A differenza degli atleti di altre discipline, i tennisti sono ben decisi a partecipare ai Giochi Olimpici nonostante l’allerta. Petra Kvitova non legge neanche gli aggiornamenti del suo team medico: “Perché le Olimpiadi valgono come uno Slam”. Anche gli altri big, per ora, non mettono in dubbio la loro presenza.

 E’ quanto sta emergendo a Wimbledon: se è vero che i Championships restano il torneo più prestigioso, le Olimpiadi si svolgono ogni quattro anni. E i tennisti sembrano tenerci da morire, anche a costo di ignorare il virus Zika, vero e proprio spauracchio in vista di Rio de Janeiro. Alcuni dei migliori golfisti hanno deciso di lasciar perdere, mentre i tennisti non mollano. Andy Murray, che farà il suo esordio martedì, ha detto che pianifica ancora di andare a Rio. Per non parlare di Roger Federer, che ha fissato nel torneo olimpico uno degli obiettivi principali. “Metterò spray antizanzare sul corpo e prenderò tutte le precauzioni del caso”. ha detto lo svizzero, cui manca l’oro in singolare dopo averlo raggiunto in doppio nel 2008. Ancora più sbrigativo il commento di Petra Kvitova: “Non ho paura di Zika, sicuramente andrò a Rio”. Più fatalista Garbine Muguruza, uscita da un match piuttosto complicato contro Camila Giorgi. “Non so esattamente cosa sia Zika, ma sono convinta che se il virus fosse davvero una seria minaccia, le Olimpiadi non si terrebbero”.

Ma di cosa si tratta esattamente? Zika è una malattia trasmissibile tramite la puntura di una zanzara e può creare difetti di nascita ai bambini nati da donne infette, mentre sugli adulti potrebbe generale problemi neurologici. A quanto pare, i tennisti pensano che valga la pena correre il rischio. La più decisa di tutte sembra Petra Kvitova (che a Londra esordirà contro Sorana Cirstea): la ceca ha ammesso di ricevere vari aggiornamenti dai medici del suo team olimpico, ma di non leggerli. “Non esiste che io possa mancare ai Giochi: per me valgono quanto uno Slam”. Un filo più prudenti, ma improntate alle stesse conclusioni, le frasi di Roger Federer: “Non ho mai riconsiderato la mia scelta di giocare. Farò il possibile per esserci: per me le Olimpiadi sono sempre state una priorità, a prescindere dal luogo e dal fatto se offrono o meno punti ATP”. I timori sono smorzati da Murray, il quale ha riportato il parere del medico britannico: “Ha un’esperienza di 35-40 anni e ha detto che Rio è abbastanza al sicuro è che non dovrebbero esserci problemi. Ad ogni modo, ci farò un’altra chiacchierata dopo Wimbledon”.