Federica Di Sarra, intervistata da Il Tennis Italiano, ha raccontato le difficoltà vissute nel corso della stagione appena conclusa, non nascondendo le sue forti motivazioni in vista dell’anno che è alle porte
Federica Di Sarra è una personalità molto interessante del movimento tennistico italiano, una ragazza che non si è mai arresa davanti a qualsiasi genere di difficoltà, sia essa economica, fisica e di risultati. La 32enne di Fondi, che aveva giocato benissimo nel 2021 e aveva sfondato il muro delle prime 200 tenniste del ranking mondiale, si è trovata inaspettatamente a vivere una delle stagioni più complesse della sua intera carriera. Dopo aver fatto tanti sacrifici – con piacere e con passione – per arrivare a giocare le qualificazioni nei tornei del Grande Slam, la tennista laziale ha dovuto fare i conti con una lunghissima serie di problemi fisici, oltre a qualche problema personale, che l’hanno costretta a rallentare e non poco l’attività nel 2022, vincendo poche partite e scendendo, dal suo best ranking di numero 192, alla posizione numero 569 in classifica. Noi de Il Tennis Italiano abbiamo avuto il piacere di fare qualche domanda a Di Sarra, che ci ha spiegato come una stagione molto complicata non abbia affatto azzerato la sua motivazione, sempre altissima nonostante tutti gli ostacoli di un percorso non lineare.
“Sinceramente non è stato facile – ha afferato colei che, agli US Open 2021, è stata ad una sola vittoria dall’ottenere un pass per il tabellone principale –, potremmo dire che sia stato l’anno peggiore della mia carriera per una serie di ragioni. Innanzitutto avevo della aspettative alte, vista la maniera in cui avevo giocato nel 2021, arrivando intorno alla posizione numero 200 ed entrando nelle qualificazioni degli US Open. Purtroppo qualche avvisaglia negativa l’avevo avuta già a gennaio, perché sono andata a giocare gli Australian Open ma stavo già soffrendo per la spalla. Poi mi sono infortunata alla caviglia nel mese di marzo, mi sono stirata a inizio novembre quando, in Serie A, ero in vantaggio contro una Top 70 come Nuria Parrizas Diaz: insomma, dal punto di vista fisico, è stata una stagione disastrosa. Adesso non sono più giovanissima, ma non ho intenzione di smettere e di pensare al ritiro, perché sento dentro che ho ancora qualcosa. Nel 2023 dovrò ricominciare il mio percorso quasi da capo, ma questo non mi spaventa e farò del mio meglio per tornare lì dove mi ero spinta dopo un fantastico 2021″.
L’anno appena concluso non è stato facile nemmeno dal punto di vista tecnico, ma Federica ha adesso ritrovato la sua strada. “Tra le criticità che ho dovuto affrontare nel corso di questa stagione, non posso non menzionare i tanti problemi che ho avuto con gli allenatori, visto che ne ho cambiati tre. Adesso sono a Genova, mi alleno con Federico Placidilli alla Lubrano Tennis Academy e ho tutte le intenzioni di riscattarmi e di lavorare ad altissima intensità. Sono guarita da poco dallo stiramento di cui ho sofferto a novembre e sto pian piano tornando al mio consueto ritmo di allenamento. Voglio fare bene, la motivazione è alta e di questo sono contenta”.
Tanti ostacoli, dunque, ma anche delle certezze da cui ripartire. “Certo, ho anche alcune certezze a cui aggrapparmi in questo momento di crisi. Una di queste è il mio tennis: sono consapevole di quello che sono in grado di fare e voglio tornare a giocare in tornei importanti. Poi, come già accennato, la grande motivazione che mi spinge, giorno dopo giorno, ad allenarmi con passione e con impegno. Oggi le carriere possono essere più lunghe rispetto al passato: ognuno ha diverse esperienze di vita, diversi obiettivi dentro e fuori dal campo, ma sono tante le giocatrici che continuano con discreto successo anche dopo i 35 anni. Io voglio seguire questo percorso e l’aver vissuto un 2022 complesso mi motiva ancora di più, mi pone davanti una sfida ancora più stimolante: tornare in alto in classifica nonostante la non più giovane età, utilizzare le tante esperienze che ho vissuto per dare il 100% e per, chissà, magari fare ancora meglio di quanto non abbia mai fatto sin qui. L’anno prossimo non avrò punti da difendere, dunque quello che verrà verrà, ma vorrei davvero cercare di scalare tante posizioni e tornare dove credo ancora di poter stare. Ma soprattutto non voglio avere rimpianti”.
I tennisti professionisti, al contrario di ciò che ingenuamente si possa pensare, devono affrontare tante difficoltà dal punto di vista economico, dal momento che le spese sono tante e i montepremi davvero bassi al di fuori del circuito maggiore. “Economicamente, la vita del tennista non è così facile come può apparire da fuori, perché all’interno del tour ci sono differenze enormi. Noi affrontiamo tantissime spese per viaggiare e giocare tornei durante l’anno con regolarità. Tutti i professionisti vivono di sogni come entrare nella Top 100 e tra i primi 50, ma poi bisogna anche essere concreti e va detto che, per tutti, l’obiettivo minimo è quello di guadagnare qualcosa dal nostro lavoro, potendo affrontare tutte le spese a cui siamo costretti con più serenità. Affinché ciò sia possibile, bisogna entrare nelle qualificazioni degli Slam: sebbene questo sia stato uno degli anni peggiori della mia carriera, ho potuto sfruttare la mia classifica per giocare ad Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e, nonostante abbia perso in tutti e tre al primo turno, ho guadagnato un montepremi più alto di quanto non abbia fatto un anno fa vincendo tornei e tante partite. Non è facile: essere 230 o essere 300 del mondo cambia tutto in termini di guadagni e di frutto economico, ci sono delle diseguaglianze importanti. Per non parlare di quelle tra uomini e donne: i primi hanno i tornei Challenger nei quali hanno per lo meno l’hotel pagato, noi donne nemmeno quello. Spero vivamente che qualcuno si accorga di questo problema e che corra ai ripari, perché le differenze ci sono e le difficoltà sono tante“.
Di Sarra, come si è ben compreso, non ha alcuna intenzione di ritirarsi, ma le sue idee sono piuttosto chiare anche al pensiero di ciò che sarà la sua vita una volta conclusa la sua carriera. “Dopo il tennis? Quando mi sono ritirata in passato, in quei due anni e mezzo, avevo iniziato già ad insegnare nel circolo di mio fratello e mi sono trovata bene. Non immagino proprio un mio futuro lontano da questo magnifico sport. Amo il tennis, amo stare in campo, questa è la mia passione, ciò a cui voglio dedicare tutta la mia vita. Quindi sì, ci penso al futuro, ma sono sicura che resterò nell’ambiente tennistico anche quando appenderò la racchetta al chiodo”.