Uno scienziato ha inventato un sistema che consentirà di ridurre gli errori dal 75 all’85%. Si chiama ARSIU: corde e telaio potranno comunicare, con risultati fantascientifici!
La tecnologia ARSIU consentirà di azzerare gli errori gratuiti
Di Corrado Erba – 1 aprile 2014
Il tennis potrebbe essere rivoluzionato in maniera quasi fantascientifica. A sentire le parole del professor Kala Huntikuu, finlandese, con trascorsi alla Nokia e poi emigrato al MIT di Boston, scienziato con il pallino del tennis (la figlia è stata una buona junior), il tennis del nuovo decennio si chiamerà ARSIU (Automatize Racquet String Interconnection Unit). Il sistema ARSIU è composto da tre connessioni principali:
– una centralina elettronica dalle dimensioni rettangolari, simile a una barretta di cioccolato e dal peso di circa 60 grammi, stivabile in una qualsiasi borsa da tennis.
– 5 chip di silicio con minuscoli microprocessori, che possono venire incollati mediante striscette di piombo a qualsiasi telaio: a ore 12, 3, 6 e 9 più l’ultimo, sotto il manico.
– corde cave in policarbonato, dalla forma triangolare, del diametro piuttosto grosso, 1,32 millimetri, che contengono dei miniprocessori in grado di comunicare con il telaio, mediante impulsi scambiati con la centralina che triangola tra corde e telaio.
Le corde contengono particolari microfilamenti in grado di muoversi grazie ad impulsi elettrici, il cui movimento viene coordinato dalle centraline ed è in grado di variare in maniera sostanziale, non solo la flessibilità delle corde, ma perfino l'angolatura delle stesse, a seconda degli ordini ricevuti dalla centralina. In pratica: la centralina verifica in tempo reale (un decimo di secondo!) centinaia di parametri, tra cui l’angolazione del telaio, il tempo stimato di impatto sulla palla, la velocità del braccio del tennista, la durezza stimata dell’impatto, eccetera… creando di volta in volta le condizioni ideali perchè la pallina impatti nel miglior modo possibile.
Facciamo il classico esempio del giocatore dilettante. Quando gioca con il maestro, magari da fermo o con un buon avversario, la palla arriva sempre pulita: colpisce così bene che si sente quasi un campione. Poi entra in campo contro l’amico del lunedì e magicamente… nel 90% dei casi arriva tardi e le gambe non sono posizionate come di deve, oppure non c’è coordinazione tra braccio e racchetta e il piatto è troppo indietro o troppo avanti. Comunque sia la palla impatta fuori sweet spot. Nel migliore dei casi rimane incollata al telaio, oppure l’angolazione sbagliata la fa partire per la tangente: ci si siede al cambio campo e si pensa che il tennis è lo sport del diavolo (“Ma se ieri col maestro sembravo Sampras!”).
Ebbene, ora interviene il sistema ARSIU.
Arriva una palla alta e sghemba, ti viene il braccino, le gambe scappano? Ci pensa la centralina a calcolare i paramentri per un colpo ideale, “ordina” alle corde di ammorbidirsi e di posizionarsi in maniera sostanziale, modificando di fatto lo sweet spot e portandolo nella cosidetta “comfort zone”, questo permette alla palla di uscire morbida e lunga, come se fosse stata colpita perfettamente anche se il movimento è stato quello del classico “braccino”. Anche nelle fasi di recupero pare che ARSIU faccia miracoli, basta arrivare sulla palla in un qualsivoglia modo e il passing parte dritto e perfetto. Dalle prove, in corso presso una segretissima Academy in Florida, su giocatori dilettanti di classifica USTA da 4.0 a 5.0, (più o meno i nostri quarta e terza categoria ndr) pare che la percentuale degli errori non forzati sia diminuita dal 75 all’ 85%! Se pensiamo che, tolta una risicata quota di superprofessionisti, al nostro gioco vince quasi sempre chi commette meno errori, i quarta categoria potrebbero arrivare ai limiti della seconda!
Il sistema, che sarà ufficialmente presentato a maggio alla fiera del tennis a Las Vegas, da una nota casa americana, potrebbe avere più di una controindicazione.
“In primis, non potrebbe finire come la famosa racchetta spaghetti?” è stato chiesto a Huntikuu.
“La racchetta spaghetti fu un esperimento quasi artigianale, difficilmente replicabile. Commercialmente e diventato famoso perchè utilizzato da dei professionisti, noi riteniamo che l’ARSIU possa (notevolmente) aiutare i dilettanti piuttosto che i professionisti e non vediamo per quale motivo dovrebbe essere messo fuori legge. Sarebbe quasi come se all’epoca avessero eliminato i racchettoni Prince”.
Potremmo anche essere d’accordo, ma ci permettiamo di chiederci se l’introduzione dell’ARSIU non possa creare una serie di Frankestein tennistici. Una generazione di giovani giocatori, che si abituano a non sbagliare mai. ARSIU potrebbe facilitare il gioco ed aprirlo a tutti, ma appiattirlo ancora di più e renderlo molto noioso, anche per chi gioca. Pensate a cosa ci vorrà per fare un punto: per non buttarla di là, il vostro avversario dovrà essere messo in grado di non arrivare a di toccare la pallina. Pensando alla categoria degli odierni pallettari, gli organizzatori potrebbero stimare in 3/4 ore la durata di ogni match! I costi? pare siano discretamente contenuti. Il sistema ARSIU verrà venduto in un pocket comprendente: centralina, microprocessori, piombo e un set di corde. In seguito, il giocatore potrà comprare solo le corde che, dicono, sono piuttosto resistenti. Il prezzo di uscita del pocket dovrebbe essere intorno ai 70 dollari, le corde singole intorno ai 35/40.
Ci chiediamo sinceramente dove lo sviluppo tecnologico porterà il gioco, ma è certo che l’ARSIU diverrà la pietra miliare di un nuovo tennis.
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