A Rafael Nadal bastano 82 minuti per strapazzare Denis Shapovalov, e togliere appeal a un match potenzialmente molto interessante. Il canadese le prova tutte, ma le energie sprecate per restare in partita nella prima mezz'ora gli costano caro. Nadal, in grande spolvero al servizio, si prende il duello con Fognini. Ci ha perso 3 volte, ma l'ha anche battuto altre 10.Fabio Fognini aveva messo in guardia i media, avvertendoli di non dare per scontato un successo di Rafael Nadal contro Denis Shapovalov, ma in cuor suo sapeva già che nel suo primo quarto di finale agli Internazionali d’Italia si sarebbe trovato di fronte proprio “Rafa”, a caccia dell’ottavo trionfo sui campi del Foro Italico. Per fugare ogni perplessità, e consegnare a Roma il big match del venerdì, al maiorchino sono bastati soli 82 minuti, perfetti per aggiungere altri due set facili a un ruolino di marcia sporcato dalla sconfitta contro Thiem a Madrid, ma che resta comunque impressionante. Come lo è stata la sua prestazione contro Shapovalov: Nadal non aveva digerito il KO della scorsa estate in Canada, quando il nome del biondino canadese stava giusto iniziando a circolare, e si è vendicato a modo suo, portando sul Centrale il tennis delle grandi occasioni. E poco importa se nel giro di due settimane Shapovalov ha dimostrato di aver già trovato il modo per domare la terra europea, vincendo sei partite fra Madrid e Roma e prendendosi un posto fra i primi 30 del ranking ATP, far partita col Nadal di oggi era roba davvero per pochi. Bastava guardare i primi quattro game dell’incontro per capire come sarebbe andata a finire: nei suoi primi due turni di battuta Nadal ha giocato otto punti, Shapovalov ventisei, cancellando la bellezza di sette palle-break. Si è aiutato col servizio, ha provato a giocare senza remore e a prendere l’iniziativa ogni volta che ne ha avuto la possibilità, ma ha speso talmente tante energie per reggere fino al 3-3 che poi non ne ha più avute per tener viva la partita, trovandosi al tappeto dopo meno di un’ora e mezza. Tuttavia, il 6-4 6-1 non è una bocciatura. Semplicemente, contro Nadal, sulla terra, va così per quasi tutti.TRE SCONFITTE, MA ANCHE DIECI VITTORIE…
L’unica chance che Shapovalov aveva per giocarsi le sue carte era sbagliare pochissimo e sperare in un Nadal meno brillante del solito, invece se n’è trovato di fronte una versione dal servizio davvero incisivo, e che l’ha obbligato a giocare a un ritmo al quale il suo tennis (dritto in primis) produce ancora troppi errori. Nel primo set il canadese è riuscito a iniziare il punto solo una volta su due, e in tutto l’incontro ha raccolto appena cinque punti in otto turni di risposta (uno grazie a un doppio fallo). Roba degna del miglior John Isner. Un break in avvio di secondo set ha cancellato anche gli ultimi dubbi, prima che a uccidere definitivamente la partita ci pensasse un attimo di distrazione nel quinto game, perso da 40-0. Un errore di valutazione di Mohamed Layani, che si è trovato costretto dall’evidenza del segno a correggere un suo stesso overrule, ha fatto distrarre il canadese, che sulla prima palla-game ha commesso un doppio fallo. Tanto è bastato per cambiare tutto: Nadal ha deciso di provare a vincere anche quel game, ci è riuscito e poi la sua partita è andata in discesa. Una dozzina di punti più in là ha tagliato il traguardo, senza nemmeno sudare troppo, facendo un altro passo avanti verso un titolo che – patriottismo a parte – sembra già nelle sue mani. Thiem è uscito di scena, Zverev difficilmente avrà le forze per arrivare in finale in tre tornei di fila e il Djokovic di quest’anno non può fargli paura. Fognini? Chissà. È vero che ci sono tre precedenti favorevoli al ligure, ma è onesto ricordare che ce ne sono anche altri dieci (compresi gli ultimi quattro) in cui a uscire col sorriso è stato Nadal. Se Fognini non fosse italiano terremmo in considerazione solo quelli.
INTERNAZIONALI D’ITALIA – Ottavi di finale uomini
Rafael Nadal (ESP) b. Denis Shapovalov (CAN) 6-4 6-1
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