Altra bella vittoria di Camila Giorgi: Victoria Azarenka KO sull’erba di Eastbourne. Più meriti suoi che demeriti della bielorussa (che comunque ci sono stati). Quest’anno ha vinto 5 volte su 5 contro le top-20!
Di Riccardo Bisti – 17 giugno 2014
Sette giorni fa avevamo scritto che il gioco di Camila Giorgi sembrava non adatto all’erba. Appunto, SEMBRAVA. I suoi punti deboli erano stati messi a nudo dall’intelligenza di Kirsten Flipkens, (rara) interprete di un tennis che mette in crisi Camila. Non aveva senso deprimersi dopo quella sconfitta, oggi bisogna evitare gli strombazzamenti dopo la prestigiosa vittoria contro Victoria Azarenka. C’erano tutti gli indizi per un successo, puntualmente arrivato. E’ stata una battaglia furibonda, dai contorni psicologici piuttosto importanti. Ed è questo aspetto – ancor più che la portata tecnica del successo – che deve far sorridere i sostenitori della Giorgi. Essendo lontanissima dalla sua migliore condizione, la Azarenka ha provato a metterla sul piano del carisma, del carattere. Ha provato a inculcare nella mente della Giorgi un concetto: “Non stai giocando con una tennista, ma contro un NOME”. Certi trucchetti, contro la Giorgi, non servono. Lei non guarda in faccia nessuno. Ogni avversaria ha lo stesso valore, che sia Maria Sharapova sul centrale di Indian Wells piuttosto che Katy Dunn nei campi secondari di Birmingham. Si spiega così il suo impressionante bilancio contro le top-20 nel 2014: cinque partite, cinque vittorie. L’ultimo è arrivato a Devonshire Park, un 4-6 6-3 7-5 che varrà doppio per papà Sergio, che contro gli odiati “ingleses” aveva combattuto 32 anni fa agli ordini del Generale Leopoldo Galtieri.
LE CHIAVI DEL SUCCESSO
La Giorgi ha vinto questa partita per tre motivi: perché il tennis della Azarenka, sul piano tattico, non le crea alcun problema. Se c’è da fare a schiaffi da fondocampo, Camila non è seconda a nessuno. La 42esima posizione WTA (che migliorerà) non rispecchia l’incisività dei suoi colpi da fondocampo; perché oggi le sue saette restavano in campo spesso e volentieri, e sull’erba sono letali. Alla fine avrà tirato 53 colpi vincenti (a fronte di 51 errori). Spesso ha lasciato ferma la Azarenka, a volte con soluzioni eccezionali, soprattutto con il rovescio; infine, perché la bielorussa era al primo match dopo 100 giorni, soltanto il secondo dopo l’Australian Open. Al netto del gran tennis della Giorgi, non era lei. Poco reattiva negli spostamenti, quasi imbarazzante nei cambi di direzione (ma questo anche per merito dell’italiana), ha mostrato la ruggine nei vari game terminati ai vantaggi. Se ne sono giocati undici e ne ha persi otto. Una bi-campionessa Slam non può concedere numeri del genere. Ed anche sul piano tattico non è stata lucidissima: per due set, ha insistito sul rovescio della Giorgi: significa concedere pallottole e un fucile a canne mozze. Solo nel terzo ha cercato il dritto, certamente il colpo meno solido di Camila. Ma lì è stata brava l’azzurra a tenere il numero di errori sotto il livello di guardia.
TRACCE DI UMANITA'
Camila ha dominato sul piano tecnico, eppure ha vinto “solo” 7-5 al terzo. I motivi sono sempre i soliti: troppi doppi falli (alla fine saranno 17) e qualche passaggio a vuoto che stavolta non ha pagato. Dopo aver “regalato” il primo set, è salita 5-0 nel secondo (perfetta nei game tenuti ai vantaggi) e lo ha chiuso 6-3. Nel terzo, un doppio fallo della Azarenka le dava il break del 4-3. Camila serviva per il match sul 5-4 ma cedeva il servizio a zero. Come se nulla fosse, dava furiosa battaglia nel game seguente, cancellava diverse palle del 5-6 e poi era lei a infilare il break. Stavolta il braccio non tremava e un super-rovescio sigillava il successo. Fedele al suo personaggio, si limitava a stringere il pugnetto senza neanche agitarlo. Di questa partita, oltre al solito atteggiamento scomposto di papà Sergio (che sul 3-2 al terzo, dopo un warning, ha abbandonato il campo salvo tornare subito dopo), si ricorderanno un paio di reazioni di Camila, che ha lasciato andare la racchetta. Va bene: sono segni di umanità in una ragazza che a volte sembra un robottino, tanta è la sua inespressività dentro il campo. Adesso ha un’ottima chance di centrare i quarti, poiché se la vedrà con la britannica Johanna Konta, vincitrice al primo turno su Belinda Bencic. Nata in Australia da genitori ungheresi, la Konta è coetanea della Giorgi e ha vinto l’unico precedente, un paio d’anni fa sulla terra verde di Plantation, quando Camila si ritirò dopo un set. Ma i tempi sono profondamente cambiati.
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