Durante l'ultimo Wimbledon, Grigor Dimitrov ha preso una decisione che ne ha trasformato la carriera. La sconfitta contro Steve Johnson lo aveva fatto precipitare al numero 40 ATP, posizione indecorosa per il suo innegabile talento. In quei giorni ha preso contatto con Dani Vallverdu, giovanissimo coach venezuelano (è classe 1986) che però ha già una certa reputazione per aver lavorato con Andy Murray (come assistant coach) e con Tomas Berdych (prima esperienza da head coach). Poco prima di ricevere la chiamata di Dimitrov, aveva effettuato un periodo di prova con Juan Martin Del Potro, ma i due non avevano raggiunto un accordo per ragioni logistiche. Il primo incontro è avvenuto nella casa affittata da Dimitrov a Londra: il bulgaro parlò molto, spiegando le sue intenzioni. Evidentemente ha usato le parole giuste, visto che hanno iniziato a lavorare il giorno dopo. E un buon finale di stagione ha portato “Grisha” al numero 17 ATP. Ma il 2017 è iniziato ancora meglio, con la vittoria al torneo ATP di Brisbane, ottenuto battendo tre top-10 (Thiem, Raonic e Nishikori). Il suo avversario nell'attesa semfinale dell'Australian Open sarà Rafael Nadal. E' la seconda volta che Dimitrov si spinge così avanti in uno Slam. “Sin dall'inizio ci siamo concentrati sui punti di forza – ha detto Vallverdu – servizio, dritto e rapidità negli spostamenti. Una volta che le armi principali di un giocatore funzionano, a quel punto è possibile aggiungere qualcosa. Ci stiamo lavorando. Siamo ancora nella prima fase del lavoro, e speriamo di poter lavorare su altre cose in futuro. Per adesso sta andando bene. Grigor ha accettato il processo che stiamo attraversando, e si sta impegnando molto”.
PIU' LOTTATORE CHE BRAVO RAGAZZO
Sono passati oltre otto anni da quando il bulgaro è stato considerato, per la prima volta, una futura stella. Era il settembre 2008 e vinceva lo Us Open Junior (in campo femminile si impose Coco Vandeweghe, altra grande protagonista di questo Australian Open). La vicinanza stilistica con Roger Federer gli valse immediatamente il soprannome di “Baby Fed”. Qualche mese dopo avrebbe messo in difficoltà proprio Rafael Nadal al torneo ATP di Rotterdam. Poi gli infortuni ne hanno rallentato la crescita, ma la semifinale a Wimbledon 2014 (ottenuta battendo Andy Murray) sembrava il punto di partenza per una carriera finalmente brillante. Niente da fare: la partnership con Roger Rasheed è rapidamente franata e Grigor era finito in un vicolo cieco, da cui sembrava non potersi più rialzare. Ma Vallverdu ha sempre avuto fiducia nel suo talento. Non sapeva, semmai, quanto sarebbe stato disposto a impegnarsi, sia mentalmente che fisicamente. “Ero un po' preoccupato, invece lavorare con lui si è rivelato un vero piacere. Ha accettato e raccolto ogni sfida che gli ho proposto. Questa sua capacità mi ha impressionato: accetta ogni sfida, non solo con gli avversari, ma anche con me”. Dimitrov è un tipo simpatico e si è costruito la fama di bravo ragazzo, al punto da conquistare nientemeno che Maria Sharapova, anche se la loro love story si è arenata. “Tutto vero – dice Vallverdu – è certamente un ragazzo piacevole, ma direi che è più lottatore che bravo ragazzo”. Quello di stamane sarà il nono scontro diretto tra il bulgaro e Nadal, e il bilancio parla di sette vittorie a una per lo spagnolo. Però i quarti di finale dell'Australian Open 2014, splendida battaglia, danno un po' di fiducia a Grisha. “Ho tutti gli strumenti per andare ancora avanti, il mio lavoro a Melbourne non è ancora finito – ha detto dopo il successo su Goffin – penso di essere preparato per affrontare Nadal, sono pronto per giocare un match lungo. Ho abbastanza fiducia da dire che mi sento bene fisicamente. Partita dopo partita, ho la sensazione di stare sempre meglio”. Vallverdu ammette che la sfida a Nadal sarà molto complicata, ma ritiene che il suo allievo abbia tutte le carte in regola per arrivare in fondo. “Un grande risultato è dentro di lui, è preparato per ottenerlo – ha detto – però, una volta sul campo, devi trovare il modo di fare un passo in più contro i più forti, nei grandi match. Vedremo come gestirà la situazione, ma credo che sia un buona posizione per farlo bene”.