Qualche ora di pioggia rischia di falsare il Roland Garros. Se tra le donne possono ancora cavarsela, il rinvio di Monfils-Federe ha messo a nudo l'arretratezza di un torneo che non riesce a stare al passo con gli altri Slam. Perchè non accelerare l'arrivo delle luci artificiali? 

Cara Parigi, devi sbrigarti. Non è possibile, nel 2015, che un torneo del Grande Slam possa avere problemi di regolarità solo perchè è caduta un po' di pioggia. Niente di irreparabile, per carità, ma le vincitrici di Sharapova-Safarova e Pennetta-Muguruza dovranno giocare per due giorni di fila. La distanza dei 2 set su 3 non dovrebbe regalare troppi vantaggi alla vincitrice di Svitolina-Ivanovic, ok. Ma c'è stato il rischio di creare squilibri irreparabili. E' andata meno bene tra gli uomini: Roger Federer e Gael Monfils torneranno in campo oggi a ora di pranzo, partendo dal punteggio di un set pari. Giocheranno una specie di match al meglio dei tre set, ma con la zavorra psicologica di affrontare Wawrinka 24 ore dopo. Un Wawrinka fresco come una rosa. E chiunque ha visto il suo match contro Gilles Simon, beh, sa che non scherza. E allora tocca ripetere concetti già espressi ma più attuali che mai: in questo momento, il Roland Garros è il peggiore dei quattro Slam. E' il più piccolo (si sta stretti, nel vero senso della parola), quello con le strutture più antiche e soffre dell'assenza di un tetto retrattile. La copertura sul Campo Chatrier (prevista da un progetto inaugurato cinque anni fa ma che non si sblocca per l'ostruzionismo di ambientalisti e alcuni politici) avrebbe preservato il programma e sarebbe stato molto più semplice spostare sul Campo 1 Safarova-Sharapova, originariamente programmate sul Lenglen. Invece, per non sfavorire nessuno, hanno dovuto cancellare due match. E hanno mandato in campo Federer e Monfils intorno alle 19.15, quando era evidente che il match non sarebbe terminato. Lo sapevano anche i giocatori, che infatti hanno optato per la sospensione intono alle 20.30, quando ci sarebbe stato lo spazio per giocare ancora un po'.
 

GLI ALTRI CORRONO, PARIGI RESTA FERMA
A Parigi sono consapevoli dell'arretratezza rispetto agli altri tre Slam, ma non riescono a sbloccare i progetti (peraltro molto interessanti) perchè l'impianto si trova nel cuore di Parigi e ampliarsi non è così facile. Gilbert Ysern, direttore del torneo, ha detto che senza certe autorizzazioni il torneo rischia di morire. Ha ragione. E forse qualcuno si starà pentendo della scelta di restare a Roland Garros bocciando le soluzioni alternative (
Gonesse, Versailles e Marne La Vallee) che avrebbero obbligato a una costruzione ex-novo ma senza problemi né vincoli di spazio. A ben vedere, una storia non così diversa da quella del Foro Italico. I numeri del Roland Garros non sono positivi: otto ettari di spazio non sono sufficienti per uno Slam e il torneo fa registrare meno spettatori di Indian Wells. Un dato imbarazzante che però pone l'accento sull'inadeguatezza delle strutture. Il problema del tetto è molto grave. Lasciando perdere strutture faraoniche come Madrid (dove ne hanno addirittura tre) o Shanghai, senza dimenticare Amburgo, gli altri Slam si sono attrezzati. In Australia ne hanno tre (l'ultimo, presso la Margaret Court Arena, è stato inaugurato proprio quest'anno), a Wimbledon hanno trovato il modo di coprire il Centre Court e nel 2019 sarà altrettanto sul Campo 1, mentre a New York – dopo cinque finali giocate di lunedì – procedono spediti i lavori sull'Arthur Ashe: vedremo il tetto già quest'anno, ma sarà operativo dal 2016. A Parigi, niente. L'unica novità del 2015 sa di beffa: i teloni che coprono i campi non sono più verdi, ma rossi come il colore dei campi. Un po' poco per un torneo che è già il più povero tra i quattro “Major”. C'è poi il problema della luce artificiale. In attesa del tetto, è inammissibile che un incontro sia sospeso per oscurità. Persino nei tornei challenger basta premere un interruttore e si continua a giocare finchè è necessario. Detto che l'istituzione di una sessione serale sarebbe ottima per le casse del torneo e per incrementare il numero di spettatori, un impianto di illuminazione sarebbe necessario già oggi. Non c'è alcun motivo per continuare con le sospensioni serali, la cui applicazione è peraltro soggettiva: a volte si termina prima delle 21, altre si va avanti fin quasi alle 22 (ricordate il mitico Fognini-Monfils del 2010?).


PLASTICI, FILMATI…MA IN CONCRETO?

Sul sito ufficiale del Roland Garros (la cui grafica futuristica non è piaciuta granchè agli appassionati) c'è una sezione apposita, denominata “The New RG Stadium” in cui si presentano le mire espansionistiche del torneo. Il progetto, di cui si parla da anni, sarebbe anche molto interessante. Ci sarebbero nuovi campi e una copertura ultra-moderna sullo Chatrier, capace di aprirsi e chiudersi in circa un quarto d'ora. Nuovi uffici, un ampio villaggio e la morte del Campo 1, costruito una trentina d'anni fa a spesso teatro di match straordinari, non ultimo lo Schiavone-Kuznetsova di quest'anno. Il problema è che il progetto va di traverso a qualcuno (ecologisti che non vogliono veder intaccate le serre d'Auteil, e qualche politico locale). Un recente pronunciamento del Consiglio Comunale di Parigi ha ulteriormente rinviato il via ai lavori e non è più così sicuro che nel 2017 avremo il nuovo impianto. E gli altri, nel frattempo, corrono. Consapevoli di questo, gli organizzatori dovrebbero essere più bravi a gestire gli ordini di gioco. Quello di domenica era corretto, ma nel momento in cui ha iniziato a piovere avrebbero dovuto organizzarsi meglio. Certo, con le luci sarebbe stato tutto più facile. Ma se oggi servissero altre tre ore per stabilire chi vincerà tra Monfils e Federer, chi spiegherà al vincitore che dovrà scendere in campo il giorno dopo perchè non ci sono luci sullo Chatrier?