La sintesi del suo match di secondo turno contro Steve Darcis l’ha offerta direttamente Novak Djokovic in conferenza stampa, rispondendo alla prima domanda. “Sono contento di averla portata a casa in due set, ma oggi c’è stato qualcosa nel mio gioco che non mi è piaciuto”. La stessa sensazione che ha dato agli osservatori, chiudendo per 7-5 6-3 6-4 un incontro troppo ricco di alti e bassi. Al belga va dato il merito – come ha giustamente fatto il numero uno del mondo – di aver mischiato le carte, variato il gioco e – aggiungiamo noi – avergli dato un tremendo fastidio col suo splendido back di rovescio, fino a far breccia nei nervi di “Nole”. A tratti è sembrato di rivedere il Djokovic un po’ troppo nervoso della finale di Roma contro Andy Murray, ma almeno al Foro Italico fra fatica e punteggio aveva qualche giustificazione, mentre oggi è stato sempre lui a condurre le danze, sin dal primo punto dell’incontro. Eppure, in certi frangenti ha avuto un po’ troppa fretta di chiudere i punti, non proprio il suo forte, specialmente contro un avversario veloce come Darcis, che gioca d’anticipo e sa fare più o meno tutto. Il serbo si è fatto recuperare da 3-0 nel primo set, da 2-0 nel terzo, anche se va precisato che quando è stato il momento di chiudere l’ha fatto, riuscendo ad alzare il livello senza particolari difficoltà. Rimane comunque un match così così, buono per il punteggio e le energie risparmiate in un duello a distanza con un Nadal formato 2012 (solo 4 anni fa aveva perso appena 9 game nei primi due match), meno per il gioco, decisamente più brillante all’esordio. “Ho commesso troppi errori nei primi colpi degli scambi – ha raccontato “Nole” – e sia nel primo sia nel terzo set gli ho dato la possibilità di rientrare. Spero non succeda lo stesso nei prossimi turni: d’ora in avanti gli incontri saranno sempre più duri”.
IL CONTRIBUTO DI BORIS BECKER
In realtà, il prossimo impegno del campione serbo ha le sembianze di quelli da primissimi turni, contro un Aljaz Bedene che per la prima volta in carriera mette il naso al terzo round di uno Slam. Lo sloveno-britannico ha fatto fare il lavoro sporco a Pablo Carreno-Busta, bravo a far fuori la testa di serie Delbonis, poi l’ha domato in cinque set e si è preso il big match. Ma difficilmente avrà le armi per metter paura a Djokovic. “Lo conosco abbastanza bene, ci siamo allenati più volte insieme e poi parliamo la stessa lingua, è più facile comunicare. È un gravo ragazzo, di talento, serve bene. Mi aspetto un match complicato, ma ci stiamo avvicinando alla seconda settimana, è normale sia così. Di match facili non ce ne saranno più. Lui non avrà nulla da perdere, giocheremo su uno dei campi principali, sicuramente darà il massimo. Spero solo di riuscire a sostenere la pressione che mi metterà e cercare di divertirmi sul campo”. Visto che, comunque, sul match odierno non c’era molto da dire, gli è stata posta una domanda intelligente sulla sua collaborazione con Boris Becker. All’inizio sembrava una moda quella di assumere gli ex campioni, ma di tutti gli altri (Edberg, Lendl, Mauresmo) non c’è più traccia, mentre “bum bum” resiste alla grande. “Sono onorato di poter lavorare con lui, per condividere le mie esperienze e imparare dalle sue. È l’aspetto principale: come ho già detto in passato, Boris ha vissuto tutto ciò che sto vivendo io, le sfide, le aspettative, gli alti e bassi, e riesce a convertire tutto ciò che ha imparato in consigli per me e il mio team. Il suo contributo è veramente importante”.
ROLAND GARROS – Secondo turno
Novak Djokovic (SRB) b. Steve Darcis (BEL) 7-5 6-3 6-4