In un’intervista presso ‘Il Tennis Italiano’, Raul Brancaccio ci ha aggiornato sulle novità che sta affrontando in questo particolare periodo della sua carriera, a partire dal recentissimo cambio di allenatore

Raul Brancaccio è reduce da una stagione 2022 molto importante e che può costituire un punto di svolta nella sua carriera: a 25 anni, il nativo di Torre del Greco ha conquistato, nel torneo di San Benedetto del Tronto, il suo primo titolo Challenger e ha guadagnato la classifica necessaria per partecipare alle qualificazioni degli US Open, Slam in cui è stato a un passo dall’entrare nel tabellone principale. Raul, che rappresenta con onore l’Italia in giro per il mondo, ha anche forti legami con la Spagna, nazione nella quale vive e si allena da ormai 9 anni. Noi de ‘Il Tennis Italiano’ abbiamo avuto l’opportunità di scambiare due chiacchiere con l’attuale numero 196 del ranking ATP, il quale ci ha aggiornato sulle novità che lo stanno riguardando in questo particolare periodo della sua carriera, a partire dal recentissimo cambio di allenatore.

“Ho terminato la stagione 2022 con Javier Ferrer, il fratello di David, poi ho deciso di apportare qualche cambiamento – ha affermato Brancaccio –. Siamo stati insieme per tantissimo tempo e abbiamo fatto un grande lavoro, ma era giunto il momento di intraprendere una nuova avventura. Mi sono, così, trasferito a Valencia città e ho iniziato a lavorare con Daniel Gimeno Traver, l’allenatore di Roberto Bautista Agut, presso la loro accademia. Sono ormai dieci giorni che sono qui e il primo impatto è stato più che positivo: stiamo lavorando bene in vista della stagione 2023, che inizierà in Australia”.

Bilancio del 2022? Più che positivo, ma la volontà è quella di non fermarsi proprio adesso. “La stagione passata ha avuto alcuni momenti davvero importanti. Avevo iniziato l’anno in maniera piuttosto altalenante, poi d’estate è cambiato tutto. Ho vinto a San Benedetto del Tronto il mio primo titolo Challenger, il che è stato davvero emozionante perché ho visto tanti sforzi ripagati nella vittoria di quel trofeo. Ho anche acquisito i punti necessari per entrare nelle qualificazioni di uno Slam per la prima volta nella mia carriera. È successo agli US Open e devo dire che l’avventura è stata anche piuttosto positiva, dato che ho vinto due match e mi sono trovato a un solo successo dallo staccare il pass per il tabellone principale. Tornato da New York, è affiorata un po’ di stanchezza mentale, infatti non ho chiuso l’anno in maniera brillante, ma sono comunque soddisfatto di come siano andate le cose e sono certo che ricaricare le batterie mi permetterà di iniziare il nuovo anno nel migliore dei modi”.

Il debutto in un torneo Slam, avvenuto nei recenti US Open, è stata un’esperienza molto bella e che ha rafforzato la convinzione, per Raul, di potersela giocare alla pari con tutti. “Partecipare per la prima volta ad un torneo grande come gli US Open è stato molto bello, un’esperienza memorabile che mi porto dietro con un enorme sorriso. Ho capito di poter competere a quei livelli e di poter puntare anche a fare quel passettino che è mancato per debuttare nel tabellone principale, ma soprattutto è una bella gratificazione poter giocare sui palcoscenici più importanti del mondo del tennis, mi auguro di poterlo fare ancora a lungo e di poter assaporare l’ambiente anche negli altri tornei Slam. Agli Australian Open sono già sicuro di esserci: iniziare la stagione in Australia e giocare il primo Major dell’anno è sempre stato un mio sogno, coltivato con pazienza e con cura sin da quando ero piccolo. Spero davvero di poter calcare i campi anche di Roland Garros e Wimbledon, magari anche più di una volta sola nel corso della mia carriera”.

Brancaccio è nutrito da un amore per il tennis incondizionato. Il suo principale obiettivo, più che riguardare la classifica, è il seguente: terminare la propria carriera senza alcun rimpianto. “Obiettivi? Ne ho, ma non riguardano più di tanto la mia classifica. Certo, mentirei se non dicessi che mi piacerebbe entrare nei primi 100 in qualche periodo della mia carriera, ma è raro che, a inizio stagione, mi ponga un obiettivo fisso e inflessibile per quel che concerne il ranking. Io amo questo sport, sono profondamente innamorato del tennis, dunque il primo obiettivo che mi prefisso è sempre quello di star bene fisicamente, di poter giocare tante partite, tanti tornei e di poter fare ciò che più amo senza troppe limitazioni legate agli infortuni. Ho 25 anni e mi trovo in un’età importante: non sono giovanissimo, non sono anziano, quindi voglio soprattutto vivere appieno questi anni centrali della mia carriera, perché quando smetterò non vorrò avere rimpianti“.

Da quasi un decennio, il nostro portacolori vive e si allena in Spagna, ma il proprio rapporto con la sua cittadina in Campania è sempre molto importante, a tal punto che Brancaccio si è dichiarato un buon tifoso della Turris. “Con la mia terra d’origine ho un legame profondo, sebbene viva in Spagna ormai da tanti anni. A Torre del Greco, la cittadina dove sono nato, ho lasciato certamente un pezzo del mio cuore. C’è la mia famiglia, ci sono i miei amici più importanti, c’è mia sorella che è anche lei tennista: anche se non riesco a tornare spesso a causa del mio lavoro e perché vivo qui a Valencia, quando vado lì mi sento a casa. Sono anche un grande appassionato di calcio e spesso vedo le partite della Turris, la squadra di calcio locale che gioca in Serie C. Insomma, non ci si può dimenticare del proprio luogo di provenienza, e io continuo a sentirmi di Torre del Greco anche se passo quasi tutta la mia vita lontano da lì”.

Raul ha una sorella, Nuria Brancaccio, che ha 22 anni ed è anche lei tennista di professione. Attualmente numero 267 del mondo, può già vantare la finale in un WTA 125 (raggiunta a Bari lo scorso settembre) ed è un prospetto molto interessante del panorama tennistico azzurro. “Con mia sorella Nuria abbiamo un ottimo rapporto che prescinde dal tennis, così come sono molto legato a tutta la mia famiglia. Ma sì, certamente è bello avere una sorella che pratica il tennis a livello professionistico: questo sport è difficile, ti porta a vivere periodi molto complessi dal punto di vista mentale, dunque è positivo avere qualcuno di così vicino che ti comprende al 100%, con cui potersi confrontare. Lei è molto forte e ha un grande potenziale, ha vissto momenti molto positivi nell’arco del 2022, ma sono sicuro che può crescere ancora e che può arrivare molto più in alto di dove si trova attualmente. È la mia sorella minore, dunque sento di dover essere un esempio per lei e lo faccio con enorme piacere. Le auguro il meglio e sono sicuro che tante cose positive la attendono nel futuro”.