Dominio della linea verde nella prima edizione del WTA estivo di Mosca: due delle quattro semifinaliste sono addirittura classe 2001. Si tratta della serba Olga Danilovic, lucky loser e figlia del mitico cestista "Sasha", e della russa Anastasia Potapova, vincitrice due anni or sono del singolare juniores di Wimbledon. È in arrivo il primo titolo WTA di una millennial?Dayana Yastremska è appena diventata la prima giocatrice a portare il nuovo millennio fra le prime 100 della classifica WTA, ma le altre giovanissime non stanno a guardare. Anzi, hanno trovato la vetrina perfetta per mostrare i propri progressi nella nuova Moscow River Cup, nata dalle ceneri del vecchio International di Bastad, da quest’anno migrato a Est. Nella capitale russa hanno perso in fretta la numero 2 del tabellone Daria Kasatkina, ma sono comunque riusciti a guadagnarsi l’attenzione del mondo della racchetta grazie a Olga Danilovic e Anastasia Potapova, entrambe classe 2001, ed entrambe approdate in semifinale. La grande protagonista del venerdì è stata la prima, serba e figlia di quel Predrag (più noto come Sasha) con un passato di altissimo livello nella pallacanestro, quando negli Anni ’90 fece la fortuna della Virtus Bologna. Evidentemente, i geni (e i centimetri) del campione li ha trasmessi alla figlia, che sta facendo faville in quello che è solamente il suo secondo torneo WTA in carriera. Prima di mettere piede a Mosca aveva giocato giusto le qualificazioni a Madrid, senza superarle, e in realtà è successo lo stesso anche in Russia, dove si era arresa alla spagnola Paula Badosa Gibert al turno finale delle qualificazioni. Ma è stata ripescata come lucky loser e all’indomani ha dato il la al suo miglior torneo in carriera, sublimato dalla splendida vittoria su Julia Goerges, reduce dalla semifinale a Wimbledon. Olga non aveva mai affrontato una top-10 in vita sua, ma sembrava l’avesse fatto altre mille volte: ha giocato senza un briciolo di timore e l’ha spuntata con un doppio 6-3 in 76 minuti, regalandosi il miglior successo in carriera.
ERA PRONTA A TORNARE A CASA
Tutte le vittorie ottenute in questo torneo sono importanti – ha detto in conferenza stampa la serba, numero 189 del mondo –, specialmente ora che ho affrontato e battuto una delle migliori giocatrici del mondo. È davvero una sensazione incredibile. Quando ti trovi a dover affrontare delle giocatrici simili non esiste un vero e proprio piano. Il mio team mi ha solo detto di provare a fare il mio gioco, stare attenta al servizio e cercare di giocare con continuità, senza alti e bassi o cali di concentrazione. Sapevo che lei ha un grandissimo servizio (quest’anno nessuna ha servito tanti ace come la Goerges, ndr), così ho cercato di trovare il modo per iniziare gli scambi, e ho lottato fino alla fine”. E pensare, come detto, che il suo torneo era finito domenica, già in mattinata. “Ho giocato il primo incontro – ha detto –, e dopo la sconfitta mia mamma ha comprato i biglietti per tornare a casa”. Sono andate a visitare la Piazza Rossa, e mentre camminavano l’ha chiamato il suo allenatore, dicendole di tornare indietro. “Come mai? Ho perso, domani me ne vado”, gli ha chiesto, ma la risposta è stata che all’indomani avrebbe giocato per la prima volta nel main draw di un torneo WTA, contro Anna Karolina Schmiedlova. È andata a finire che ha battuto la slovacca, poi la Kanepi e quindi la Goerges, sempre senza perdere un set, e ora si prepara per la sua prima semifinale nel Tour, sabato contro Aliaksandra Sasnovich, promossa senza giocare grazie al forfait di Anastasija Sevastova per un problema alla coscia. Non sarà facile, ma visto l’andazzo della sua settimana sembra tutto possibile, persino un titolo che avrebbe dell’incredibile.
50% DI PROBABILITÀ
A rendere credibile ogni scenario ci sono i nomi delle due semifinaliste nella parte bassa: Anastasia Potapova e la slovacca Tamara Zidansek, anche quest’ultimo mai così avanti in un torneo del Tour principale, e capace di bissare contro Laura Siegemund il gran successo colto al secondo turno su Daria Kasatkina. Tuttavia, per ragioni anagrafiche l’attenzione è tutta sulla stellina russa, campionessa nel 2016 a Wimbledon juniores, e già capace di farsi notare anche fra le grandi. Tuttavia, la classifica ferma fuori dalle prime 200 dice che le è sempre mancata la continuità che sta trovando a Mosca, non esattamente definibile come il torneo di casa, visto che la sua città natale Saratov dista oltre 800 chilometri dalla capitale. Ieri la 17enne russa ha scritto sul proprio profilo Twitter “che settimana, ma è solo l’inizio”, e a giudicare da quanto successo meno di 24 ore più tardi aveva ragione da vendere. Infatti, l’ha spuntata per 1-6 6-3 6-2 sulla connazionale Valentyna Ivakhnenko, qualificata, sbagliando tutto nel primo set ma riuscendo a trovare la chiave per riemergere. L’avversaria è stata per due volte avanti di un break anche nel secondo, ma invece che lasciarsi travolgere come successo in precedenza la Potapova è riuscita a limitare gli errori, e una volta salita sul 4-3 ha cambiato volto alla partita, finendo per vincere dieci degli ultimi dodici giochi dell’incontro e meritarsi un posto in semifinale. La strada verso il titolo è ancora lunga, ma la probabilità è incoraggiante: ci sono due possibilità su quattro che il primo titolo WTA di una “millennial” arrivi nel giro di 48 ore.