A seguito del "Fatto" di F. Ferrero, Marino Bombini interviene da ex ufficiale di gara e sottolinea l'importanza degli arbitri, soprattutto nei tornei minori. "Ma le regole vanno ammodernate"
Pascal Maria a colloquio con Janko Tipsarevic
Di Marino Bombini – 7 aprile 2012
Colgo l'occasione fornita dall'interessante spunto di Federico Ferrero per chiarire due o tre cose.
Scrivo da ex ufficiale di gara federale: arbitro e giudice arbitro.
Premessa.
innanzitutto l'arbitro (o come in genere viene chiamato, giudice di sedia) non è solo colui che annuncia o stabilisce il punteggio; l'arbitro è il solo e massimo responsabile per tutto quello che succede sul campo. Dalla gestione delle palle a quella dei raccattapalle, alle telecamere, al pubblico, a qualsiasi necessità dei giocatori. Non solo: pur dovendo intervenire durante lo svolgimento di un incontro esclusivamente su questioni di fatto (ad es., palla dentro/palla fuori), ha la facoltà di intervenire su questioni di diritto laddove l'ufficiale competente (giudice arbitro) non fosse disponibile (diversamente dal giudice arbitro a cui è fatto divieto assoluto di intervenire sulle questioni di fatto, anche laddove non dovesse esserci un arbitro. Perché a voi sembrerà strano, ma ci sono dei tornei ITF dove l'arbitro può anche non esserci, purtroppo).
Ora, se si prende in considerazione il torneo di Indian Wells, nessun arbitro si troverà mai in queste condizioni "estreme", essendo detto torneo fornito di supervisor, direttori di gara (sì, più d'uno, nonostante per il regolamento ne basterebbe uno), e personale vario (nonché Hawk-eye) come aiuto alla conduzione perfetta di gara.
Tuttavia, per ogni Indian Wells dato nel calendario ci sono almeno 5 tornei che:
– dispongono di pochi (o non dispongono per niente di) giudici di linea;
– dispongono di un solo direttore di gara (che molto probabilmente è anche qualcos'altro del torneo, o della struttura che ospita il torneo);
– dispongono di pochi (o non dispongono per niente di) raccattapalle;
– non dispongono di tutta l'attrezzatura necessaria per far sì che il tutto si srotoli liscio e indenne da errori.
Svolgimento.
Sulle capacità di un arbitro di essere impeccabile e rapido e nelle sue decisioni possiamo discutere fino alla fine dei giorni. Nel tennis, come nella vita in fondo, bisogna sempre mettere nel conto che possano esserci dei passaggi in cui la malasorte o interventi di altra natura non facciano andare le cose come sarebbe giusto che fosse. appunto, non è giusto, ma può capitare.
Non solo Mariana Alves, ma tanti altri suoi colleghi hanno avuto la loro giornata no, producendosi in sviste, e soprattutto in decisioni davvero inaccettabili. Nonostante questo però io credo che la figura dell'arbitro in campo sia molto importante. Soprattutto per i giocatori, non solo per la tradizione o la cerimonia. Per dirne una: lo sapevate che molti tennisti non sempre sanno quando cambiare campo al tie-break? dopo un eventuale 6 pari vanno in confusione. Ad ogni buon conto, quello che va ammodernato sono le regole di tennis, affinché lascino poco spazio alla libera interpretazione, e soprattutto impediscano alcuni piccoli favoritismi la cui eco da troppo tempo galleggia nell'aria. Che tecnologia sia (ove possibile), ma che polso fermo sia altrettanto. La concessione a sbagliare un dritto può avere lo stesso peso di quella a sbagliare una chiamata. Ciò che non dev’essere concesso invece è l'assenza a riparare al danno, punto debole che – se palesato – il primo giocatore utile non esiterà a picchiarci sopra.
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