Storico allenatore di Justine Henin, Carlos Rodriguez è tornato in pista insieme a Na Li e l’ha subito fatta vincere. I retroscena (tratti da USA Today) del nuovo sodalizio. 
Il sodalizio Rodriguez-Li è partito alla grande
 
TennisBest – 21 agosto 2012

 
Dopo aver seguito Justine Henin per tutta la sua carriera, con una fedeltà ammirevole, Carlos Rodriguez aveva deciso di lasciar perdere il circuito e dedicarsi a progetti ugualmente tennistici ma meno…nomadi. Ma la chiamata della cinese lo ha affascinato. In fondo si tratta di una top player che appena un anno fa vinceva il suo primo titolo del Grande Slam. Quest’anno non riusciva a vincere. Poi, appena sono iniziati i contatti con Rodrigez, è diventata quasi imbattibile. Ha raggiunto la finale a Montreal (perdendo in tre set contro la Kvitova), poi ha vinto a Cincinnati il sesto titolo in carriera, il più importante dopo il già citato Roland Garros. Un cambiamento impressionante, non attribuibile soltanto al caso. Allora vale la pena analizzare il fenomeno Li-Rodriguez direttamente dalle parole dell’argentino, intervistato da USA Today nel weekend di Cincinnati, ancora prima che Na Li vincesse il torneo.
 
Come è iniziato il rapporto professionale con la Li?

Vivo in Cina da due anni, ho un progetto con un Accademia del posto. Mia moglie e i miei figli mi hanno raggiunto lo scorso anno. Lei aveva bisogno di una mano, ma prima non avevo il tempo. Stavo affrontando un grande cambiamento, dovevo prendermi cura della famiglia. Ma adesso il suo agente mi ha chiesto la disponibilità e sono stato felice di accettare. Ho detto che possiamo provare fino alla fine del 2012 e poi valutare se le piace il mio modo di lavorare. Sono pronto ad aiutarla, credo che possa fare grandi cose.
 
Lavorerai con lei a tempo pieno ma solo in prova fino alla fine dell’anno?
Esatto. Andrò a New York, Tokyo e Pechino. E se si qualificherà per il Masters di fine anno, ovviamente sarò presente anche lì.
 
Hai un’Accademia a Pechino, giusto?
Si, in questo momento abbiamo tre buoni giocatori. Dopo un anno, un anno e mezzo, abbiamo dimostrato di poter fare un buon lavoro. E’ normale che prima debbano essere fatte delle prove, anche se c’è il mio nome. E’ un’esperienza interessante, sto imparando molto. Penso di poter portare un nuovo approccio. Non credo sia qualcosa di nuovo, ma è un altro modo per insegnare tennis ai bambini.
 
L'accordo con la Li ti regalerà maggiore popolarità in Cina?
Si, è un’ottima pubblicità per me. E poi posso imparare molto da lei, ha un sacco di esperienza. Quando lavoravo con la Henin l’ho condotta io nel circuito, mentre la Li lo conosce da molti anni. Ha la sua esperienza, ha vinto uno Slam, ha avuto diversi successi. Per me è un’esperienza nuova e devo saperla gestire.
 
Che differenze ci sono tra Justine Henin e Na Li, sia dentro che fuori dal campo?
E’ difficile dirlo oggi, perché non la conosco così bene da poter fare un confronto. Il mio approccio, oggi, è molto diverso. Con Justine siamo cresciuti assieme, abbiamo iniziato quando aveva 13 anni e siamo stati insieme fino alla fine della sua carriera. Stavolta io ho la mia esperienza, così come Na Li ha la sua. La mia posizione è diversa, perché devo ascoltare molto per fare il mio lavoro e comprendere i suoi interessi. L’obiettivo è portarle quello di cui ha bisogno.
 
Con Justine parlavi di più rispetto a quanto fai con Na Li?
Diciamo che devo imparare molto di più. A Na Li ho portato cose diverse, siamo due adulti. Justine, anche quando è entrata tra le prime 10, era una ragazza di 18-19 anni.
 
Quindi hai la sensazione di lavorare con un adulto perché hai iniziato a lavorare con lei in età già avanzata?
Esatto. Quando inizi a lavorare con qualcuno quando ha 13 anni, il rapporto sarà sempre quello del fratello maggiore o del padre, anche quando ne ha 29. Non è lo stesso tipo di approccio.
 
A Cincinnati l’hai incontrata per la prima volta. Com’è stato l’incontro?
E’ una persona molto gentile. I cinesi sono persone cordiali e facili da approcciare. Come ho detto a lei, siamo tutti professionisti ma il mio modo di lavorare è quello di andare in profondità su ogni punto. Per lei potrebbe essere difficile, soprattutto all’inizio. E’ per questo che le dico: ‘Prima osservo. Parlo con tuo marito, perché lui ti conosce meglio di chiunque altro. E mi può dire molto di quello che ha fatto con te, anche perché ha fatto un ottimo lavoro. Devo prendere un po’ di informazioni per esservi d’aiuto’. Ho già visto un grande potenziale. Il temperamento è esplosivo, deve imparare a sapersi gestire.
 
Quindi lavorerai sul suo carattere?
Esatto. Le ho detto: ‘Per il momento tu devi far guidare il cuore dalla testa’. Quando accade il contrario, è un disastro. Quando i sentimenti guidano la testa, perdi di vista la strada da percorrere. Lei è molto intelligente, sa perché sono qui.
 
Quali sono i vostri obiettivi? Avete discusso su qualcosa di specifico o può in generale?
Più in generale, perché ho scoperto molte cose: tatticamente, tecnicamente, fisicamente. Ad esempio, si muove bene ma non in modo efficace, non nel modo corretto per essere al 100% sulla palla e tirare il colpo giusto al momento giusto.
 
Adesso su cosa state lavorando?
Adesso vado avanti con la sua struttura. La prossima settimana faremo un piano per preparare al meglio lo Ua Open. Ma, come le ho detto, non possiamo fare tutto in una settimana. Dobbiamo prendere il tempo per costruire una base solida, per fare le cose giuste l’anno prossimo.
 
A fine anno discuterete se andare avanti anche nel 2013?
Esatto, perché ho grande rispetto per tutti i giocatori. Devono essere loro a decidere se la collaborazione è positiva o meno.
 
Quando avete deciso di lavorare insieme?
Dopo le Olimpiadi. Da allora siamo stati in contatto via mail e per telefono. Prima di tutto le ho chiesto se le posso dare una mano in qualcosa, perché so che per alcuni giocatori è importante avere il sostegno, sapere che c’è qualcuno lì per loro.
 
Hai visto i suoi match in TV, su internet o qualcosa del genere?
Si, e poi ho molti video delle sue partite precedenti. Devo imparare ad approcciarla.
 
Prima di decidere di lavorare con Na Li, hai discusso con Justine che forse avresti allenato di nuovo?
Si, ma non nei dettagli. Le ho detto che forse riprenderò. Non avevo idee di questo tipo prima che l’agente di Na Li mi chiamasse.
 
Vivrai a Pechino per un po’?
Si, perché ho un contratto fino al 2016. Fino ad allora resterò lì con la mia famiglia. Così darò anche la possibilità ai miei figli di finire la scuola.