Ottimo esordio per il ligure: lascia le briciole a Tim Smyczek e si trova nell'invidiabile situazione di non avere pressione. Si è presentato a Londra fresco e sereno, e la sorte gli ha dato una mano. Gli ottavi contro Nadal non sono un miraggio. (Foto Tonelli – FIT) 

Sembra proprio che i tennisti non possano fare a meno della “confidence”, quella fiducia che ti fa giocare meglio nei punti importanti e ti fa prendere le decisioni giuste al momento opportuno. Ma c'è qualcosa che rifuggono volentieri: la pressione. O sei un fenomeno, super-abituato a gestirla, altrimenti l'ansia da prestazione può essere letale. Per questo, Fabio Fognini si presenta a Wimbledon con le migliori premesse possibili. C'era grande attesa per il Roland Garros, poi un pesce avariato mangiato alla vigilia della sfida con Benoit Paire ha mandato in malora le speranze. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: Fabio ha potuto riposarsi, staccare corpo e mente dopo due mesi giocati a bomba. E così ha preparato Wimbledon in modo soft, giocando solo un paio di match all'esibizione di Stoke Park. Soltanto Sock, Tsonga e Djokovic, tra i top-50, non hanno giocato tornei di preparazione sull'erba. E il francese è stato costretto ai box da un infortunio. Coach Josè Perlas ha detto che è stata una scelta concordata, in modo da arrivare freschi e liberare il giusto istinto. Per ora il progetto funziona: sul Campo 19, lontano dalle telecamere e dalle maledette pressioni, Fognini ha giocato una partita quasi perfetta contro l'americano Tim Smyczek. Per carità, non è un fenomeno e fatica da matti con il dritto. Ma è pur sempre numero 72 ATP in un circuito dove i punti non si comprano al supermercato. Fognini si è imposto con il punteggio di 6-4 6-3 6-2: non ha mai avuto problemi e ha confermato un discreto feeling con l'erba. Per Fabio è la settima partecipazione a Wimbledon (la trentesima in assoluto in uno Slam), e a Londra ha perso solo due volte al primo turno, peraltro con due piazzamenti al terzo round. C'è la possibilità di fare altrettanto e, perchè no, ambire a qualcosa di meglio. Al secondo turno se la vedrà con il canadese Vasek Pospisil, che ha patito le pene dell'inferno per battere Vincent Millot. Tenendo conto che è impegnato in doppio, peraltro con tante ambizioni (è campione in carica), si può fare. Chiunque sia l'avversario al terzo turno, Fabio partirebbe favorito. 


UNA PERCENTUALE DA MIGLIORARE

Stiamo andando troppo in là? Può darsi, ma Fabio non può nascondersi. La dea bendata gli ha dato una grossa mano con il forfait di David Ferrer e gli ha aperto il tabellone in vista di un ottavo di finale contro Rafael Nadal. E pescare lo spagnolo a Wimbledon, dopo le vicende di quest'anno e le due vittorie a Rio de Janeiro e Barcellona, non sarebbe così tremendo. Rafa, tra l'altro, ha avuto qualche problema in avvio contro Thomaz Bellucci (ma poi ne è uscito bene) e avrà un secondo turno molto affascinante contro Dustin Brown, da cui ha perso l'anno scorso ad Halle (ma era reduce dal nono titolo al Roland Garros). Insomma, Wimbledon potrebbe offrire regalare soddisfazioni inattese a Fognini. In fondo non ci sono motivi per cui non possa giocare bene sull'erba: si muove come un gatto, utilizza con sapienza lo slice, a rete è miglioratissimo anche grazie al doppio…forse dovrebbe essere più incisivo con la prima di servizio, unica nota non troppo positiva del match contro Smyczek: appena un ace e 58% di prime palle in campo, con una trasformazione del 69% che è buona ma non straordinaria. Se trova il giusto rendimento con questo fondamentale, Fabio potrebbe davvero sorprenderci. E poi sta giocando tranquillo, senza pressione. La maledetta pressione.

 

WIMBLEDON UOMINI – Primo Turno

Fabio Fognini (ITA) b. Tim Smyczek (USA) 6-4 6-3 6-2