ROLAND GARROS – La Sharapova vince una grande finale contro una splendida Halep. Quando stava per cadere, ha trovato la forza di giocare ancore meglio. E’ il suo quinto Slam.
Di Riccardo Bisti – 7 giugno 2014
Quel trionfo sul Centre Court di Wimbledon resterà inarrivabile, ma siamo convinti che il Roland Garros 2014 avrà uno spazio importante nel cuore di Maria Sharapova. “Sette-otto anni fa, non avrei mai immaginato di poter vincere per due volte questo torneo”. La “mucca sul ghiaccio”, come si era autodefinita per descrivere le sue difficoltà negli spostamenti sulla terra battuta, è diventata una campionessa eccezionale anche sul rosso. Non è che abbia imparato a scivolare, o a fare chissà cosa di nuovo. Semplicemente, ha capito che il suo furore agonistico paga. E paga soprattutto su questi campi. Dopo essere stata a due game dalla sconfitta contro Stosur e Bouchard, e a un game dal baratro contro la Muguruza, ha vinto la più difficile delle finali. Ha trovato una grande Simona Halep, che ha patito soltanto a sprazzi l’impatto dell’esordio in una finale Slam. La rumena ha sorpreso tutti, forse anche se stessa, per la personalità messa in campo in una finale molto bella, forse una delle migliori cinque del ventunesimo secolo. Ed è stata bella soprattutto per merito suo, che ha portato avanti un disegno tattico ben preciso (aggressività costante) nonostante il bombardamento della Sharapova. E’ rimasta in campo per tre ore e in un paio di momenti ha quasi fatto pensare al miracolo. Invece è finita nel modo più teatrale: 6-4 6-7 6-4 per Maria Sharapova, inginocchiata sulla terra rossa, mani sul viso, come se oltre alle telecamere ci fossero anche le cineprese di un film. In fondo, la carriera di Masha fornisce già parecchio materiale per girare un film. Di sicuro questa partita troverebbe spazio, perché è stata drammatica e combattuta, giocata a viso aperto. La Halep ha dimostrato che la terza posizione del ranking è più che meritata: oggi, probabilmente, soltanto la tigna della Sharapova e una Serena Williams in grande condizione avrebbero potuto batterla. E’ andata male, ci riproverà l’anno prossimo, come predetto da Virginia Ruzici, sua manager e unica rumena a vincere uno Slam (proprio a Parigi, nel 1978).
HALEP, CHE CARATTERE!
La Halep è partita forte, con le idee chiare. Sapeva che avrebbe dovuto giocare molti dritti, quindi ha prestato massima attenzione a questo fondamentale. Avanti 2-0, tuttavia, si è resa conto dell’importanza della posta in palio e ha permesso alla Sharapova (e ai suoi grugniti…) di emergere alla grande. Masha ha raccolto cinque giochi di fila che le hanno permesso di chiudere il primo set senza patemi. Quando è salita 2-0 nel secondo, in molti pensavano che sarebbe stata l’ennesima finale di routine. Nessuno ne avrebbe fatto una colpa alla Halep. Invece ha cercato geometrie sempre più ardite, forte di una grande condizione fisica, e si è aggiudicata diversi scambi che valevano doppio: non solo il punto, ma anche il morale. Per la Sharapova, perdere un punto dopo scambi di 20 colpi, è una mazzata difficile da digerire. A maggior ragione se poi viene infilzata da grandi soluzioni, come sul 6-4 4-3. In quell’ottavo game, la russa ha avuto due palle break per andare a servire per il torneo ma la Halep le ha annullate con due vincenti straordinari, uno di dritto e uno di rovescio. Nel game successivo, non chiudeva un punto dominato (strepitosa la Halep in difesa) e si trovava addirittura 4-5. Aiutata da un nastro malandrino, riacciuffava il 5-5. Ormai erano saltati gli schemi: altri due break portavano il set sul 6-6. poi nel tie-break succedeva l’imprevedibile: avanti 5-3. la Sharapova vedeva sfilare via quattro punti consecutivi e si trovava costretta al terzo. Con una tale zavorra, qualsiasi giocatrice avrebbe mollato.
IMPLACABILE MASHA
Lei invece ha abbandonato il campo per una decina di minuti (brutta abitudine, andrebbe abolita) ed è tornata in campo più cattiva che mai. Gli ultimi fuochi della Halep sono arrivati quando è salita 2-1 e palla del 3-1. In quel momento, Maria ha capito che si stava decidendo la partita. Ha vinto due giochi di fila e ha esultato come una pazza dopo il punto del 3-2. Sembrava quasi che avesse già vinto. E’ salita 4-2, poi ha commesso un paio di doppi falli che hanno riportato la Halep sul 4-4. Sembravano pronte per il fotofinish, eppure si capiva che Simona non ne aveva più. Solitamente silenziosa, iniziava a grugnire anche lei. Ma non era per infastidire l’avversaria: semplicemente, non ce la faceva più. Infatti ha perso gli ultimi otto punti e ha regalato a Masha il suo quinto Slam, forse il più bello, sicuramente il più sofferto. Ed anche meritato, visto l’impegno profuso. E’ stata davvero brava…e umile. E’ difficile associare questa qualità a una “principessa” come lei, eppure il segreto è tutto lì. Quando ha dovuto indossare i panni del soldatino, lo ha fatto. E ricorderà a lungo questo trofeo. Il suo numero fortunato è il 5. Non solo è il quinto Slam, ma lunedì salirà al numero 5 WTA. Mica male, per una che un mese fa sembrava pronta a uscire dalle top-10. Le capiterà di perdere contro la Halep, forse già quest’anno. Ma in questo sabato parigino, aveva deciso di vincere. La campionessa era lei. E così è stato.
ROLAND GARROS 2014 – DONNE
Finale
Maria Sharapova (RUS) b. Simona Halep (ROM) 6-4 6-7 6-4
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