La romagnola vince la 14esima partita di fila sul rosso e va in finale a Budapest. Grande attesa per le sue performance a Roma e Parigi. Niente da fare per Vinci e Knapp.
Un sorriso di Sara Errani durante il Players Party del torneo di Budapest
Di Riccardo Bisti – 4 maggio 2012
A questo punto, il timore è che la forma sia arrivata troppo presto. Sara Errani sta giocando alla grande da gennaio e continua a farlo. Visto il momento non felicissimo delle altre top azzurre, c’è da augurarsi che il suo eccezionale stato di forma duri per almeno un altro mese. I tornei di Roma e Parigi sono troppo importanti per non essere giocati al 100%, specie se sei la numero 1 italiana di fatto. Ribadiamo: “Sarita” è settima nella “Race”, la classifica che tiene conto dei soli risultati ottenuti nel 2012. Siamo appena a un terzo della stagione (e ci sono ancora tre Slam da giocare), ma oggi come oggi l’azzurra giocherebbe il Masters. In attesa di vederla all’opera contro le migliori sulla sua superficie preferita, la Errani conferma di essere troppo forte nei tornei di medio-basso livello. Dopo aver vinto ad Acapulco e Barcellona, sta sbaragliando le avversarie anche al torneo di Budapest (220.000$, terra). In una semifinale giocata alle 11 del mattino ha spazzato via la georgiana Anna Tatishvili con un netto 6-2 6-1 in cui la partita non è mai stata in discussione. Troppo debole l’avversaria, a tratti imbarazzante. Ma il modo in cui la Errani ha dominato fa ben sperare e la rende ovvia favorita per la finale contro Elena Vesnina, doppista della Fed Cup russa e numero 78 in singolare. Tra le due non ci sono precedenti. Il match contro la Tatishvili è partito in discesa, con un doppio break che ha portato l’azzurra sul 4-0. Tutto facile anche nel secondo, con tre break che hanno sancito una partita a senso unico, in cui la Errani si è concessa alcune giocate di fino, comprese un paio di smorzate direttamente in risposta al servizio. Segno di una superiorità evidente. "Anna ha giocato un buon match, forse era stanca dopo le battaglie nei giorni precedenti" ha detto la Errani, già sicura di migliorare il suo best ranking, ma in caso di vittoria (per lei sarebbe il quinto successo in carriera) salirebbe al numero 23, avvicinandosi sensibilmente a Vinci e Pennetta. La sensazione è che in un futuro non troppo lontano diventerà la numero 1 italiana, sorprendendo gran parte degli addetti ai lavori che non la vedevano oltre le top 30 e dando ragione a coach Pablo Lozano, che ne ha sempre sottolineato il talento e non solo le doti di lavoratrice.
Meno bene all’Estoril. I più ottimisti speravano in una finale tutta italiana tra Roberta Vinci e Karin Knapp, invece si giocheranno il titolo Kaia Kanepi e Carla Suarez Navarro. La Vinci si è arresa 6-2 7-5 al forcing della Kanepi, vincitrice con il punteggio di 6-2 7-5. Rimpianti soprattutto per il secondo set, in cui la Vinci è stata avanti 5-2 con due break di vantaggio prima di subire un parziale di cinque giochi. Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca, perché l’estone non sembrava ingiocabile. La Vinci ha servito male (meno del 50% di punti ottenuti con la prima palla), ha esagerato nel cercare il rovescio della Kanepi e ha deluso sotto rete, sbagliando troppe volèe. I consigli di coach Cinà, che la invitava a “sporcare” il gioco e non sfidare la Kanepi sul piano del ritmo, sono serviti solo in avvio di secondo set ma non hanno evitato la sconfitta. Insomma, una brutta giornata. Meno rimpianti per Karin Knapp, fisicamente provata dopo 6 vittorie consecutive e un paio di battaglie all’ultimo respiro. Pur mostrando un interessante forcing da fondocampo, l’altoatesina è durata appena un set contro un’avversaria molto ostica sulla terra battuta. La Suarez Navarro è una delle poche giocatrici a tirare il rovescio a una mano e a variare con intelligenza le rotazioni. E’ finita 6-4 6-0 ma va bene così, anche se – al di là dell’ovvia stanchezza – dovrà cercare di essere più mobile sul campo. I contropiedi della spagnola la punivano regolarmente. Ad ogni modo si avvicinerà alle top 100 (dovrebbe attestarsi intorno al n. 108) e a breve dovrebbe riportare a due cifre il suo ranking, come non le accade dal 2009. Il tennis azzurro in gonnella ne ha un gran bisogno.
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