Neanche Nadal può arrestare la cavalcata di Djokovic, vincitore per 4-6 6-3 6-2. E’ la prima vittoria del serbo sul maiorchino in una finale…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Sarà “solo” il numero 2, Novak Djokovic, nel ranking che verrà stilato dall’Atp. Una classifica che mai come in questo caso può essere considerata riduttiva per un campione in grado nel giro di 24 ore di scavalcare (definitivamente?) Roger Federer e di ridimensionare un Rafael Nadal in grado di reggere il ritmo dell’avversario per un set e mezzo, prima di crollare di schianto.

 

Come nel 2008, il serbo si aggiudica il primo Masters1000 della stagione dopo aver vinto gli Australian Open. Battere uno dopo l’altro Federer e Nadal è impresa riuscita a pochi eletti. Fu lui il primo a realizzarla a Montreal nel 2007. Nole raggiunge così Nalbandian e Davydenko, i soli a riuscirci in ben due occasioni, e lo fa al termine di due straordinarie partite, di rara intensità. Un’impresa difficile da immaginare dopo la prima ora e mezza di gioco in cui Nadal sembrava davvero tornato ai livelli straordinari dello scorso US Open, lontano parente di quello falloso “ammirato” nei primi match di questo torneo.

 

Un servizio tornato poderoso e la solita sequela di recuperi impossibili contribuiscono a scalfire le certezze di Djokovic che, dopo aver recuperato nel sesto gioco il break appena subito, cede nuovamente il servizio consentendo così al maiorchino di chiudere il primo parziale con il punteggio di 6-4. Il serbo scuote la testa, sfoga tutta la sua frustrazione in una serie di monologhi che caratterizzano la parte finale del primo e l’inizio secondo set.

 

Dal 4-3 del primo parziale al 2-2 del secondo, Rafa colleziona 4 turni di battuta tenuti a zero, malgrado una prima di servizio che, a inizio secondo set, è praticamente desaparecida. L’avvilimento di Djokovic deriva proprio dall’incapacità di riuscire a portare a casa anche solo un punto sulle dieci seconde di servizio consecutive con cui il numero 1 inaugura la seconda frazione. Sono queste le prime avvisaglie del crollo maiorchino che avverrà di lì a poco. Nadal, infatti, si fa sorprendere nel sesto gioco, cedendo un turno di battuta in cui era stato avanti 40-15: 4-2 per Nole.

Sembra un banale incidente di percorso per Rafa. Un lob liftato e un passante di rovescio, entrambi sulla riga, spianano la strada del controbreak per il maiorchino che beneficia sulla palla break di un sanguinoso doppio fallo di Nole, come nel primo set incapace di capitalizzare il break appena messo a segno.

 

La prima di servizio continua, però, a far difetto allo spagnolo (25% alla fine del set) che, in men che non si dica, si ritrova sotto 0-40. Un dritto anomalo in rete dello spagnolo consente al serbo di andare a servire per il set, scatenando le ire del maiorchino, vicino a scaraventare (per la prima volta in pubblico) la racchetta per terra.

 

La frustrazione non impedisce a Rafa di dare comunque battaglia sino all’ultimo, annullando ben 5 setpoint, il primo con uno scambio pazzesco in cui disegna il campo sfruttandone tutti i centimetri a sua disposizione. Djokovic è bravo, però, a non demoralizzarsi per le occasioni mancate, approfittando, alla sesta chance, dell’errore di rovescio del suo avversario.

 

Djokovic non ciondola più come a fine primo set ed è bravo a ripartire di slancio nel terzo, con lo stesso piglio con cui aveva concluso il precedente parziale, ottenendo il terzo break consecutivo, grazie anche alla gentile collaborazione di Nadal che, dopo uno smash affossato in rete, commette due errori di dritto per lui inusuali.

Il serbo tiene a zero il successivo turno di battuta, completando un parziale di sei giochi a uno in suo favore, dal 2-2 del secondo set. Qualcosa si è inceppato nel gioco quasi perfetto messo in mostra dal maiorchino per un set e mezzo. Abbandonato dal dritto, Rafa cerca invano di aggrapparsi al servizio, la cui prima, però, continua a latitare. L’aggressività in risposta consente al serbo di comandare lo scambio sin dall’inizio e di portarsi avanti addirittura di due break.

 

L’emorragia di sei giochi di fila (da 4-3 del secondo al 4-0 nel terzo) in favore del serbo, si interrompe nel quinto gioco, con Nadal che accorcia le distanze. Sarà questo uno dei due game della bandiera per lo spagnolo che non riesce più a impensierire il suo avversario, vincitore per 4-6 6-3 6-2 dopo 2 ore e 25 minuti di lotta durissima.

 

Per il serbo si tratta del secondo successo a Indian Wells dopo quello ottenuto nel 2008, il sesto Masters 1000 della carriera (gli altri successi a Miami e Montreal nel 2007, a Roma nel 2008 e a Bercy nel 2009), il terzo titolo dell’anno dopo gli Open d’Australia e Dubai, il 21esimo titolo della carriera.

 

Rimane immacolato il suo ruolino di marcia stagionale. Quella contro Nadal è la sua 18a vittoria consecutiva, la 20a se si considerano i due successi in Davis. Mai Rafa era uscito sconfitto dopo aver vinto il primo set contro il serbo che infrange anche il tabù “finale” (dopo 5 sconfitte, l’ultima agli US Open ’10) e porta il suo bilancio sul cemento a 8 vittorie e 5 sconfitte. Scusate se è poco.

 

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Gli Highlights della finale

 


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