da Roma, Gabriele Riva
Roma ha scritto la storia. Non solo perché un ventenne spagnolo ha eguagliato Bjorn Borg e Guillermo Vilas in due record distinti, ma perché di fronte al pienone del campo centrale, esaurito in ogni ordine di posti, si è svolta una partita davvero degna di essere ricordata tra le migliori di sempre.
Le premesse c’erano tutte, dal numero uno del mondo al più forte su questa superficie. E così dopo le cinque ore abbondanti della finale dell’anno scorso, in cui Nadal aveva battuto Coria, ci ha concesso il bis, in un match altrettanto lungo ma senza dubbio superiore dal punto di vista tecnico. Si è visto di sicuro dell’ottimo tennis, come confermerà davanti ai giornalisti il ventenne che oggi è entrato nei libri dei record “Roger ha giocato meglio rispetto alla finale di Monte Carlo, ne è venuta fuori una partita bellissima ma molto più difficile dal mio punto di vista”.
E il punteggio, banalmente, lo conferma. Nelle prime due partite la gara è stata equilibratissima, i due infatti si sono presentati al primo tie break con lo stesso numero di punti guadagnati, 36. I sette punto necessari per portare a casa il gioco decisivo li ha incamerati consecutivamente Federer con un solo errore dell’avversario. Stessa sorte per il secondo set che però al tie break ha visto un Federer meno preciso, troppo falloso con il diritto, problema questo che si è trascinato per tutto il match e che forse ne ha condizionato gli esiti, insieme a un servizio alterno che ha funzionato così e così.
Il terzo set si è deciso quando Rafa ha strappato il servizio allo svizzero che è apparso davvero molto stanco e già, con molto anticipo, sulla via dello doccia soprattutto da un punto di vista fisico. Venivano in mente i tre set giocati sia venerdì che sabato, nei quarti e in semi, per recriminare su una partita che sarebbe potuta essere splendida ma che invece stava per finire come a Monte Carlo, in quattro set, e con un Federer non in grado di opporre una vera resistenza. E invece lo spunto, e l’intelligenza del campione hanno fatto decollare lo spettacolo.
Proprio quando il numero uno del mondo sembrava morto e sepolto, sotto di un break anche nel quarto, ne ha piazzati due e si è aggiudicato la partita trascinandola a un quinto che ormai tutto il pubblico voleva fortemente. E a ragione, visto il risultato: un tennis splendido, fatto di scambi spettacolari, di vincenti e di recuperi che dopo 4 ore abbondanti di gioco, sembravano improbabili e addirittura incredibili. Ma se lo sceneggiatore è davvero bravo lo si capisce subito, e neanche Koubrick avrebbe saputo far meglio. Tie break, il terzo di giornata, quello che avrebbe consegnato la coppa nelle mani dell’uno o dell’altro. Prima però, appena prima, sul 6-5 Federer e servizio Nadal, lo svizzero ha avuto la grande occasione portandosi sul 15-40.
Due match point e due dritti consecutivi sbagliati, come dire, la fotografia della partita perché probabilmente con il colpo che tutti conosciamo e che lui solitamente mette in mostra questa partita avrebbe seguito binari diversi, qui al Foro invece troppi errori, troppe incertezze. "Se devo essere sincero mi spiace di più per il primo dei due dritti perché volevo giocare un colpo interlocutorio, non certo un winner, è questo che mi ha seccato" ha detto alla stampa il basilese. Comunque, ci si presenta al tie break con due match point sprecati da Federer e con un pubblico strepitoso, spaccato a metà che vive la partita in maniera intensissima e diretta. Federer sciupa ancora una grande chance, 4-2 al primo cambio di campo. Nadal però riesce a far suo tie break e incontro con il punteggio di 7-5.
In conferenza stampa lo spagnolo sfoggia un senso d'umiltà fuori dal comune quando viene stuzzicato sul fatto di essere entrato nella storia (ha eguagliato il record di 53 vittorie consecutive sul rosso come 29 anni prima di lui fece Guillermo Vilas ed è diventato insieme a Bjorn Borg il tennista più giovane ad aver conquistato più tornei).
"Mi fa piacere certo, ma per essere davvero comparato a nomi del genere devo migliorare ancora molto, molto, molto". La sfumatura più interessante che è uscita dalla conferenza stampa dei due viene dallo sconfitto che a un certo punto nel quinto set ha urlato "Is it okay, Tony", ovvero va bene così Tony? Dagli spalti la sensazione è stata che si riferisse a Roche, il suo coach. "No, non era per lui, era per Tony Nadal (lo zio di Rafa, n.d.r.) perché oggi a mio parere gli ha dato troppi suggerimenti, così come era successo a Monte Carlo".
Il regolamento prevede infatti che il giocatore non può essere assistito a livello tecnico e tattico da nessuno durante il match, e il coaching, se notato dall'arbitro, deve essere punito a termini di regolamento. La degna conclusione di questa settimana romana, che ha visto impegnati i maschi, spetta di diritto al pubblico che ha creato un atmosfera che a detta del numero uno del mondo "non si trova spesso sul circuito, anzi, è unica". E' stato dunque un gran successo per il torneo e per il tennis italiano in generale. I dati che riguardano il numero di spettatori paganti infatti è stato più che soddisfacente ed è aumentato, rispetto al 2005, di circa 10.000 unità.
La finale
Nadal b. Federer 6-7 7-6 6-4 2-6 7-6