In una breve chiacchierata telefonica con SuperTennis TV, il 58enne comasco ha fatto il punto sulla situazione del suo assistito Milos Raonic, che ha chiuso l’anno col best ranking al numero 3 ATP. “Stagione positiva: Milos è cresciuto e ha maturato tanta esperienza”.In una breve chiacchierata telefonica con SuperTennis TV, il 58enne comasco ha fatto il punto sulla situazione del suo assistito Milos Raonic, che ha chiuso l’anno col best ranking al numero 3 ATP. “Stagione positiva: Milos è cresciuto e ha maturato tanta esperienza”.
In principio, oltre al preparatore atletico Dalibor Sirola e il fisioterapista Claudio Zimaglia, il team di Milos Raonic era fondato su due persone: Riccardo Piatti e Ivan Ljubicic. Poi il croato si è fatto fa parte per iniziare a lavorare con Roger Federer, ed è stato sostituito da Carlos Moya. Poi, per la stagione sull’erba, alla coppia si è aggiunto anche John McEnroe. Il compito dell’ex campione statunitense è iniziato a si è esaurito lì, con una finale al Queen’s e un’altra – ben più importante – a Wimbledon, mentre quello dello spagnolo è terminato alla fine dell’anno. La costante, invece, rimane: Riccardo Piatti, il coach italiano più apprezzato al mondo. Il tecnico comasco, 58 anni compiuti lo scorso ottobre, ha appena completato la sua terza stagione a fianco del gigante canadese, accompagnandolo fino al best ranking di numero 3 del mondo, e proprio oggi ha fatto il punto della situazione in un’intervista telefonica con Super Tennis TV. “L’artefice dei risultati è Milos – ha detto Piatti –, noi siamo un gruppo di persone che lavorano per lui. Il lavoro svolto nel corso dell’anno gli ha permesso di migliorare molto dal punto di vista tecnico, ed è cresciuto anche nella parte fisica. Quello che ancora gli manca è l’esperienza nei match più importanti e nei tornei più importanti”.
Proprio per questo motivo, ha integrato al team prima Moya e poi McEnroe. “Carlos ha lavorato con noi per 15 settimane, mentre McEnroe ci ha aiutato nella stagione sull’erba: l’obiettivo di Milos era quello di raccogliere l’esperienza che un giocatore del suo livello desidera avere. La si acquisisce stando a contatto con questi ex campioni, ma poi va anche maturata in campo (e lascia intendere che ci sono riusciti, ndr). Milos quest’anno ha giocato tanti match importanti, raggiungendo la semifinale a Melbourne dopo aver battuto Wawrinka, o la finale a Wimbledon dopo aver sconfitto Federer. E anche alle ATP Finals ha disputato degli ottimi incontri. Il bilancio del 2016 è positivo: ha acquisito quell’esperienza che serve a crescere”. Interessante il passaggio su McEnroe: “John ama il tennis più di qualsiasi altra persona io abbia mai conosciuto, e giocare gli piace ancora tantissimo. Si è messo a grande disposizione, dando una mano a Milos anche dal punto di vista caratteriale e provando a trasmettergli la sua parte vincente”. A naso, le parole di Piatti lasciano intuire la possibilità di rinnovare l’accordo per la stagione sull’erba anche il prossimo anno, mentre non c’è stato alcun accenno alla possibilità di assumere una figura che possa andare a prendere il posto di Moya nei tornei più importanti. Ma visto il trend intrapreso da Raonic, e i risultati ottenuti, non sarebbe una sorpresa se saltasse fuori molto presto il nome del nuovo “assistant coach”.
RICCARDO PIATTI RACCONTA MILOS RAONIC
LA SCHEDA DEL COACH COMASCO
Circa l'autore
Post correlati
Ascolti tv: fra tennis e calcio c’è partita
Gli ultimi match di cartello di Serie A trasmessi in chiaro hanno registrato ascolti che tratteggiano una realtà, se...