Mentre Roberta Vinci cede netto alla Clijsters, La Pennetta supera in tre set la Cirstea. Nella confusione del torneo olimpico, Berdych inciampa contro Steve Darcis.
La maglia azzurra non ha portato fortuna a Roberta Vinci, almeno in singolare
Di Riccardo Bisti – 28 luglio 2012
Troppa confusione. Il tennis non è abituato a stare in mezzo agli altri sport. E se Wimbledon è una location d’eccezione per il torneo olimpico, fa senso vedere il Centre Court semivuoto (poi però è arrivato Federer a riempirlo). Di solito le tribune piene fanno parte dell’arredo dei Championships. Ancora prima che un torneo, Wimbledon è una liturgia, una tradizione. Per nove giorni cambia tutto ma il torneo finirà quando non avremo ancora terminato di abituarci. Un match tra Tomas Berdych e Steve Darcis, ad esempio, non è il massimo dell’appeal. Ma basta giocare a Wimbledon e la ressa è garantita. Invece la scritta “London 2012” su sfondo viola non ha creato la ressa. E’ normale. In giro per Londra ci sono eventi di ogni tipo: dal tradizionale nuoto, al pugilato, alla pallavolo, al calcio, all’equitazione. Tutti nel nome dei cinque cerchi. Il tennis è seguito, amato, applaudito. La BBC ha deciso di dedicare tre campi al torneo, ma l’impressione è che il tennis non sarà mai sport olimpico al 100%. Le ragioni sono tante, alcune le abbiamo già scritte, non vale la pena tornarci. Di sicuro è una giornata piena di confusione. Prendiamo Roberta Vinci: contro una Clijsters in convalescenza aveva una buona chance di passare il turno e trovare una Stosur che sull’erba è tutt’altro che ingiocabile. Invece ha raccolto cinque giochi, facendo partita solo nel secondo set del 6-1 6-4 finale. E’ andata avanti di un break, sul 5-4 ha avuto una palla break per provare a restare in gara…ma ha salutato le Olimpiadi. Anzi, no. Più avanti nella giornata tornerà in campo per il doppio, dove insieme a Sara Errani troverà le ceche Safarova-Cetkovska. Sono numero 2 del tabellone, le abbiamo messo addosso una grande pressione. Chi ci assicura che durante il match non abbia pensato al doppio, a non sprecare energie per la gara dove sogna di vincere una medaglia? E la Errani che farà? Chi va avanti, per fortuna, è Flavia Pennetta. Opposta alla fotocopia (solo estetica) di Ana Ivanovic, ha avuto qualche problema nella parte centrale della partita. Avanti 6-2 4-2, ha perso sei giochi di fila e ha rischiato di perdere. Ma ha restituito alla rumena il parziale di sei giochi consecutivi e si è imposta con il punteggio di 6-2 4-6 6-2. Al secondo turno avrà la vincente di Pironkova-Cibulkova.
Quando parliamo di confusione ci riferiamo anche al mischiarsi tra singolare e doppio nell’unico torneo in cui hanno lo stesso valore. La medaglia d’oro pesa uguale, ha lo stesso valore per i Comitati Olimpici e per le Federazioni. E poco importa se vinci un epico singolare o un doppio zoppicante. Anche in virtù di questo dobbiamo leggere certi risultati. Questo Berdych, ad esempio, combina un pasticcio dopo l’altro e cede 6-4 6-4 a Steve Darcis, buon giocatore ma nulla di più. Infiocchettato nel rossoblu della Repubblica Ceca, scivola un punto si e un punto no e si arrende. E pensare che otto anni fa sbattè fuori Federer da Atene 2004 e nel 2010, su questo stesso campo, giunse in finale a Wimbledon. A metà giornata, l’unica sorpresa è proprio l’eliminazione di Berdych. Dopo di lui, sul Campo Centrale è scrsa in campo Serena Williams. Con la sua tenuta blu griffata USA ha ricordato il McEnroe di trent’anni fa. Sotto gli occhi fieri di Michelle Obama, vera appassionata di tennis, ha spazzato via una Jelena Jankovic che si era già spazzata via da sola dal tennis d’elite. Nel tabellone femminile, fa sensazione la sconfitta di Tamira Paszek, battuta da Alzie Cornet. L’austriaca sembrava in gran forma, invece si è sciolta già al primo turno. Così come David Nalbandian, battuto per la seconda volta in un mese da Janko Tipsarevic sul Campo 1. E anche stavolta non ha portato a casa neanche un set. Mini sorpresa per la vittoria di Santiago Giraldo su Ryan Harrison.
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