Il britannico non ne può più di lottare ogni settimana per la sopravvivenza. Si è dato tre mesi di tempo: se riesce a salire o a trovare uno sponsor andrà avanti, altrimenti si rassegnerà al ritiro. 

Daniel Cox è uno che tiene duro. Non molla. Chi lo ha visto giocare, sa che finchè c'è una mezza chance lui proverà ad afferrarla. Tuttavia, a 24 anni, è giunto a un doloroso bivio. Nonostante sia numero 253 ATP, classifica sufficiente a giocare nel circuito challenger, il tennista di Lincoln è ad un passo dal ritiro perchè non ha soldi per andare avanti. Abbiamo raccontato tante storie di questo tipo ma è giusto continuare, sia perchè ognuna ha le sue peculiarità, sia perchè siano da monito per chi si ostina a giocare nei bassifondi, rischiando una rovina umana ed economica. Cox è un discreto giocatore, ma ormai non gioca più per vivere. Gioca per sopravvivere. C'è una bella differenza. Lo scorso anno si è fatto conoscere dal pubblico di Wimbledon, qualificandosi per il main draw e togliendo un set a un ottimo giocatore come Jeremy Chardy. Ma i soldi guadagnati a Wimbledon non sono sufficienti. Cox vive a nervi tesi perchè è costantemente in bilico, nel tentativo di guadagnare il denaro sufficiente per pagarsi voli e hotel. “A Wimbledon ho avuto un picco importante, ma quando sono sceso è stato terribile. Mi sono trovato in uno stato d'animo talmente negativo che non riuscivo ad alzarmi al mattino e non ero in grado di prendere la più piccola decisione. Sono andato in India e ho perso una partita molto combattuta: stavo talmente male che mi sono chiuso in bagno per qualche ora perchè non riuscivo a trattenermi. Ho lottato disperatamente sul campo, ma poi ho perso. Volevo prendere il primo aereo e scappare a casa”. Da fuori, la professione del tennista sembra bella e piacevole. Vai in giro per il mondo e pratichi lo sport che ti piace. “Tra l'altro, dopo aver finito di allenarti e lavorare, hai parecchio tempo libero” dice Farrukh Dustov, che gira per il tour da una decina d'anni e continua a sentirsi un privilegiato. Ma non è così per tutti: Cox sa che il suo stile di vita può essere invidiato, ma lo scorso settembre è piombato sull'orlo di una crisi personale a causa della pressione (o meglio, della necessità) di dover arrivare in fondo a ogni torneo pena la perdita di centinaia, se non migliaia di sterline.


ULTIMA CHIAMATA PER DANIEL

La sua vita è ancor più difficile da quando la LTA ha adottato una politica di austerità sia nei contributi ai giocatori che nell'assegnazione di wild card per Wimbledon. A suo dire, la nuova politica potrebbe condurre diversi giocatori al ritiro. “Hanno fatto un mucchio di tagli, per noi è stato molto frustrante. Siamo tra i migliori 10 del paese e non sappiamo perchè ci abbiano tagliato i bonus. Credo che il numero di professionisti britannici sia destinato a calare. Ho amici che hanno smesso perchè non riuscivano a pagarsi l'attività”. Cox non vuole mollare, ma è consapevole di essere arrivato a un bivio. “Da qui a Wimbledon sarà il momento più importante della mia carriera – racconta – devo trovare un modo per guadagnare, altrimenti trovare uno sponsor. Tanti giocatori vanno in giro con un allenatore, qualcuno ha anche il fisioterapista. Io non posso permettermi niente di tutto questo. Sono sempre da solo”. A suo dire, questo rende più complicata la sua vita perchè deve occuparsi del doppio delle cose rispetto a diversi colleghi. Cox, infatti, si occupa in prima persona delle racchette, di organizzare gli allenamenti e prenotare i voli. “Quando invece hai un coach che ti dà una mano, questo significa che hai meno pressione e puoi concentrarti solo sul tennis. Inoltre un coach può anche darti un supporto morale”. I mesi vissuti in solitudine, invece, avevano messo KO il povero Cox, frustrato anche dal sistema dell'informazione. “Sono tra i primi 300 del ranking mondiale e nessuno mi conosce. Se fossi il 250esimo calciatore più bravo guadagnerei 80-100.000 sterline a settimana e di certo non avrei il problema di cercarmi uno sponsor o pensare al ritiro”. Per questo, si è autoimposto un periodo di tre mesi per trovare uno sponsor o guadagnare abbastanza. In caso contrario, potrebbe alzare bandiera bianca. I nuovi stimoli gli hanno fatto bene: nei primi tre tornei dell'anno ha raccolto una vittoria e una finale nei tornei futures e un buon quarto di finale a Glasgow, dove ha perso un match molto combattuto contro il quotato Aleksandr Nedovyesov.

UNA VITA A BUON MERCATO
Però vuole smettere di girare il mondo con l'ansia di guadagnare i soldi necessari per trascorrere un'altra settimana nel tour. La solitudine lo ha portato alla crisi dell'anno scorso, per questo vorrebbe trovare un coach. “Ma se vuoi viaggiare con qualcuno devi essere in grado di pagarlo. Si tratterebbe di una spesa di 800-1000 sterline a settimana, oltre a tutte le spese vive come voli, alloggi e tutto il resto. E se nel torneo non vai avanti, devi coprire i costi con le tue risorse”Nel 2014, Cox ha speso tra 40 e 45.000 sterline. “Ma ho condotto una vita a buon mercato, sempre da solo. Per condurre una vita da vero professionista ci vorrebbero almeno 70-80.000 sterline. Ho letteralmente provato di tutto, ma i miei genitori non possono aiutarmi per sempre”. A suo dire, anche soltanto andare in pari è diventato complicato perchè la LTA non aiuta e qualificarsi per i tornei più grandi è molto difficile. “La LTA dice che non basta più essere top-250 per sperare di avere una wild card a Wimbledon. Devi essere top-200, magari anche top-150. Va bene i tagli, ma non ci hanno nemmeno detto dove vanno a finire tutti questi soldi. Lo stress della mia vita è talmente grande che diventa sempre più complicato giocare bene. Mi fa male continuare a chiedere soldi ai miei genitori, e sono sicuro che se fossi più rilassato giocherei meglio”. Così non può andare avanti. Ancora un paio di mesi e scopriremo se il tennis farà ancora parte della sua vita.