Sentirsi attratti o respinti da maestri, situazioni, tattiche di gioco è una reazione normale che governa e indirizza i nostri comportamenti. Ma non ci sono confini netti fra le due polarità e a volte la «zona grigia» è dominante

Attrazione o Repulsione sono sensazioni positive o negative vissute in alternanza. Sentimenti agli antipodi come ‘amicizia e avversione’, ‘coraggio e paura’, ‘frustrazione ed esaltazione’, ‘odio e amore’. Condizioni che nel quotidiano denotano gradimento o rifiuto per persone o situazioni. Attrattiva può essere la sfida di superare un complesso caratteriale o di vincere il disagio di giocare davanti a un pubblico. Repulsiva, invece, può rivelarsi la difficoltà ad abbattere barriere psicologiche o vedersi negare ingiustamente un merito.

Sentimenti contrastanti che non risparmiano l’insegnamento sportivo. ‘Repulsione’ si nutrirà per l’allenatore che fa troppo sfoggio di sé mentre attrattivo sarà il rapporto se lo stesso saprà mettersi in discussione al netto dell’autorevolezza riconosciuta. Se nel primo caso la risposta sarà quella di un apprendimento asettico e passivo, nel secondo affiorerà la giusta chimica e il giocatore proverà attrazione per ciò che svolge sviluppando di rimando, anche forte autostima.

Sensazioni opposte e comunque dipendenti dalle circostanze. Andre Agassi racconta del suo rifiuto iniziale per il tennis quando, ancora bimbo, papà Emanoul voleva farne un campione a tutti i costi. Lo stesso tennis che, molto più tardi, avrebbe sedotto il Kid di Las Vegas grazie ai grandi successi e al dualismo indimenticabile con Peter Sampras. Anche Bjorn Borg a 26 anni provò repulsione per la racchetta salvo esserne di nuovo attratto, qualche anno dopo, mosso da cocente nostalgia.

Ma attenzione: ‘Attrazione’ o ‘Repulsione’ non hanno colori definiti e possono sfociare in circostanze ambivalenti, rivolte cioè a uno stesso obiettivo. Nel tennis può accadere in quelle situazioni tattiche che suscitano soluzioni diverse per una stessa situazione. Attimi in cui l’atleta è chiamato a scegliere rapidamente tra automatismi acquisiti in memoria optando per quello ritenuto più adatto al momento. Se la risposta motoria andrà a buon fine, attrattivo sarà il feedback per la soluzione adottata. Se viceversa andrà male, la repulsione avrà la meglio e i due impulsi torneranno a perpetuare il ruolo di posizioni contrapposte.

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