primo set, poi uno scivolone, forse il tempo di realizzare ciò che sta avvenendo (5-5) ma subito la pronta risposta (7-5). “Quel momento è stato difficile, ho avuto delle chance e non sono andata a prenderle”.
Gli scambi tra Pennetta e Oudin non sono ciò che si attenderebbe da una lotta sul “rosso”: poche le palle sporcate dalla rotazione, molto gioco di incontro, lotta dura sì, ma picchiata e talvolta saggiamente smorzata da Flavia con puntuali palle corte. Il secondo parziale è decisamente in discesa (6-2). “Ho avuto subito un piccolo calo, ho respirato un po’ dopo il primo set, ma poi sono stata più ordinata”.
La felicità di Flavia è quella di gruppo, “la squadra che siamo ci fa rendere di più in queste competizioni”, ma è anche e soprattutto personale “siamo campioni del mondo, è il coronamento di una stagione perfetta, ora posso andare in vacanza ancora più felice”.
Sensazione già provata, quella di alzare la Coppa, ma “rispetto al Belgio siamo più mature, la possiamo assaporare meglio. In casa, davanti alla famiglia, agli amici. Alla fine non respiravo. Sull’ultimo punto non volevo sbagliare, forse ho aspettato un po’ ma non me la sentivo di rischiare. Ho chiuso con il rovescio e mi è andata bene”. Come meglio non poteva…
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