Da Monte-Carlo, Cristian Sonzogni – foto Getty Images
“All’inizio del secondo set, sotto per 6-0 e con un palla break da affrontare, ho pensato che finire la carriera a Monte-Carlo non era stata poi un’idea così brillante”. Lascia così, con ironia, Ivan Ljubicic, persona di grande qualità prima ancora che grande giocatore. Lascia con una sconfitta in due set (6-0 6-3) di fronte al connazionale Ivan Dodig, ma con la consapevolezza di aver dato tanto al suo sport. Gli sono venuti gli occhi lucidi, durante la cerimonia organizzata in suo onore sul Centrale dal Country Club e dall’Atp, e non ci si poteva attendere altro. “Ho provato qualche stratagemma per evitare di piangere, ma non ha funzionato”. Poi i saluti, il ringraziamento al coach di sempre Riccardo Piatti, e infine una lunga conferenza stampa vissuta tra i ricordi e il futuro, con un podio dei momenti più belli che magari potrebbe sorprendere qualcuno: medaglia olimpica al primo posto, Coppa Davis al secondo, titolo di Indian Wells al terzo.
Interessante anche una chiacchierata a metà tra l’ufficiale e l’informale con Jo-Wilfried Tsonga, col transalpino schierato a difendere gli interessi dei giocatori di seconda fascia, per aumentare sempre più la popolarità del tennis in tutto il mondo. “Bisogna pensare ai giocatori che frequentano il circuito minore, che stanno fuori dai top 100 e che magari perdono spesso al primo turno nel circuito Atp. Perché loro sono la linfa del mondo del tennis, si allenano come e più dei top players e hanno molte spese da coprire. Non si può non tener conto del loro parere, così come non si può non pensare ai tornei minori e alla loro sopravvivenza”.
L’ultimo ad arrivare in conferenza stampa pre-torneo è Novak Djokovic. “Mi piace giocare qui – dice il numero 1 del mondo – dove mi alleno spesso durante l’anno. E mi piace anche giocare sulla terra, considerato che è la superficie dove sono cresciuto perché in Serbia, fino a pochi anni fa, esistevano solo campi rossi. Sarà un’estate difficile per me, visto che devo difendere tanti punti per le vittorie dello scorso anno, e in generale perché è l’anno olimpico, il che mette più pressione in un calendario già abbastanza pieno. Riguardo a Ljubo, è stato strano vederlo giocare qui per l’ultima volta. Mi ha aiutato molto all’inizio della carriera quando mi allenavo con lui e con Piatti, ed è anche un buon amico. Mancherà al tennis”.
Passando ai risultati, la prima giornata di main draw ha visto i successi di Troicki su Lisnard e di Simon su Balleret. Ma soprattutto sono arrivate due belle qualificazioni per i giocatori italiani in gara, Simone Bolelli e Alessandro Giannessi. Il primo ha superato in mattinata Bubka junior in maniera piuttosto agevole, vincendo poi alla distanza il secondo match della giornata contro il francese Roger Vasselin, superato per 7-5 al terzo set dopo due ore e 35 minuti di lotta sul campo 2. Simone ha sprecato molto in avvio, poi ha dominato il secondo e ha concretizzato un break all’undicesimo gioco del terzo che poi si è rivelato decisivo. Curiosa una scenetta a fine incontro, con i due giocatori che si sono ritrovati a discutere a lungo sul segno lasciato dalla palla nel penultimo punto dell’incontro, senza che l’arbitro si interessasse minimamente della questione. Nell’ultimo match di giornata, bella impresa di Alessandro Giannessi, che in mattinata aveva superato Stakhovsky per 6-0 al terzo, e in seguito si è ripetuto contro Gimeno Traver (6-1 7-6). L’azzurro aveva accusato qualche problema fisico durante il primo turno, ma evidentemente si è ripreso bene al punto da riuscire a ottenere un meritato pass per il main draw. Il suo diritto mancino fa molto male ma soprattutto è la sua regolarità a mettere in crisi gli avversari. Ora è atteso a un ulteriore salto di qualità, magari proprio partendo dal Country Club.
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