Dopo oltre tre ore di battaglia Fernando, n.9 Atp, supera Djokovic, n.2. E’ stata la partita più bella del torneo… FOTO, AUDIO E VIDEO

dal nostro inviato a Roma Gabriele Riva – foto Ray Giubilo

 

La partita più bella di Roma 2010, va detto subito. Il primo quarto di finale, quello che opponeva Fernando Verdasco a Novak Djokovic, ha soddisfatto ogni palato. C’è stato tutto in queste tre ore e passa di battaglia. Cuore, tecnica, fisico, tattica, tenuta mentale. Alla fine ha vinto lo spagnolo, che a rete ha abbracciato un Djokovic vestito di giallo e conscio del fatto che più di così non si può. Nando in teoria doveva essere stanco: arriva dalla finale di Monte-Carlo, persa da Nadal, e dalla vittoria a Barcellona (su Soderling). Qui a Roma arriva da due turni che sono stati tutto fuorché passeggiate. Sotto di un break con Bolelli nel primo set del secondo turno, ha rimontato, in barba alla stanchezza. Sotto di un break con il connazionale Garcia-Lopez nel primo set degli ottavi, ha rimontato. Insomma, di energie mentali ne ha lasciate sul rosso del Foro Italico, tante quante quelle fisiche. Ma oggi non è sembrato per nulla.

 

Verdasco, che contro Nole aveva perso 5 volte su 8, è entrato in campo risoluto, deciso. Con una tattica precisa: appena il serbo si fosse azzardato ad accelerare col rovescio incrociato, lui lo fotografava con il dritto lungolinea. Djoko ci è andato pazzo, ha tenuto i servizi soffrendo tanto, non riuscendo mai ad arginare l’avversario, sempre almeno a 30 nei turni di risposta. Schiaffoni di diritto, da entrambe le parti, gran palle di rovescio. Tutti e due solidi al servizio. Novak dirà in conferenza stampa che “il mio rovescio è il colpo che non ho giocato al massimo oggi”.

 

Un’ora e mezza di primo set non è una cosa da tutti i giorni. Un’ora e mezza! E’ finito al tie-break, il primo parziale. Ma poteva finire prima. Nando è andato per due volte a servire per portare dalla sua il set. Ha sempre subito il contro break che ha allungato la partita e non ha mai avuto neanche un palla per chiudere. L’occasione si è presentata al tie-break, sul 6-4 e con il servizio a favore. Non serve altro allo spagnolo vincitore di Barcellona: prima da destra in kick esterno, risposta impossibile da mettere in campo. Il secondo parziale si apre alle 14.49 (il match era iniziato quando l’orologio segnava 13.13) e Verdasco non mostra segni di cedimento. Tiene il servizio a zero. Non ci riuscirà nei due turni di battuta successivi, anzi subirà due break. Ne recupera uno solo, non basta per evitare il terzo parziale. Anche qui il primo set point è quello buono, con il diritto di Verdasco a spegnersi in rete. Alle 15.29 comincia il set decisivo. Si continua a giocare sotto un sole caldo, neanche una nuvoletta bianca a dar tregua. Il caldo però sembrano sentirlo di più o soltanto gli spettatori. I giocatori no. Continuano a randellarsi senza pietà. Il terzo gioco è già quello decisivo. Serve Djokovic, che concede cinque palle break. Ne salva bene quattro, sull’ultima gli sarà fatale un gran drop-shot dello spagnolo. Fernando è avanti e non molla nulla né tantomeno concede palle per riequilibrare le sorti del match. Anzi, è proprio lui ad averne un’altra, di palla break, per far andare i titoli di coda.

 

Il match finisce alle 16.34, dopo tre ore e ventuno minuti di gran tennis. A chiuderlo è un’altra prima palla di Verdasco che al primo match point tira un missile forte al centro. Djokovic può solo fare tre passi in avanti per controllare la bontà del segno e altri due per congratularsi con l’avversario prima di stringerlo in un abbraccio giallo/blu come i rispettivi completini. Djokovic esce di scena ai quarti, eguagliando il suo peggior risultato capitolino nell’anno del suo esordio al Foro (2007, battuto da Nadal). Nole nel 2008 alzò la coppa, battendo Wawrinka in finale, lo scorso anno invece perse solo in finale, ancora da Nadal. Per Verdasco al contrario si tratta della miglior prestazione nella Città Eterna, dopo che lo scorso anno si fermò proprio nei quarti per mano di – indovinate un po’ – Rafael Nadal. Che quest’anno, Nando, potrà incontrare solo in finale. Pensare che si possa trattare della rivincita di Monte-Carlo, nonostante le belle sensazioni di oggi, sarebbe un po’ troppo ottimistico…

 


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Uno stralcio della conferenza stampa di Novak Djokovic

 

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Uno stralcio della conferenza stampa di Fernando Verdasco