La Schiavone vuole diventare "la rivale di Serena Williams", ma alle parole fa seguire i fatti. E' volata in Brasile, dove sta effettuando una dura preparazione in vista dell'obiettivo immediato: giocare l'Australian Open. Eguaglierebbe il record di Slam consecutivi. 

Un anno fa, Francesca Schiavone aveva espresso i suoi propositi dagli studi di Sky Sport 24. Non aveva parlato di obiettivi precisi, ma le ambizioni erano notevoli. Non è andata proprio così: i quarti ad Anversa e Istanbul, nonché la semifinale al WTA 125 di Limoges, sono i migliori risultati di una stagione mediocre, in cui è uscita per la prima volta dalle top-100. Neanche la splendida partita vinta a Parigi contro la Kuznetsova le ha evitato di chiudere l'anno al numero 114, numero irrispettoso e insufficiente per entrare di diritto nel main draw dell'Australian Open. Ma Francesca vuole farcela, costi quel che costi. L'obiettivo è troppo importante: raggiungere (e darsi la possibilità di superare) il record di Ai Sugiyama, che tra Wimbledon 1994 e Us Open 2009 ha giocato ben 62 Slam consecutivi. Francesca è quota 61. Cifra impressionante, frutto di quindici anni ad alti livelli, senza interruzioni. Ma non basta per vedere il suo nome tra le 104 ammesse di diritto. E quindi c'è un solo modo per azzannare l'Australian Open: vincere tre turni di qualificazione contro ragazze giovani, fameliche, pronte a mordere. Alcune di loro hanno la metà dei suoi anni. Ma il segreto di Francesca sta dentro di lei, da quel sacro fuoco che si chiama motivazione. Un fuoco che le fa pronunciare frase del tutto irrazionali. “Nel 2016 voglio essere l'antagonista di Serena Williams” ha detto in un'intervista-ritratto trasmessa qualche giorno fa da Studio Aperto. Rideva, ci mancherebbe, ma è già la seconda volta che lo dice. Lo aveva già detto un paio di settimane prima, in un'intervista con Paolo Rossi per conto di Repubblica. Sempre in quell'intervista, disse: “Vi posso già dare il titolo: io non mi ritirerò, mai”. Magari farà come alcuni colleghi, che non hanno mai ufficialmente annunciato l'addio. Thomas Muster, Jennifer Capriati, Monica Seles, Dinara Safina…tutta gente che ha smesso senza sentire il bisogno di dirlo. Francesca ha pensato di smettere nel 2014, ma è acqua passata. Oggi è più motivata che mai.


200 MILIONI DI COSE DA FARE. "MA POI MI GUARDO ALLO SPECCHIO…"

La troupe di Studio Aperto è andata a trovarla mentre si allenava ancora nel freddo di Milano. Ma quest'anno ha deciso di fare una preparazione diversa. Nella serata del 6 dicembre è salita su un volo della compagnia di bandiera cilena. Destinazione: San Paolo del Brasile. Semplicemente straordinaria. Ci sono tennisti che faticano a viaggiare anche durante la stagione, che hanno rinunciato a potenziali ambizioni per non perdere le comodità di casa. La Schiavone, con il motore usurato da trent'anni di tennis, è ripartita addirittura dal Brasile. Vuole giocare l'Australian Open e magari anche il Roland Garros, in modo da superare il record della Sugiyama. E togliersi qualche bella soddisfazione nel tour, provando quella sensazione di “godimento” che solo chi ha giocato a tennis può capire. La libidine, fisica e psicologica, di infilare un passante stretto che ti dà il punto. “E' la cosa più bella, quella che mi fa vivere – ha detto Francesca alle telecamere di Italia 1 – oggi sono fuori dalle prime 100 del mondo, la gente mi dice: 'Che stai facendo, molla, vattene, hai 200 milioni di cose da fare'. E' vero. Ma poi mi guardo allo specchio e mi domando che cosa voglio. E allora nasce una nuova sfida, quella del 2016”. Per lanciare questa sfida, ha scelto il Brasile. E laggiù, dove oggi ci sono 35 gradi all'ombra, che Francesca lotta per rinascere. E' impossibile non notare la dicotomia: sabato scorso, il tennis italiano ha celebrato i suoi migliori giocatori alla “Festa delle Stelle” organizzata dalla FIT. Francesca non c'era perché stava lavorando in Brasile.


UN VIDEO RIVELATORE

Tramite il suo profilo Twitter ha pubblicato un video che in 12 secondi dice tutto. La vediamo su un campo in cemento, nello stato di Santa Catarina, come evidenziato dalla scritta per terra. Accanto a lei un carrello della spesa con dentro una ventina di palle da tennis, ma Francesca non ha una racchetta in mano. Impugna una palla medica e la lancia al cielo, più in alto che può, per tre volte. Il tutto mentre alcune auto passano lì accanto, sotto un cielo pieno di nuvole. Un'immagine potente, che spiega tutto. Per quest'anno, non ripeterà i rituali tipici del suo Natale. Di solito di mette un maglione rosso per assomigliare a Babbo Natale e va in chiesa nel paesino dove era cresciuta. Stavolta lo passerà oltre oceano perché c'è una missione da compiere. Non sappiamo se ce la farà, perchè la concorrenza è spietata e crudele. Basti pensare a cosa le è accaduto a Indian Wells, dove una ragazzina cinese di 20 anni non si è fatta scrupoli nel rubacchiarle un punto importante. Ma quando il motore di tutto è la passione (non ne vediamo altri. Men che meno i quattrini), tutto è tollerabile. E Francesca merita tutto il sostegno possibile, nella speranza di scrivere un'ultima pagina. Un'ultima storia da farci raccontare.