Foto Ray Giubilo
Impressioni, emozioni e pensieri della cinque volte campionessa di Melbourne, dopo la conquista del suo dodicesimo titolo Slam…
Come ti senti in questo momento? Cosa ci racconti della partita?
“Mi sento benissimo. E’ qualcosa di meraviglioso. Non mi sembra vero ma è così, è successo veramente”.
E’ stata una partita difficile mentalmente e fisicamente?
“E’ stato un match duro sia fisicamente che mentalmente. Sembrava che entrambe dovessimo dimostrare qualcosa. E penso che alla fine ci siamo riuscite”.
Non ti era mai capitato di perdere 15 punti di fila e poi alla fine riuscire a vincere…
“Veramente? Ne ho persi così tanti e a un certo punto ho pensato: ero sopra 15-40 e potevo brekkarla. Poi ne ho persi così tanti e ho pensato: almeno ho vinto il primo set, per fortuna ho vinto il primo set”.
Cosa è cambiato, se è cambiato qualcosa, tra il secondo e il terzo set?
“Ho cercato di essere positiva, e ho avuto molte opportunità nel secondo set che non ho sfruttato. Così nel terzo sapevo che avrei avuto altre chance e che avrei dovuto assolutamente sfruttarle”.
Quando guardi il trofeo che hai difeso cosa provi, che significato ha per te?
“E’ una sensazione meravigliosa. La cosa bizzarra è che mi sento bene, così come mi sentivo bene tutti gli altri anni in cui ho vinto. Quindi non so se questa sia una garanzia anche per la vittoria dell’anno prossimo. E’ una sorta di odio/amore. Sto solo cercando di vivere questo momento felicemente e la cosa più speciale è che sono riuscita a pareggiare i successi di Billie Jean King. Perché in fondo al mio cuore, il mio obiettivo era questo e c’è mancato poco che mi sfuggisse questa opportunità.
Perché è così importante per te?
“Billie Jean è la mia mentore. E’ anche stata la mia capitana di Fed Cup ed è stato stupendo. Ci siamo divertite molto insieme. E’ venuta a trovarmi anche prima della partita e mi ha chiesto come andava… E ha guardato tutte le mie fasciature”.
C’è stato un momento durante il torneo in cui hai pensato che la fortuna stesse girando dalla tua parte e che stavi rompendo il digiuno di vittorie qui a Melbourne negli anni pari?
“Mah, a dire il vero non ci ho mai pensato. Non mi sono mai fatta problemi sul fatto che vincevo un anno sì e un anno no. So che se avessi perso oggi avrei vinto l’anno prossimo, quindi nessun problema. Quindi adesso sono un po’ nervosa, perché non so se l’anno prossimo riuscirò a vincere”.
Hai vinto questo trofeo, ma chi ti ha dato questa collana così brillante e questi orecchini?
“La collana è un regalo di un amico e gli orecchini me li sono presa da sola, sfortunatamente. Ma va bene così”.
Ci puoi rivelare qualcosa in più riguardo alle tue fasciature: dove hai maggiori problemi e che parti del corpo stai proteggendo?
“Vediamo, da dove comincio… Quanto tempo hai? Mi sono stirata un tendine a Sydney e questo mi ha devastato. Comunque dopo averlo fasciato mi sono sentita molto meglio. E poi sempre a Sydney ho sentito qualcosa che non andava alla gamba, e quando l’ho fasciata non la sentivo bene, ma mi aiutava ad avvertire meno il fastidio. Naturalmente fascio le caviglie per pervenire altri traumi. Poi, credo al terzo turno, ho preso una storta alla caviglia, e nel match contro l’Azarenka sono caduta e mi sono fatta male al polso. E ho cominciato a sentire male anche tra le dita dei piedi”.
Ti rendeva più nervosa il fatto che saresti scesa in campo con tutti questi bendaggi?
“Mah, alla fine no perché mi sentivo bene. Mi muovevo bene in campo anche se ero piena di fasciature. In tutta sincerità i bendaggi mi sono stati di grande aiuto. Mi hanno permesso di muovermi bene e di poter giocare al mio livello”.
Mentre giocavi sentivi male quindi?
“Beh, naturalmente. Ma non credo che ci sia un atleta a questo livello che non ha fastidi. Anche Justine era fasciata. Anche Li Na. Ogni atleta, e questa è la particolarità di essere un atleta, entra in campo e gioca, e non può sempre essere al 100% della sua forma, è questo che lo rende speciale”.
Hai parlato a Billie Jean dei 12 titoli dello Slam?
“Non ho parlato con Billie Jean di questo. Abbiamo fatto una foto insieme. Ero così eccitata. Le ho detto, ho pareggiato i tuoi successi. Che onore per me. Come ho già detto sono contenta di aver uguagliato i suoi successi nel Grand Slam ma sono ancora più entusiasta per quello che ha fatto fuori dal campo”.
Pensi che la vittoria di oggi faccia dimenticare a tutti i problemi che hai avuto agli Us Open?
“Mah, a dire il vero non ci ho proprio pensato. Penso che sia che io vinca, perda o pareggi, l’importante è che io sono qui. Ho giocato la finale e ho fatto del mio meglio. Questo è quanto”.
Dove pensi possa arrivare Justine adesso che è tornata a giocare?
“Beh, lei può andare molto avanti. Come avete visto, oggi mi ha impegnato al massimo delle mie possibilità. Sicuramente non ha perso niente rispetto a prima. Sembra di giocare con qualcuno che non ha mai smesso”.
Sembravi molto emozionata alla fine del match. Hai considerato il fatto di arrampicarti sulla tua tribuna?
“Se hai guardato bene l’ho fatto. Ma non c’era alcuna possibilità di poterci riuscire con un balzo. Ho pensato di prendere l’ascensore ma non c’era modo di riuscirci. Per fortuna c’era una sedia. Ho usato quella”.
Hai salvato almeno 6 o 7 palle break con il servizio con ace o vincenti. Pensi che stasera il servizio sia stato la tua chiave vincente?
“Ne sono sicura”.
Anche gli ace?
“Sì certamente. Non penso di aver servito in maniera eccellente stasera. Ma quando ne ho avuto bisogno il servizio ha funzionato al 100%. Anche il primo game, che credo sia durato una decina di minuti, sono riuscita a tenerlo grazie al servizio. Anche nel terzo set, quando ero sotto, non ne sono sicura ma devo aver servito qualche ace”.
Quando all’inizio del terzo set eri sotto uno a zero 15-40 hai servito l’ace numero 8, poi un servizio vincente e poi un altro ace…
“Sicuramente il servizio mi è stato di grande aiuto. Sinceramente più andava avanti il match più servivo meglio. Quando è cominciato il terzo set sentivo che il servizio cominciava a funzionare sempre meglio”.
Anche oggi avevi in testa una canzone dei Green Day come l’altro giorno?
“No, ma credo che saranno ai Grammys. Magari faranno un party dopo il premio e, sapete, sarebbe un onore… Adoro i Green Day. Sono un po’ nevrotici, come sono io”.
Il gioco di Justine è uguale a prima o è cambiato? C’ è qualcosa che ti ha sorpreso del suo gioco?
“Penso che il suo gioco sia migliorato. Ha aggiunto qualcosa”.
Cosa in particolare?
“E’ più aggressiva, gioca più d’attacco”.
La differenza tra Kim e Justine?
“Questo me lo tengo per me”.
Hai dei biglietti per il Super Bowl?
“Certo, sono in vendita. Sono biglietti da $10,000. Sono posti suite.”
Come festeggerai stasera?
“Di solito non festeggio. Sicuramente farò qualcosa con Venus, mi è stata di grande aiuto oggi. Mi ricordo nel terzo set, quando ero sotto, mi ha detto dai Serena, forza, va tutto bene, adesso, devi reagire adesso. Questa sua frase mi ha fatto scattare qualcosa e ho tirato fuori la grinta. Magari stasera ci vedremo un film.”