Partita tra mille perplessità, l'IPTL si è costruita un'interessante credibilità organizzativa. Quella tecnica forse non arriverà mai, ma Mahesh Bhupathi si è regalato addirittura Federer-Nadal: “Il break-even arriverà a breve e vogliamo otto squadre entro il 2020”. 

In carriera ha intascato dodici titoli del Grande Slam, tra cui quattro doppi maschili: tre in coppia con Leander Paes e uno con Max Mirnyi. Tuttavia, la conferenza stampa di qualche giorno fa insieme a Roger Federer e Rafael Nadal resterà un ricordo indelebile per Mahesh Bhupathi. In pochi credevano che l'ex giocatore indiano fosse in grado di mettere in piedi un progetto credibile nel periodo di offseason. I tennisti giocano tante esibizioni, ma creare un mini-campionato della durata di 20 giorni sembrava un azzardo. Invece ha avuto ragione lui. Intendiamoci: la valenza tecnica non è un granché e non sempre i palazzetti hanno fatto registrare il tutto esaurito, però l'International Premier Tennis League sta monopolizzando l'attenzione. E la doppia sfida (singolare più doppio) tra Roger e Rafa è stata una vetrina straordinaria. Ci vorrà tempo per assimilare i nomi delle squadre e la formula della competizione (divertente ma troppo diversa rispetto al tennis tradizionale), ma la credibilità organizzativa è ormai raggiunta. Dopo le tappe di Kobe, Manila e New Delhi, oggi scatta la tre giorni di Dubai prima del gran finale a Singapore, che andrà in scena da venerdì a domenica. Per Adesso l'IPTL fa parlare di sé per le sue stranezze e la sua opulenza, ma l'obiettivo di Bhupathi è creare un po' di interesse anche per la vicenda (pseudo)agonistica. Mentre l'anno scorso la tappa di Dubai si era giocata al coperto, nel 2015 si va all'Aviation Club, lo stesso che in febbraio ospita il torneo ATP-WTA. “Lo stadio permette ai giocatori di essere ancora più vicini al pubblico e offre un ambiente eccellente per il nostro format” ha detto Bhupathi.


UNA SQUADRA IN PIU' E VOLTI NUOVI

Il progetto IPTL era stano annunciato nella prima metà del 2013 e Bhupathi ha combattuto a lungo con gli scettici. Adesso può dire di aver vinto la sua battaglia, anche se ammette che c'è ancora parecchio da fare. “Ma l'arrivo di una nuova franchigia in Giappone è stato un grande successo” ha detto Bhupathi, alludendo ai “Japan Warriors” che hanno ospitato la prima tappa stagionale, a Kobe, dove si sono esibiti gli idoli locali Kurumi Nara e (soprattutto) Kei Nishikori. Quest'ultimo non si era ancora esibito a Kobe e ha fatto registrare il tutto esaurito. “Inoltre abbiamo visto alcuni match molto combattuti e tennis molto competitivo. La vittoria della Nara su Serena Williams ha ottenuto una risposta incredibile in termini di entusiasmo del pubblico”. Più in generale, la seconda edizione dell'IPTL ha avuto un paio di colpi a effetto. Certo, c'è stata l'assenza di Novak Djokovic, ma hanno avuto per la prima volta Rafa Nadal (assente lo scorso anno) e Leander Paes, ex compagno di Bhupathi che lo scorso anno era stato molto critico con la competizione, tanto da boicottarla giocando la meno ricca Champions League Tennis, campionato che si limita all'India. “L'anno scorso abbiamo fatto il possibile per avere Leander, ma lui aveva già firmato per un altro evento e non era disponibile. Ma è uno dei migliori doppisti al mondo e credo che il format sia perfetto per lui. Infatti quest'anno abbiamo firmato con grande anticipo perché non volevamo perderlo”.


SOSTENIBILITA' ECONOMICA

Il grande interrogativo riguarda la sostenibilità economica. Per avere i migliori giocatori, i club devono sborsare cifre astronomiche. Per questo, ci si domanda quanto tempo ci vorrà per raggiungere il break-even. “I nostri partner sono molto ben disposti – dice Bhupathi, molto attento a non sbilanciarsi – di recente i Singapore Slammers hanno annunciato che Amitabh Bachnan, icona del cinema indiano, è diventato co-proprietario della franchigia e sarà a bordocampo per gli incontri a Singapore. Si tratta di un'ottima notizia per tutto il campionato”. Secondo Bhupathi, i proprietari delle cinque squadre vedono l'IPTL come un'ottima fonte di investimento. “Ogni team è diverso perché si deve confrontare con il proprio mercato di riferimento – continua Bhupathi – paesi come India e Filippine dovrebbero raggiungere il break-even nel terzo anno, se non prima. Dubai e Singapore sono mercati già maturi per lo sport e l'intrattenimento, così avranno bisogno di un anno in più. Il Giappone ha grandi potenzialità e si aspetta di ottenere il pareggio di bilancio l'anno prossimo”. Sul lungo termine, Bhupathi conferma l'obiettivo che aveva già espresso l'anno scorso: arrivare a otto squadre entro il 2020. “Ci sono città già interessate a entrare nella lega, ma noi vogliamo crescere sul lungo periodo, quindi vogliamo fare un passo alla volta. Alla fine della prima edizione volevamo aggiungere una nuova città, e grazie a Kobe abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Faremo crescere il campionato in modo sostenibile, in modo da coinvolgere i giocatori e il pubblico per molti anni a venire”.