WIMBLEDON. L’americana supera la campionessa in carica Petra Kvitova. Ha alzato il livello nel momento del bisogno. In “semi” trova la Azarenka, l'altra sarà Kerber-Radwanska.
Vika Azarenka ha vinto una bella partita contro la Paszek
 
Di Riccardo Bisti – 4 luglio 2012

 
Chissà quale considerazione avremo di Serena Williams tra una trentina d’anni. La metteremo tra le migliori di sempre, al di là del palmares? La possiamo mettere sullo stesso piano di Graf, Evert e Navratilova oppure è un gradino sotto? Sul piano della classe, e della capacità di alzare il rendimento nel momento del bisogno, Serenona è su livelli assoluti. Peccato per la discontinuità che ne ha un po’ sporcato il palmares. Detto questo, l’americana ha dato una maestosa dimostrazione di forza nel match contro Petra Kvitova, campionessa in carica a Wimbledon e reduce da una striscia vincente “erbivora” di 11 match consecutivi. L’ultima volta che aveva perso sui prati risaliva alla semifinale del 2010, proprio contro Serena. “Lei stava giocando alla grande, non avevo nulla da perdere – ha detto Serena dopo il 6-3 7-5 che l’ha spedita in semifinale contro Vika Azarenka – non puoi pensare di giocare contro la campionessa in carica senza elevare il tuo tennis”. Serena ha zoppicato nei turni precedenti, rischiando grosso sia con la Zheng che con la Shvedova. Si era salvata grazie a un servizio monumentale, degno del circuito ATP. Contro la Zheng aveva sparato addirittura 23 ace. Stavolta gliene sono bastati 13, di cui 3 nell’ultimo game. Il bello, per la Williams, è che il resto del gioco ha ripreso a funzionare. E’ tornata ad essere incisiva e “cattiva” con i colpi da fondocampo. Un break nel primo set è stato sufficiente per mandarla avanti, mentre c’è stata più lotta nel secondo. Sul 4-5, Serena ha annullato un setpoint con una robusta prima di servizio che la Kvitova non è riuscita a contenere, rispondendo in rete. Nel game successivo, la ceca è salita 30-0 ma ha commesso quattro errori consecutivi, compreso un banale errore di dritto sulla palla break. L’ultimo game è stato una sentenza: per la Williams, già vincitrice in quattro occasioni, è l’ottava semifinale ai Championships.
 
“E’ difficile giocare contro Serena – ha chiosato la Kvitova – perché sa cosa fare nei momenti importanti”. La Williams è a due vittorie da un successo che significherebbe il 14esimo Slam in carriera, e sarebbe la prima ultra-trentenne a vincere uno Slam dai tempi di Martina Navratilova, ultima a riuscirci. Il match, così come tutta la giornata sul campo centrale, si è giocato al coperto. Le condizioni indoor non sembrano velocizzare il gioco, ma di sicuro sono piaciute a Serena. “Mi piace molto il suono della palla, sembra di essere in un videogame. Che bello giocare indoor!”. Al penultimo round, come detto, se la vedrà con Vika Azarenka, brava a battere con punteggio quasi identico (6-3 7-6) una grintosa Tamira Paszek, sostenuta a gran voce da Barbara Schett e Ronnie Leitgeb in tribuna. La bielorussa ha dominato il primo set, concedendo appena un punto al servizio, mentre c’è stata parecchia bagarre nel secondo. “Vika” ha fatto il break sul 4-4, ma non le è bastato servire due volte per il match per chiudere. L’austriaca, ben lieta di fare a pallate da fondocampo, si è rifugiata nel tie-break (dove è anche stata in vantaggio pe 2-0) prima di arrendersi con un vivo onore delle armi.
 

Serena-Azarenka sarà indubbiamente la semifinale più nobile. Nella parte alta, il derby tedesco è andato ad Angelique Kerber, brava a superare Sabine Lisicki (per la terza volta di fila nei quarti) con un pirotecnico 6-3 6-7 7-5. Avanti 6-3 3-0, la Kerber ha visto materializzarsi i fantasmi della finale di Eastbourne, dove aveva bruciato cinque matchpoint prima di perdere contro la Paszek. Nel secondo set ne ha persi tre (due sul 5-4 e uno nel tie-break), poi si è trovata sotto 5-3 al terzo. Non ha avuto paura ed è riuscita a dare il decisivo colpo di reni che l’ha portata tra le prime quattro in uno Slam per la seconda volta in carriera. In semifinale avrà una grande chance contro Agnieszka Radwanska, che ha approfittato del "suicidio" di Maria Kirilenko nella prosecuzione di un match sospeso per pioggia. La russa è arrivata a due punti dal match, ma si è fermata sul più bello e ha finito col perdere un match ripreso alle 21.30 locali, sotto il tetto del campo centrale.