SERIE A1 – A 43 anni, Vincenzo continua ad essere decisivo sia da capitano che da giocatore. Il suo Aniene respinge il Park Genova e volta in finale contro il TC. “Saremo favoriti”. Salvezze-thriller per Casale e Crema.

Di Riccardo Bisti – 24 novembre 2014
(Foto Costantini – FIT / E' di Costantini anche la foto in home page)

 
“Da anni ti definiamo ‘eterno’, ma ormai non ci sono più aggettivi’.
Inizia così la chiacchierata con Vincenzo Santopadre, capitano-giocatore-simbolo del Circolo Canottieri Aniene che, sotto gli occhi del presidente Giovanni Malagò, ha tolto a Genova la libidine psicologica di giocarsi un derby-scudetto. Dopo il 4-2 dell’andata (“Quella è stata la vera impresa” dice Vincenzo), i romani si sono ripetuti in casa e hanno battuto il Park Genova, la cui maledizione sportiva assomiglia sempre di più a quella della Società Tennis Bassano, che ha impiegato 10 anni prima di cucirsi addosso ‘sto benedetto tricolore. Il suo scudetto, Santopadre, lo aveva già vinto nel 2010. Quest’anno non avrebbe dovuto giocare, dedicandosi all’attività di capitano e di coach della giovane promessa Matteo Berrettini. Ma i regolamenti lo hanno spedito nuovamente in campo. E domenica scorsa, insieme a Cipolla, ha infilato una gran vittoria contro Fognini-Andujar, uno dei tanti punti-chiave che hanno permesso ai gialloblu romani di battere i gialloblu genovesi e tuffarsi all’ombra della Lanterna, dove i prossimi 7-8 dicembre si giocheranno lo scudetto. “Oggi non credo di aver fatto chissà cosa – dice Santopadre, battuto in singolare da Gianluca Mager e vincitore in doppio contro Andujar-Ceppellini – alla vigilia c’era la netta sensazione che la partita potesse arrivare al doppio di spareggio. Il 4-2 per loro era il risultato più probabile, ma c’erano alcune piccole incognite che hanno girato tutte a nostro favore. Nelle gare a squadre, si sa, ci sono giocatori che rendono più e altri che faticano. Noi abbiamo Flavio Cipolla che gioca sempre al 300%. Basta guardare i risultati: in due partite ci ha regalato quattro punti, di cui tre da sfavorito. Credo che le due vittorie su Fognini rendano l’idea di quello che ha fatto. Noi abbiamo avuto la capacità di farlo sentire importante, coccolato e decisivo. L’Aniene del 2014 ha uno spirito di squadra eccezionale. Abbiamo creato una chat tra di noi e anche Simone Bolelli, che non passa per essere uno molto “caldo”, interveniva spesso. Ci ha scritto decine di volte per essere aggiornato, non solo in questa semifinale: lo fa dalla prima giornata”.
 
"NON SPARATE SU FOGNINI"
In effetti si pensava che il Park Genova, forte di Fabo Fognini e Pablo Andujar, potesse centrare almeno il doppio di spareggio. Invece i genovesi sono stati traditi proprio dal loro numero 1, incapace di portare un solo punto tra singolare e doppio. Il bilancio di 0 vittorie e 4 sconfitte ha fatto tutta la differenza tra Aniene e Park. Santopadre, da giovane coach in ascesa (nel 2014 ha condotto Matteo Berrettini a una crescita impressionante), non ci va duro. “Capisco le critiche, ci mancherebbe. Ha un atteggiamento che tanti condannano, a volte sembra “svogliato”, ma all’andata si è trovato in pessime condizoni, era appena tornato dalle vacanze e si è trovato un avversario complicato come Cipolla. In doppio si era comportato benissimo, i dirigenti del Park erano contenti dell’atteggiamento, si incitava con Andujar…a Genova siamo stati io e Flavio a giocare un doppio stratosferico. Oggi l’ho visto di più. Non c’è dubbio che Fabio sia uno che si ama o che si odia. A volte fa luce, a volte è in ombra. Credo che sia soggetto a critiche perchè il suo atteggiamento risalta più che un semplice difetto tecnico, quindi è facile dargli contro. Ma posso assicurare che con Cipolla ha provato a vincere, ha annullato due matchpoint, ci sono stati scambi lunghissimi, non ha sciolto. Ormai si è cucito addosso un’etichetta e non è facile toglierla”. Al di là della gioia per la vittoria del suo Aniene, Santopadre è convinto che Fognini sia pienamente recuperabile. “Non lo conosco bene, ma mi trasmette la sensazione di essere un bravissimo ragazzo. Ha delle difficoltà in campo, ma per esempio oggi ha giocato a calcetto con mia figlia e alcuni raccattapalle mentre si scaldava. Credo che debba tenersi stretto Josè Perlas: quando gli ho detto di salutarmelo, mi ha detto: “E’ un rompiscatole, ma è l’unico che mi fa rendere’. E’ una frase molto importante perchè significa che è consapevole del problema, non fa finta che non esista. Deve essere aiutato, ma credo che abbia la forza per venirne fuori. Stiamo parlando di un campione, perchè il numero 20 ATP è un fenomeno, non va dimenticato”.
 
VINCENZO BASTONE E CAROTA
Ma adesso è tempo di gioire per un uomo che, a 43 anni, sembra aver trovato l’elisir per l’eterna giovinezza. Nella finale contro il Tennis Club Genova, Vincenzo spera di lasciare spazio a Bolelli e Panfil, ma nei doppi e nell’eventuale doppio di spareggio potrebbe essere utilissimo. E sarebbe una grande storia. Anni fa, il padre (proprietario del celeberrimo ristorante romano “Santopadre”) disse che il difetto del figlio era l’essere troppo buono. Vincenzo, era vero? E adesso, da coach, l’indole buona è un vantaggio o è meglio essere un sergente di ferro? “Un po’ era vero, lo ammetto. Ho sempre avuto la tendenza ad accontentarmi, per me il tennis era un gioco, una passione che solo dopo è diventata un lavoro. Ho tirato fuori la cattiveria solo in alcune circostanze, e un po’ di presunzione-ambizione mi sarebbe servita per fare ancora meglio. Adesso, con l’esperienza, credo che sia importante mischiare bastone e carota. Di base resto un ‘buono’, anche perchè il DNA è quello, ma ho capito che in certi momenti ci vuole un po’ di fermezza. Ad esempio, prima dei doppi contro il Park ho radunato i ragazzi e ho detto loro di essere carichi, cattivi, determinati. In doppio può fare la differenza. L’ho detto con un tono per me molto duro, ma credo che il messaggio sia arrivato e che i ragazzi abbiano percepito l’importanza del momento”.
 
NESSUN DUBBIO TRA ROMA E ANIENE
Tra l’Aniene e il secondo scudetto, adesso, c’è solo il Tennis Club Genova. Santopadre sa che i suoi sono favoriti e non si nasconde. “Prima di tutto spero che ci siano Bolelli e Panfil. Per il resto è una sfida che giocherei sempre: se i valori vengono rispettati siamo i favoriti. Il pubblico? Conoscendo i miei ragazzi, credo che potrebbe essere addirittura uno sprone a fare meglio. Ho giocatori tranquilli, gente che non si innervosisce. Ma so già che ci saranno tante maglie gialloblu dell’Aniene. Giocheremo fuori casa, ma non troppo. E gente come Bolelli, Panfil e Cipolla ha giocato in Davis e sa gestire la pressione”. Per lui, romano e romanista doc, si ripresenterà la stessa situazione di Helsinki 2001, quando esordì in Coppa Davis e la moglie Karolina Boniek (figlia del mitico Zibi) portò la sciarpa giallorossa? “Quella fede è un po’ calata, è passato tanto tempo…credo che porterà la sciarpa dell’Aniene. Mi piace il calcio ma sono un tifoso molto tranquillo, l’altro capitano Stefano Cobolli è più ‘malato’ di me”. Vincenzo, dunque, non cade nella domanda trabocchetto: meglio uno scudetto dell’Aniene o quello della Roma di Rudi Garcia? “Oh, non ci penso un attimo e dico Aniene con convinzione!”. Mentre Santopadre sarà al 105 Stadium da protagonista, mancherà l’atteso Park Genova. Spiace soprattutto per il presidente Mauro Iguera, la cui grande passione si è infranta ancora una volta ai play-off. Il suo progetto si arricchisce anno dopo anno, ma c’è sempre qualcosa che va storto. E’ un peccato perchè ha portato un'impronta professionale in un mondo dove c’è tanto dilettantismo dirigenziale. Con una signorilità impressionante, il presidente del Park ha accettato l’ennesima delusione: “E’ stata una giornata bella e intensa, l’Aniene ci ha accolto con signorilità e sportività. Nell’ambito delle due sfide ha sicuramente meritato di vincere l’Aniene. Vorrei spendere una parola per Gianluca Mager, imbattuto in singolare. E’ lui il miglior auspicio per il futuro in Serie A1 del Park”. Iguera ha trovato un Andujar sorprendentemente attaccato alla causa, mentre sono mancati i risultati di Fognini. Forse è questo che fa male al team genovese, che peraltro dovrà incassare il fastidio sportivo di vedere i cugini in finale. Ma Iguera, che è in ottimi rapporti con i dirigenti del Tennis Club, mostra ancora una volta la sua signorilità. “Sentiti complimenti al TC Genova che ha portato ben due squadre in finale. Sono orgoglioso per questo risultato, da genovese e da presidente del comitato promotore delle finali di Serie A1. Per Genova sarà una splendida occasione”. Non sappiamo se l'anno prossimo sarà ancora presidente del Park, giacchè a fine 2014 scade il secondo mandato presidenziale. La speranza, per gli appassionati e per l’intero movimento tennistico, è che continui a seguire almeno il progetto A1 per togliersi una soddisfazione che gli è sfuggita ancora una volta.
 


TENNIS CLUB GENOVA IN FINALE
Festeggia soltanto la Genova biancorossa. Nell'altra semifinale, bastavano appena due punti al Tennis Club Genova 1893 per centrare una finale voluta ma non così aspettata. La sfida contro il Tennis Club Parioli si era decisa probabilmente sabato 15 novembre, quando Farrukh Dustov ha vinto la sua semifinale al challenger di Brescia e ha dovuto dare forfait. Senza il loro numero 1, i pariolini hanno dovuto far scalare tutti i giocatori e non sono mai stati competitivi. La sfida di Genova è stata poco più che una formalità: le vittorie di Basso e Picco hanno regalato al TC Genova il matematico piazzamento in finale, poi Starace ed Eremin hanno chiuso la pratica e agguantato le ragazze che 24 ore prima avevano centrato la finale femminile. “Grandi complimenti a Renato Del Santo, che ha messo in piedi una squadra di livello che ha avuto in Potito Starace un punto di riferimento – ha detto Stefano Messina, consigliere addetto al settore sportivo del Tennis Club – in tre anni siamo passati dalla A2 alla finale di A1 con entrambe le squadre. Da domani ci concentreremo sulla finale”. Felice anche Potito Starace, che grazie alla Serie A1 sta trovando un po' di distrazione dalle vicende extratennistiche che lo hanno riguardato nelle ultime settimane. “La nostra forza è il gruppo e lo dimostreremo anche in finale” ha detto il campano, che non ha avuto grossi problemi a superare Matteo Fago. Per il Tennis Club è una doppia soddisfazione: senza nulla togliere a Starace, Cecchinato ed Eremin, i punti “pesanti” sono arrivati da Andrea Basso e Francesco Picco, due ragazzi cresciuti nel vivaio biancorosso e già dotati di una buona classifica ATP. L'impressione è che l'Aniene sia leggermente favorito con i ritorni di Bolelli e Panfil, oltre che dalla rapidità della superficie. Ma il clima di Genova, l'orgoglio di giocare in casa e la spinta del pubblico possono creare situazioni decisamente interessanti per il club genovese. Sarà una finale da vivere fino in fondo. Fino all'ultima palla.

PLAY-OFF SCUDETTO – TUTTI I RISULTATI
 
CASALE E CREMA ALL'ULTIMO RESPIRO
Ultimi verdetti anche in zona retrocessione. Se le salvezze di Trento e Rovereto erano pressochè scontate dopo l’andata (da segnalare l’immensa sportività del Circolo Tennis Barletta, che ha voluto giocare tutti i match a risultati acquisito e ha perso con grande dignità entrambi i doppi, persi al super tie-break), si sono vissute grandi emozioni a Cagliari e Crema. In Sardegna, la Società Canottieri Casale ha conservato la Serie A1 spedendo all’inferno i sardi grazie a un immenso Marco Bella, giocatore-bandiera che ha tenuto su nientemeno che Jaroslav Pospisil sia contro Galimberti-Veic che contro Mocci-Veic nel doppio di spareggio. Un’impresa eccezionale anche in virtù dell’ultimo posto nel girone eliminatorio. Col senno di poi, la vittoria di Brizzi e del 4.1 Nicola Rustico all’andata è stata decisiva. Grande delusione per Cagliari, che in pochi giorni ha visto sfumare i play-off nel femminile e la salvezza nel maschile. Al Tennis Club Crema, i padroni di casa si sono salvati per un pelo contro la generosa Società Ginnastica Angiulli Bari, che con un generoso Matteo Viola si è spinta fino al doppio di spareggio. L’eroe di giornata è stato il 2.4 Nicola Remedi, bravo a ribaltare la sconfitta di domenica scorsa contro Andrea Pellegrino e vincitore anche nel doppio di spareggio in coppia con Adrian Ungur. Lo scorso anno, il club del presidente Stefano Agostino arrivò addirittura in semifinale. Ma siamo certi che quest’anno saranno ancora più contenti per una salvezza ottenuta all’ultimo tuffo. 

PLAY-OUT SALVEZZA – TUTTI I RISULTATI