I primi quattro giocatori del ranking ATP hanno tutti almeno un figlio. È uno degli effetti dell’allungamento delle carriere dei ‘pro’. Da quando è padre, Djokovic sembra imbattibile, e Murray vuole provare a imitarlo. Anche se l’inizio non è stato dei migliori.Da quando Murray si è aggiunto al clan è diventata quasi una legge: i più forti tennisti del mondo sono tutti padri. Non ce ne voglia Rafael Nadal, che malgrado numerosi anni di fidanzamento con Xisca Perello non si è ancora sposato, ma lo dicono i numeri: i primi quattro giocatori della classifica ATP hanno tutti almeno un figlio. L’allungamento dell’età media dei giocatori ha fatto sì che tanti mettano su famiglia quando ancora girano per il mondo settimana dopo settimana, e nessuno di loro ha negato di averne avuto dei benefici. Il portavoce della nuova tendenza è Novak Djokovic, che ha evidenziato il suo status di padre ogni volta che gli è stato chiesto quale fosse la chiave dei suoi successi. I risultati sono all’occhio di tutti: da quando è arrivato il piccolo Stefan, nato il 22 ottobre del 2014, il livello del campione serbo è esploso verso l’alto. Il suo 2011 sembrava irripetibile, ma quattro anni dopo ha fatto ancora meglio, tanto che sono in molti a scommettere sul suo possibile Grande Slam. Un traguardo che pareva impossibile per il miglior Federer, bloccato da Nadal e Roland Garros, non per papà ‘Nole’, sempre più convinto che matrimonio e bebè gli abbiano dato una marcia in più, anche se cambiare un pannolino alle due di notte, magari con una finale Slam da giocare il pomeriggio seguente, non dev’essere proprio il massimo. “La nascita di Stefan ha portato tanto amore e tanta gioia nella mia vita, che si sono tradotte in energia positiva anche sul campo da tennis”. Secondo lui, non è una coincidenza che il suo anno migliore (82 vittorie e 6 sconfitte: la quinta miglior percentuale nella storia dell’ATP) sia arrivato dopo la nascita del suo primogenito. “La mia vita è cambiata: ho un senso di pace e armonia un tempo sconosciuto, mi sento soddisfatto di ciò che ho fatto. Questo mi ha aiutato a diventare una persona migliore, e di conseguenza anche un giocatore migliore”.
“LA MIGLIOR COSA CHE MI SIA CAPITATA”
Anche la carriera di Stan Wawrinka è svoltata dopo che è diventato padre, anche se nel suo caso è diverso. La figlia Alexia è arrivata nel 2010, i due titoli Slam fra 2014 e 2015, con in mezzo anche un paio di addii alla moglie (il secondo senza dietrofront) “per concentrarsi sul tennis”. Ma resta il fatto che certi risultati, prima, sembrava potesse vederli solamente col binocolo. La prova del nove spetta ad Andy Murray, l’ultimo a entrare nel clan dei tennisti-papà grazie a Sophia Olivia, nata lo scorso 9 febbraio. Il suo primo torneo da padre è quello di Indian Wells, dove non gli è andata benissimo, ma avrà modo di rifarsi a Miami, quando lo raggiungeranno anche se moglie e figlia. “Kim non è mai stata una di quelle compagne che amano andare a tutti i tornei, ma lei e mia figlia saranno con me a Miami. Sarà il suo primo viaggio con Sophia Olivia, magari se dovesse andare particolarmente bene potrebbe essere stimolata a viaggiare con me più spesso. È stata sicuramente la miglior cosa capitata nella mia vita, e spero che tutto possa continuare così. Se avrà effetti positivi anche sul mio gioco sarà tanto di guadagnato”. E chissà che lui, con madre coach e fratello tennista (che fra l’altro potrebbe diventare numero uno al mondo prima di lui: gli basta la semifinale in doppia a Indian Wells), non possa diventare il primo a spingere la figlia a intraprendere la carriera da giocatrice. Ai colleghi l’aspetto importa poco, Federer in primis. “Se succedesse non ostacolerei i miei figli, ma di certo per me non è un obiettivo. L’idea di stare per quarant’anni nel circuito non mi emoziona. Ora amo il tennis, ma non sono sicuro che, magari fra vent’anni, proverò ancora le stesse emozioni”. Eppure, avere i figli tennisti non significa dovergli seguire per forza. Gli basterebbe affidarli a qualche mano saggia (e ne conosce parecchie) e fare qualche comparsata in tribuna. Magari per quella finale di doppio misto a Wimbledon che i suoi tifosi sognano dal 6 maggio 2014. Data di nascita di Leo e Lenny.
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