Arriva da Gstaad l'ultimo colpo di testa di Yann Marti, il giocatore più turbolento del circuito. Dopo aver vinto il primo turno delle qualificazioni contro il connazionale Bodmer, il 30enne svizzero si è rivolto a Severin Luthi (in tribuna) tendendogli la racchetta e invitandolo a infilarsela in quel posto. Il referee del torneo ha visto tutto: squalificato.All’appassionato medio il nome Yann Marti dirà poco o nulla, ma chi adora seguire anche il sottobosco del circuito lo conosce bene, così come i direttori dei tanti tornei italiani frequentati nel corso degli anni dal trentenne svizzero, fra i dei tennisti più turbolenti del mondo. Non è mai riuscito a sfondare, ma ha trovato spesso il modo di farsi notare infrangendo le regole, come lo scorso week-end all’ATP di Gstaad, teatro del suo ultimo colpo di testa. Marti non avrebbe nemmeno dovuto giocare, ma il forfait dell’ultimo minuto di Ernests Gulbis gli ha permesso di entrare come alternate nelle qualificazioni, e il sorteggio gli ha messo di fronte il connazionale Adrian Bodmer, uno dei giovani di punta del movimento svizzero, tanto da essere seguito in tribuna da Severin Luthi. Evidentemente Marti non deve aver gradito qualche atteggiamento del capitano svizzero di Coppa Davis (nonché coach di Roger Federer), tanto che appena dopo aver chiuso il match per 6-4 6-3 si è rivolto a quest’ultimo tendendogli la propria racchetta e invitandolo in maniera rabbiosa a infilarsela in quel posto, con tanto di gesto mimato, per rendere il messaggio ancor più chiaro. Malgrado la gran parte del pubblico fosse sulla Roy Emerson Arena per la semifinale femminile fra Cornet e Bouchard, il gesto di Marti non è passato inosservato, anche perché sugli spalti era presente anche il referee del torneo Stéphane Apostolou. Ha riferito l’accaduto al supervisor Carlos Sanches, l’ATP ha aperto immediatamente un procedimento disciplinare nei confronti di Marti per “abuso verbale e utilizzo di linguaggio inappropriato”, e il giocatore è stato squalificato dal torneo. In realtà sul tabellone è presente la dicitura “W/o”, che sta per walkover (come se si fosse ritirato per decisione personale), ma semplicemente perché il fattaccio è accaduto a match concluso, e Marti non poteva ricevere un default per un incontro già vinto. Tuttavia, da regolamento il supervisor ha la facoltà di squalificarlo applicando la formula del walkover, esattamente come avvenuto.
L'ULTIMO EPISODIO DI UNA LUNGA SERIE
Quello di Gstaad è solo l’ultimo episodio della faida tra Marti e Luthi, aperta da anni. Il fatto più noto risale 2015, durante una trasferta di Coppa Davis in Belgio. Senza Federer e Wawrinka, Luthi convocò anche lui, ma decise di escluderlo dai singolari del venerdì, preferendogli Laaksonen e Lammer. Marti reagì talmente male da decidere di lasciare i compagni e tornarsene in Svizzera, non prima di una scazzottata con Marco Chiudinelli. Swiss Tennis replicò troncando ogni rapporto col giocatore e tagliandogli i fondi, ed evidentemente Marti ha ancora il dente avvelenato. Anche perché fra i due c’era già stata qualche frizione l’anno prima, quando dopo la vittoria della Davis il padre-coach di Marti non le mandò al capitano, accusandolo pubblicamente di nepotismo e dicendo che il figlio non era stato convocato solo perché “Federer desiderava vincere la Coppa Davis con i propri amici”. Luthi a parte, Marti non è affatto nuovo a comportamenti sopra le righe dovuti a un carattere estremamente irascibile, ragione principale per cui malgrado un talento fuori dal comune non sia mai andato oltre la posizione n.200 della classifica ATP. Nell’aprile del 2016 si è anche beccato una sospensione di quattro mesi da parte dell’ITF per aver ripetutamente violato il codice di condotta, e nemmeno la sospensione con la condizionale è bastata a fermarlo. Doveva solo stare buono fino a fine anno e la sanzione (così come la multa di 1.000 dollari) sarebbe scaduta, invece poche settimane dopo ne combinò un’altra delle sue. A quanto pare nemmeno l’intervisto dell’ITF è bastato a frenarlo, così come l’età che avanza non sembra stia contribuendo a farlo maturare. Sia Luthi sia Marti si sono sin qui rifiutati di commentare l’accaduto, anche se il giocatore ha promesso una conferenza stampa per martedì o mercoledì, per fare chiarezza sull’accaduto e raccontare molti dettagli della sua carriera. Conoscendolo, se ne vedranno davvero delle belle.