Nonostante la nobile finale che ha coronato la manifestazione, sono state molte le poltroncine rimaste vuote allo Stadthalle di Vienna …

da Vienna, Andrea Merlo

 

 

Nonostante la nobile finale che ha coronato la manifestazione, sono state molte le poltroncine rimaste vuote allo Stadthalle di Vienna. Forse perchè, in città, non si è vista nemmeno l'ombra di un manifesto, neppure la parvenza di una qualsivoglia locandina di promozione dell'evento. Passeggiando nell'aristocratica quiete viennese della domenica mattina, rimirando un'assonnata Inner Stadt dedita a crogiolarsi in vestigia intessute di antichi splendori, l'occhio dell'osservatore non è potuto cadere sulla benchè minima scritta pubblicitaria relativa all'ATP 250 che ha infiammato per l'intera settimana i rapidi campi dell'arena cittadina.

 

E dire che Del Potro – Tsonga è un match degno delle fasi finali di uno Slam, uno spettacolo i cui attori sono secondi solo ai Magnifici Quattro nel circuito. Alla fine l'ha spuntata il francese in tre set, mettendo in bacheca il settimo trofeo della sua carriera, il secondo in questa stagione dopo quello conquistato a Metz. Si tratta del primo successo di Tsonga (1) nei confronti di Del Potro (2), era infatti sempre stato l'argentino ad avere la meglio nei tre precedenti confronti.

 

Il transalpino ha di certo meritato, disputando un match decisamente più aggressivo e sfruttando appieno l'arma del servizio. Delpo non è certo parso al meglio, il binomio servizio-diritto non ha dato i frutti sperati e in generale i suoi colpi sono parsi privi della consueta esplosività. Nonostante questo la seconda testa di serie del seeding ha avuto il merito di trovarsi in vantaggio di un set e di un break, prima di cedere nettamente al ritorno di Tsonga. Nel primo set il volitivo francese ha distrutto più di quanto ha creato, andando più volte vicino al break senza mai conquistarlo.

 

L'epilogo è stato un tie-break in cui il maggior cinismo dell'argentino ha prevalso. Dopo aver ceduto il servizio al terzo game della seconda frazione Tsonga è parso ritrovare lucidità e indirizzare finalmente in campo le potenti bordate da fondo. Ne è scaturito un netto 6-3 in cui il francese ha saputo conquistare molteplici punti con discese a rete.

 

Nel terzo set la reazione di Delpo non è arrivata e così il break – un po' fortunoso – di Tsonga gli è valso l'incontro e gli applausi degli ospiti d'eccezione Thomas Muster e Goran Ivanisevic. Subito prima della premiazione infatti è andato in scena il tributo al grande campione austriaco, che proprio a Vienna ha disputato l'ultimo atto della sua “seconda” carriera. Per supportarlo è giunto nella capitale austriaca anche il croato, avversario di tante battaglie.

 

Sono stati attimi concitati e commoventi e anche il vincitore Tsonga – in conferenza stampa – ha menzionato i due idoli d'infanzia, in particolare Ivanisevic, di cui è sempre stato un grande fan. Il francese , nella kermesse austriaca ha superato il finlandese Nieminen all'esordio, il belga Malisse in quarti di finale e il qualificato tedesco Brands nelle semi. Quest'ultimo è stato l'autentica rivelazione del torneo, ma in verità il buon Daniel da quasi due anni sfoggia un ottimo tennis, caratterizzato da un diritto un po' macchinoso ma potente e profondo, efficace soprattutto in lungolinea.

 

Per gli intenditori anche la finale di doppio allo Stadthalle non era da perdere, hanno infatti incrociato le racchette i gemelli Bryan e la coppia Mirnyi-Nestor.

 


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