Nello stesso torneo dove cinque anni fa entrò tra le top-10, la Pennetta può clamorosamente ripetersi, ma deve vincere il torneo. E oggi c’è Serena Williams…

Di Riccardo Bisti – 14 agosto 2014

 
Senza Flavia Pennetta, la campagna americana del nostro tennis femminile sarebbe stata fallimentare. Il terzo turno colto al Lindner Family Tennis Center non cancella i risultati negativi, confermati mercoledì con le sconfitte di Sara Errani e Karin Knapp, però restituisce a Flavia la continuità smarrita da qualche mese. Non vinceva due partite di fila dagli Internazionali BNL d’Italia: più in generale non aveva combinato granchè dopo il grande successo a Indian Wells. A Cincinnati ha superato la baby Taylor Townsend con il punteggio di 6-4 6-3. Non c’è molto da raccontare, nel senso che il match si è deciso con un maxi-parziale di nove giochi a zero che ha aperto alla brindisina le porte del Campo Centrale, dove oggi (non prima delle 19, diretta SuperTennis) sfiderà Serena Williams in una missione (quasi) impossibile. Con la Townsend aveva giocato cinque mesi fa, proprio a Indian Wells. Vinse in tre set, rischiando più del dovuto. Nessuno pensava che quel match avrebbe dato il via alla settimana più importante della sua carriera. Nel frattempo l’americana è salita in classifica (ma non è scesa di peso…) e si è presentata al match più fiduciosa che mai. Con talento e faccia tosta, si è aggiudicata i primi tre game (molto combattuti) e si è arrampicata sul 4-1. A quel punto, la Pennetta ha ammorbidito le sue traiettorie e ha sfruttato i limiti fisici dell’americana, togliendole fiducia ed energie. Non c’è voluto molto per piombare sul 6-4 4-0. Sull’orlo del burrone, la Townsend ha preso a cercare la rete su ogni punto come faceva fino a qualche tempo fa. Le è servito per accorciare le distanze, ma nulla di più.
 
SERENA E' IMBATTIBILE?
Cincinnati è un torneo speciale per la Pennetta. Fu proprio a Mason, cinque anni fa, che colse l’agognato ingresso tra le top-10. Un risultato che ha cambiato la storia del tennis italiano. Reduce da una grande estate, culminata col successo a Los Angeles, arrivò in forma strepitosa e giunse in semifinale battendo Morita, Szavay, Venus Williams e Hantuchova. Il successo sulla bella slovacca le diede la certezza matematica della top-ten. Esultò con un sorriso e una gioiosa linguaccia verso il suo angolo, dove all'epoca c'era Gabriel Urpi. Corsi e ricorsi storici: in teoria, Flavia potrebbe acciuffare le top-10 anche stavolta, cinque anni dopo, nello stesso torneo. E’ durissima, ma la matematica le offre una piccola chance. Con i risultati di questi giorni, Flavia (attualmente n. 14) è già piombata al numero 11. Per scalare l’ultimo gradino dovrebbe vincere il torneo. Ad oggi sembra impossibile, anche in virtù del nome della prossima avversaria, ma a Indian Wells dicevamo le stesse cose. Flavia adora il cemento americano. E’ perfetto per il suo tennis lineare, tecnico e pulito. Flavia può tirare a occhi chiusi, sa che il Decoturf non la tradirà. E’ su questi campi che ha colto i migliori risultati in carriera. Avrà bisogno di tutta la fiducia possibile per battere Serena, da cui ha perso quattro volte su quattro. Le ha portato via un solo set, e lo scorso anno a Miami fu mattanza. Ma questa Williams non è uno spauracchio. A parte gli scarsi risultati negli Slam, a Montreal ha perso dalla sorella Venus e a Cincinnati ha zoppicato per battere Samantha Stosur. Si è imposta con un doppio 7-6, ma avrebbe potuto perdere entrambi i tie-break: si è trovata 0-4 nel primo, 4-6 nel secondo. L’australiana, cuore di panna, non ha sfruttato la chance. Flavia ha certamente più personalità e potrebbe sfruttare eventuali debolezze. Ammesso che ci siano.
 
ERRANI, ADDIO MASTERS?
Dopo Roberta Vinci e Camila Giorgi, salutano il torneo anche Karin Knapp e Sara Errani. L’altoatesina non è mai stata in partita contro Anastasia Pavlyuchenkova, vincitrice con un netto 6-1 6-3. Vincere tre partite, per Karin, è stato comunque un buon risultato. Prima di Cincinnati aveva perso al primo turno 12 volte su 18 tornei. Grande rammarico per la Errani, incapace di vendicare la Vinci, battuta 24 ore prima da Sabine Lisicki. La tedesca si è imposta in un match thriller nonostante 18 doppi falli. Nel 4-6 6-2 7-6 finale c’è spazio per i rimpianti: sul 5-5, la Errani aveva strappato il servizio alla tedesca ma al momento di servire per il match si è disunita e ha perso piuttosto nettamente il tie-break. Salvo miracoli allo Us Open, dove vanta comunque una semifinale nel 2012, la Errani dice addio alle speranze di qualificarsi per il Masters di Singapore, almeno in singolare. In questo momento è dodicesima, ma 700 punti da recuperare sull’ottavo posto di Ana Ivanovic sembrano francamente troppi. Vedremo se la Pennetta (attualmente 16esima) potrà clamorosamente tornare in corsa. In fondo, Cincinnati è un talismano…