Dei dieci italiani impegnati nelle qualificazioni degli Internazionali, solo Arnaboldi è riuscito a conquistare il turno finale. Ed è uno dei più anziani della truppa. I nostri non hanno sfigurato e solo Trevisan, Giannessi e Pellegrino hanno perso in due set, ma il bilancio è comunque deludente. (Foto Costantini/Sposito-FIT)Più passavano i minuti e più il sospetto aumentava: vuoi vedere che nemmeno un italiano riuscirà a superare il primo turno delle qualificazioni degli Internazionali? Poi intorno alle 17 è arrivato il bel successo di Andrea Arnaboldi sul Campo 1 e lo zero è stato scongiurato, ma il match-point del canturino contro Victor Estrella Burgos, purtroppo, è rimasto l’unico a sorridere al tricolore. Il torneo vero e proprio scatterà solamente domenica, con i primi incontri del tabellone maschile, ma per ora il bilancio vittorie-sconfitte recita 1-9, e anche se nessuno dei nostri partiva favorito (e nemmeno alla pari) un solo successo non può rappresentare un risultato positivo, nemmeno in mezzo a tanti incontri più combattuti di quanto ci si attendesse alla vigilia. Eccetto Alessandro Giannessi, che nutriva discrete speranze ma ha pescato un Ernesto Escobedo veramente “on fire”, Martina Trevisan, battuta rapidamente dalla numero uno delle qualificazioni femminili Cici Bellis, e il giovane Andrea Pellegrino (che contro Istomin ha pagato lo scotto dell’esordio in un palcoscenico così), tutti gli altri sconfitti hanno strappato un set ai rispettivi avversari, dando al pubblico l’illusione di potercela fare. Invece l’epilogo è stato sempre lo stesso, da Caruso che nel primo match di giornata ha lottato come un forsennato contro Adrian Mannarino, ma dal 3-1 al terzo si è gradualmente spento, alle terzetto Brianti-Ferrando-Di Sarra. A “Tina”, che a certi livelli non giocava da un pezzo, va un applauso per aver trascinato in lotta la giovane Ostapenko, con variazioni, back e smorzate, ma al terzo la freschezza della rivale (che non ha perso l’occasione per dar ragione a chi le dà dell’antipatica) ha fatto la differenza. Lo stesso problema pagato dalla Di Sarra contro Riza Ozaki. Gli spettatori del Campo 2 hanno avuto tutti la medesima sensazione: a tennis gioca meglio l’italiana. Il problema è che lei non fa (quasi) più la tennista, e per battere una top-100 un set non basta. Ma se ha scelto altre strade non si può fargliene una colpa. Se mai il problema, al di là della sua favola romana nelle pre-qualificazioni, è che una ex tennista abbia sconfitto tante speranze del nostro tennis.Cristiana Ferrando invece ha giocato veramente un gran primo set contro la stellina francese Oceane Dodin, mostrando un ottimo servizio e sicurezza con entrambi i fondamentali. Poi la transalpina è salita di livello, le pallate che in avvio terminavano fuori hanno iniziato a cadere dentro le righe (e anche molto vicino) e la genovese non ha potuto fare altro che arrendersi. Tuttavia il tennis dell’azzurra, classe 1995 ma spesso dimenticata nella lista dei potenziali ricambi, non vale certo la posizione numero 370 del ranking WTA. Ha vinto il primo set anche Luca Vanni, bravissimo nel duello fra giganti con Kevin Anderson a capitalizzare l’unica palla-break concessa dal sudafricano in tutto l’incontro. Ma poi, anche a causa di problemi di natura fisica, il toscano ha raccolto pochissimo, confermando la sua allergia agli Internazionali. A chiudere il migliore: Lorenzo Sonego. Che il ragazzo avesse la stoffa si era capito nel 2016, quando all’esordio lottò per tre ore con Joao Sousa, ma alzi la mano che si sarebbe aspettato di vederlo combattere ad armi pari con Nicolas Almagro, che è stato top-10, sulla terra battuta ha vinto dodici titoli ATP e solo tre giorni fa a Madrid era avanti di un break al terzo set contro Novak Djokovic. Il torinese, numero 331 ATP, ha perso il primo set, ma ha gradualmente ingranato man mano che sugli spalti del Pietrangeli si vedeva sempre meno bianco, fino a lasciare il campo a braccia aperte, fra gli applausi scroscianti dello stadio pieno, in un clima da vittoria. Dentro ardeva di amarezza per la sconfitta al tie-break del terzo set, tradito (dopo aver servito per il match sul 6-5) dallo stesso dritto che l’aveva accompagnato fin lì, ma ha lasciato di nuovo una grandissima impressione, tanto da sembrare abituato a certi incontri. Di tutta la pattuglia azzurra era quello a cui si poteva chiedere meno, in virtù dello spessore dell’avversario, invece l’ha affrontato a viso aperto, con intraprendenza, andando a prendersi punti e applausi anche col rovescio (cresciuto parecchio rispetto a un anno fa) e obbligandolo a tirare fuori il 100%. Accontentiamoci, e consoliamoci con due certezze: la prima è che nel main draw – grazie al derby Fognini-Berrettini – non potrà andare peggio; la seconda è la magnifica risposta del pubblico romano. Loro sì che hanno vinto più di un set.
INTERNAZIONALI D’ITALIA – Primo turno qualificazioni maschili
Andrea Arnaboldi (ITA) b. Victor Estrella Burgos (DOM) 6-0 5-7 7-6
Denis Istomin (UZB) b. Andrea Pellegrino (ITA) 6-4 7-5
Adrian Mannarino (FRA) b. Salvatore Caruso (ITA) 4-6 6-4 7-5
Ernesto Escobedo (USA) b. Alessandro Giannessi (ITA) 6-3 6-4
Kevin Anderson (RSA) b. Luca Vanni (ITA) 4-6 6-1 6-2
Nicolas Almagro (ESP) b. Lorenzo Sonego (ITA) 6-3 3-6 7-6
INTERNAZIONALI D’ITALIA – Primo turno qualificazioni femminili
Jelena Ostapenko (LAT) b. Alberta Brianti (ITA) 6-2 6-7 6-2
Cici Bellis (USA) b. Martina Trevisan (ITA) 6-3 6-2
Oceane Dodin (FRA) b. Cristiana Ferrando (ITA) 3-6 6-1 6-3
Riza Ozaki (JPN) b. Federica Di Sarra (ITA) 4-6 6-3 6-3
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