Sfruttando la pochezza delle avversarie (e anche della Sharapova odierna), la bielorussa sta dominando. A Indian Wells vince il quarto titolo stagionale.
La gioia di Victoria Azarenka, sempre più numero 1 del mondo
Di Cosimo Mongelli – 18 marzo 2012
Si sperava che quella tra Victoria Azarenka e Maria Sharapova fosse una bella finale, e non la replica del brutto match australiano vinto dalla bielorussa. Purtroppo per tutti, la realtà supera ogni fantasia plausibile e si assiste ad una crudele e impietosa lezione di tennis. Masha appare poco più che una spettatrice, Vika si dimostra di un’altra categoria. Inutile tirar fuori le cifre e le statistiche. Basti ricordare che è finita 6-2 6-3 e che per la Azarenka è il quarto titolo in stagione, frutto di 23 vittorie e 0 sconfitte, migliore avvio degli ultimi 15 anni. Vika è finalmente consapevole dei propri mezzi, cosa ritenuta impossibile fino allo scorso anno. Si può ironizzare quanto si vuole sul suo tennis non esaltante, sul suo fastidioso urlare, ma con il tramonto delle celeberrime sorelle, la risibilità agonistica della Kvitova e la pochezza di questa Sharapova, è destinata a mietere successi a ripetizione e a stroncare sul nascere le ambizioni di leadership di tutte le altre concorrenti. La cronaca di questa finale? Masha comincia subito "alla grande" e concede tre palle break. La terza è quella buona e manda la Azarenka a servire sull’1 a 0. La bielorussa, dopo aver concesso subito la palla del controbreak come in ogni match femminile che si rispetti, si porta sul 2 a 0. L’incontro non è ancora iniziato e Maria pare in palese difficoltà. Cerca di mantenersi a galla e di evitare l’umiliazione, annulla palle break a ripetizione, ma non quelle che portano Azarenka sul 5 a 2. La quale, non si fa pregare nemmeno una volta, e conclude il riscaldamento sul 6 a 2.
Il secondo set inizia ancora più tragicamente del primo per la desolata Maria. Ecco altre palle break gentilmente offerte. Annullata la prima, commette l’ennesimo scempio sulla seconda e a questo punto l’Azarenka si limita, per il proseguio del set, a buttare la pallina dall’altra parte della rete. Certa che mai, o quasi, tornerà indietro. Gli errori non forzati della russa non si contano più e francamente lo spettacolo, unito al tragico sottofondo di urla sguaiate, comincia ad essere imbarazzante. Il pubblico accenna timidamente a qualche fischio. Persino il sole, annoiato, si nasconde tra le nubi. Azarenka si commuove e dopo non aver sfruttato due palle per il 4 a 0 decide di regalare almeno un sorriso all’avversaria e di concederle un game. Set riaperto? Nemmeno il più fantasioso ultrà della Sharapova ci crede…e ci crede ancor meno la russa. Altro turno di servizio giocato in maniera stucchevole e arriva il 4 a 1. Comincia a soffiare anche un fastidioso vento. Azarenka invece di infierire ed evitare la probabile pioggia cosa fa? Si prende a cuore ancora una volta le sorti della povera Maria e perde nuovamente il servizio. Questa volta la russa sembra aver ritrovato almeno un barlume d’orgoglio e, seppur con una fatica immane, il servizio lo tiene. Ma il set non è ancora riaperto, Victoria ha sempre un break di vantaggio. E non basta una parentesi di coraggio tra le parole “sparring” e “partner”. Vika si porta sul 5 a 3 e non deve nemmeno sorzarsi sul servizio della Russa che, ritornata in modalità imbarazzante commette la solita sequela di oscenità, e consegna alla bielorussa una delle vittorie più facili e agevoli della carriera , la ventireesima consecutiva. E, come già scritto, il quarto trofeo della stagione (nonchè 12esimo in carriera).
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