di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
E’ stato l’uomo che agli US Open ha infranto il sogno di vedere in semifinale i magnifici “Fab Four”, l’unico a infiltrarsi nella solita regolarità fornita dal tennis maschile, grazie al successo ai danni di Andy Murray.
Marin Cilic è nato il 28 settembre 1988 a Medjugorje – e questo già fa di lui un’epifania importante – località bosniaca diventata celebre nel mondo nel 1981, da quando, cioè, sei ragazzi, che allora avevano tra 10 e 16 anni, affermano di ricevere apparizioni della Vergine Maria, che si presenterebbe con il titolo di “Regina della Pace“. Cinque giorni prima, dall’altro capo del mondo, era nato Juan Martin Del Potro, l’avversario odierno nell’ultimo match diurno, in programma sulla Hisense Arena, in quello che ormai è diventato un classico a livello di slam. I due, infatti, grandi amici fuori dal campo, si affrontano per la terza volta negli ultimi 5 slam, loro che qualche anno fa si giocarono la finale del trofeo dell’Avvenire.
Proprio a Melbourne lo scorso anno, diedero vita al loro primo incontro nel circuito maggiore, con Cilic che si aggiudicò il primo set, prima di cedere in 4. Stesso andamento nell’altro precedente disputatosi a New York quando, il match era valevole per i quarti di finale.
Nel primo set sono i servizi a farla da padrone con il croato sorprendentemente molto prolifico al servizio, rispetto ai suoi standard (6 ace, 63% di prime, 95% di punti realizzati con la prima). Sarà proprio la battuta, però, a tradirlo nell°11 game, il primo e unico ai vantaggi, dell’intero set. Con un doppio fallo, infatti, Marin concede a Del Potro l’opportunità di andare a servire per il set. Juan Martin, a sua volta impeccabile al servizio per tutto il set, chiude 7-5 il primo parziale e si procura in apertura di 2° set, una palla break annullata, però, dal croato. L’inerzia del match è tutta dalla parte dell’argentino che tiene agevolmente i suoi turni di battuta; Cilic, invece, sembra pagare, soprattutto mentalmente, l’aver perso un parziale giocato in maniera perfetta fino al 5-5. Il nativo di Medjugorje rimane aggrappato al servizio, annullando una seconda palla break e sfruttando il primo passaggio a vuoto dell’argentino che, per sua sfortuna, giunge quando va a servire per rimanere nel set, 4-5.
Ci si ritrova in parità quasi inaspettatamente, con Del Potro che chiama il trainer per un problema di vesciche al piede.
L’inizio del terzo set sembra speculare rispetto a quello del secondo, con Cilic questa volta padrone dello scambio e Del Potro costretto a rallentare i suoi colpi a causa della profondità della manovra dello slavo. L’argentino è bravo comunque a salvarsi nel secondo game, quando è chiamato ad annullare ben 3 palle break. Ce ne sono altre 3 nell’ottavo gioco per Cilic, che fa tutto bene, fin quando non è chiamato a dare il colpo del K.O. ad un Del Potro che ormai barcolla dalla fine del secondo set. Come si dice nel calcio, gol mancato gol subito: dopo non aver concretizzato complessivamente 7 palle break nel terzo set, Cilic perde il servizio nel 9° gioco con 2 errori gratuiti e manda Del Potro a servire per portarsi avanti di un set, sul 5-4 in suo favore. Quando tutto sembra perduto, lo slavo riemerge dal baratro ma, per farlo, deve ringraziare Del Potro che prima gli concede l’8° palla break, e poi commette il 3° doppio fallo del set. Si andrà al tiebreak? Ma neanche per idea. Il croato è costretto a salvare 2 palle break nel game successivo, probabilmente deconcentrato per le lamentele di Del Potro sull’atteggiamento di una parte del pubblico. Quando è sotto nel punteggio, Cilic tira fuori il meglio di sé e dopo un altro interminabile game, tiene il servizio (6-5), costringendo l’avversario a servire per rimanere nel set. Per Del Potro, tenere il servizio è ormai diventato un’impresa, anche a causa della pressione costante di Cilic che, alla 9° palla break del set, sfrutta l’ennesimo errore di dritto di Del Potro e chiude 7-5 un set durato 1 ora e 26 minuti.
Stesso punteggio, ma a favore dell’argentino, quello del quarto set decisosi nell’11° game e inaugurato da un doppio fallo di Cilic che cede (a zero) il servizio, ancora una volta in chiusura di set. Questa volta il sudamericano non spreca l’occasione e allunga la partita al quinto, quando si gioca ormai da quasi 4 ore.
Del Potro sembra essersi ripreso dal calo fisico patito nel corso del terzo set, mentre Cilic continua a divorare occasioni. Nel 2° gioco, infatti, il croato si procura 2 palle break ma non le sfrutta a causa di una risposta steccata e a un rovescio lungo linea vincente di Delpo. Il break del 3-1 giunge poco dopo, al termine di uno scambio pazzesco in cui i 2 giocatori sfruttano tutto il rettangolo di gioco con continue accelerazioni da fondocampo, e che si conclude con un errore di dritto dell’argentino. Cilic ritrova il rendimento al servizio del primo set e tiene agevolmente i propri turni di battuta fino al 5-3. Non può mancare, in un match in cui è successo tutto il contrario e di tutto, un ultimo sussulto di “GianMartino” che si procura 2 ultime palle del contro break. Prima un ace (il numero 20 per Cilic), poi un errore di dritto dell’argentino, spianano la strada dei quarti di finale al croato, vincitore al termine di una battaglia di 4 ore e 38 minuti, col punteggio di 57 64 75 57 63.
Il croato rimane, così, imbattuto (9 le vittorie consecutive) in questo 2010 che lo ha visto esordire in maniera vittoriosa, al torneo di Chennai. Con questo successo si assicura un nuovo best ranking, al termine di questo torneo, poiché salirà quantomeno al numero 12 del prossimo ranking. E non è detto che la scalata si arresti, visto che non partirà certamente battuto al prossimo turno contro Roddick o Gonzalez…
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