Dietro a Kei Nishikorii si sta creando un movimento interessante. Oggi ci sono tre giapponesi tra i top 100. Non era mai successo: è l’inizio di una rivoluzione?
Go Soeda, attualmente numero 67 ATP, è il secondo giocatore giapponese

Di Lorenzo Baletti – 22 marzo 2012

 
Per la prima volta nella storia tre tennisti giapponesi figurano tra i primi 100 giocatori del mondo. Un dato eloquente che spiega come il tennis stia crescendo a dismisura, tanto in Giappone quanto nel resto dell’Asia. Tra i top 200 della classifica mondiale si contano infatti quattro tennisti del Sol Levante, vale a dire Nishikori, Soeda, Ito e Sugita, a cui si aggiungono Lu, Yang e Wang di Taipei, l’indiano Devvarman e il thailandese Udomchocke. I più promettenti sono sicuramente i quattro giapponesi, capitanati dall’astro nascente Kei Nishikori attualmente n. 16 del ranking Atp. Mai un giapponese era andato così in alto in classifica mondiale. Classe 1989, a 14 anni decide di compiere il grande salto trasferendosi alla IMG Academy di Nick Bollettieri. Dopo soli quattro anni sorprende il tennis mondiale aggiudicandosi il torneo di Delray Beach, battendo di seguito, dopo essersi qualificato, Querrey in semifinale e addirittura Blake in finale. Una vittoria che lo rende un predestinato, ma purtroppo ci si mette di mezzo la sfortuna: una serie infinita di infortuni, in particolare al gomito, ne frena l’ascesa fino a farlo precipitare alla 898esima posizione nel Febbraio 2010, appena due anni fa. Recuperata la forma fisica Nishikori riprende la corsa alla gloria e a Luglio dell’anno scorso, solo un anno e mezzo dopo le plurime operazione al braccio, è il primo giapponese nella storia ad entrare tra i top 45, superando la 46esima posizione di Shuzo Matsuoka. Sul finire del 2011 Kei comincia ad ottenere risultati di altissimo livello: a Basilea sconfigge il n. 1 del mondo Djokovic prima di cedere in finale a Federer, a Shanghai ottiene per la prima volta i quarti in un Masters 1000. E il 2012 inizia ancora meglio, con la cavalcata trionfale di Melbourne conclusa solo nei quarti di finale.

Sulla scia di Nishikori, altri giapponesi stanno cominciando a calarsi nello scenario del tennis mondiale. Alle volte basta un grande trascinatore per sviluppare un movimento in un paese: è successo in Serbia con Djokovic, che ha dato la carica a Troicki e Tipsarevic, oppure in Italia con Francesca Schiavone, i cui risultati hanno spronato le azzurre a fare sempre meglio. E così in Giappone: il primo a seguire Nishikori è il 27enne Go Soeda, al momento n. 67 nella classifica mondiale. Vincitore di due Challenger nel 2012, ha trovato il miglior risultato della carriera a Gennaio proprio in Asia, a Chennai, quando ha raggiunto la semifinale dopo essersi qualificato. I miglioramenti di Soeda si devono anche al lavoro di Davide Sanguinetti, suo attuale coach, che è riuscito a trasmettere al tennista nipponico quel pizzico si esperienza e cultura tennistica che ancora mancano dall’altra parte del mondo. Ma qualcosa, anche a livello generale, si sta muovendo in Giappone, specialmente se si considerano i progressi del terzo giapponese attualmente presente nella top 100 Atp, Tatsuma Ito: n. 94, 23 anni, in questo 2012 è riuscito nell’impresa di raggiungere il terzo turno niente meno che agli Australian Open, oltre ad aggiudicarsi il Challenger di Kyoto.

Insomma, il Giappone si scopre tennista anche al di fuori dei propri confini. Perché se è vero che i giapponesi stanno cominciando solo adesso a mostrarsi al grande pubblico in giro per il mondo, è altrettanto vero che in Giappone vengono organizzati dei tour interni molto ricchi che disincentivano i giocatori a uscire dal paese. D’altra parte la Federazione Tennis Giappone è tra le più antiche associazioni sportive di tutta l’Asia, fondata nel 1922 e riconosciuta dalla Federazione Internazionale già nel ’23. Un’organizzazione solida, presente sul territorio, e che soprattutto investe molto nei tornei nazionali. Non è un caso che Nishikori, per sfondare a livello mondiale, sia dovuto volare in Florida, e che Soeda, per raggiungere il proprio best ranking, si sia dovuto affidare agli insegnamenti di Sanguinetti. D’altra parte, visti gli altissimi prize money offerti nei tornei nazionali giapponesi, per alcuni è anche comprensibile la scelta di rimanere a casa. Una scelta che paga da un punto di vista economico, ma controproducente se si pensa al bene dell’intero movimento tennistico. Ma Nishikori & Co. stanno apportando un cambiamento di mentalità che sicuramente darà i suoi frutti, considerando sia l’alto numero di potenziali praticanti che il Giappone potrebbe offrire, sia le risorse economiche elevate che potrebbero tramutarsi in strutture d’eccellenza, sia la grande propensione al lavoro e al sacrifico dei giapponesi. Il primo accenno di rivoluzione tennistica arriva dal Sol Levante. Ma c'è un gigante addormentato chiamato Cina…

NISHIKORI, LA STELLA DEL SOL LEVANTE
(Riccardo Bisti, 23 gennaio 2012)