Il termine “Super Clasico” è molto in voga nel calcio, ma sta trovando spazio anche nel tennis. Il merito è delle grandi rivalità degli ultimi anni: Nadal-Federer, Nadal-Djokovic e Federer-Djokovic sono ormai “classici” a tutti gli effetti. Ma adesso è tempo di Coppa Davis: nel weekend è in programma una sfida che può essere considerata a tutti gli effetti il Super Clasico dell'Insalatiera: per la 46esima volta si affronteranno Australia e Stati Uniti. Il senso storico della sfida è accresciuto dalla scelta di Tennis Australia, che ha optato per il vecchio impianto di Kooyong. Fino al 1987 è stata la sede dell'Australian Open, poi la modernità ha spinto verso Melbourne Park. Ma i miti restano, ed anzi crescono con lo scorrere del tempo. “Credo che i miei ragazzi sentiranno i fantasmi. Non penso che a Kooyong sia possibile evitare o ignorare la storia” ha detto Jim Courier, capitano del team statunitense. L'impianto è stato ultimato nel 1927 e ha ospitato alcune leggendarie finali di Davis, soprattutto quando australiani e americani dominavano il gioco. Poi è diventato sede dell'Australian Open per sedici edizioni, dal 1972 al 1987. Oggi non sarebbe in grado di ospitare uno Slam, anche per la sua particolare collocazione: incastonato tra la ferrovia e l'autostrada, sembra un palazzo storico circondato dai grattacieli. Scrostando la storia, tuttavia, si apprende che avrebbe anche potuto mantenere il privilegio di ospitare l'Australian Open se i soci fossero stati un po' più combattivi. Attualmente il Kooyong Lawn Tennis Club è presieduto da Chris Brown, che però non la pensa così: “C'era la necessità di una nuova sede e Melbourne Park garantisce strutture e servizi eccezionali. Creare una cosa del genere da noi, fuori città, non sarebbe stato positivo. Il club è tornato a servire un enorme numero di soci. E' stato un bene per il torneo, il club e la città”. Il tennis professionistico non ha abbandonato Kooyong: ogni anno, alla vigilia dell'Australian Open, si gioca un'esibizione con alcuni top-player. Trasmette un po' di malinconia, ma le priorità sono cambiate. Oggi il club conta su 8.000 soci, campi da squash, una palestra e una piscina al coperto. Ma il tennis la fa ancora da padrone: ci sono ben 26 campi in erba e 22 in terra, perfetti per i mesi invernali.
IMPIANTO INAUGURATO DA NORMAN BROOKES
Secondo Paul McNamee, cresciuto su quei campi, l'erba di Kooyong è la migliore del mondo. Forse non è un caso che Lleyton Hewitt abbia scelto proprio questi campi per il suo esordio da capitano. C'è tanta simbologia nell'Australia-Stati Uniti di questo weekend. Fu proprio in occasione di un match di Davis a Kooyong che Hewitt si innamorò del tennis e dell'Insalatiera. Lo spirito combattivo di Pat Cash nella finale del 1986 contro la Svezia ha segnato la sua infanzione e gli fece scegliere il nostro sport. Dal 1990, il campo centrale è stato convertito al cemento proprio per ospitare l'esibizione di gennaio. Ma per un weekend si tornerà al passato, all'erba spelacchiata che profuma di tradizione. E si tornerà alle emozioni di tanti anni fa: lo stadio, infatti, non è molto cambiato rispetto al 1987, anno dell'ultima edizione dell'Australian Open a Kooyong, sigillata dalle vittorie di Stefan Edberg e Hana Mandlikova. Ci sono ancora le panche di legno dipinte di verde, i numeri dei posti scritti in bianco e una scritta che mette i brividi: “Questo stand è stato dichiarato aperto da Norman Brookes, presidente della Lawn Tennis Association of Victoria, il 22 gennaio 1987”. Il suo nome è una leggenda: nel 1907, fu il primo non britannico a vincere Wimbledon e fu il leader del team australasiano di Coppa Davis che spadroneggiava un centinaio di anni fa. Vinse sei Coppe Davis e dopo il ritiro contribuì in misura decisiva alla costruzione dell'impianto, sito in un sobborgo di Melbourne il cui nome deriva dalla parola aborigena “kooyongkot”, che significa “il ritrovo degli uccelli selvatici”.
DUE BAMBINI E UNA VECCHIA VOLPE
Grazie ai suoi successi e a quelli del suo compagno Tony Wilding, il tennis (anzi, il Lawn Tennis) ebbe una crescita impetuosa nello stato del Victoria e l'associazione cercò diversi posti dove costruire una sede di livello. Alla fine scelsero Kooyong, pagando 6.160 dollari australiani uno spazio di 17 acri ben sapendo che drenare il terreno paludoso sarebbe stato ancora più costoso. I primi Campionati Australiani (antesignani dell'Australian Open) si giocarono subito nel 1927 con il successo di Gerald Patterson, poi lo stadio è stato il teatro di sfide indimenticabili lungo tutto il 20esimo secolo. Non soltanto tennis, ma anche concerti: nel 1972 suonarono i Led Zeppelin in uno spettacolo interrotto da una tempesta. L'anno dopo arrivarono addirittura i Rolling Stones, realizzando due concerti nello stesso giorno. E poi esibizioni di pallacanestro (gli Harlem Globetrotters), incontri di pugilato e altro ancora. Ma l'epoca d'oro è rapidamente terminata, tanto che dopo la perdita dell'Australian Open hanno pensato di abbattere uno stadio ormai inutilizzato. “L'operazione è stata clamorosamente vicina – ha detto McNamee a Cristopher Clarey del New York Times – e sarebbe stata una tragedia. Adesso l'impianto gode di interesse storico-culturale e c'è la possibilità di ospitare eventi importanti”. Quello del prossimo weekend sarà l'undicesimo match di Davis a Kooyong: ad oggi, l'Australia è ancora imbattuta. I più anziani ricordano con commozione il Challenge Round del 1953, quando i giovanissimi Ken Rosewall e Lew Hoad resistettero all'assalto degli americani Tony Trabert e Vic Seixas, imponendosi 3-2 nel loro esordio assoluto nella competizione. Il tutto davanti a un pubblico record di 17.500 spettatori. Quando Rosewall ha siglato il punto del 3-2, il pubblico in delirio lanciò migliaia di cuscini in campo in segno di giubilo. “Non ero mai stato battuto da due bambini e una vecchia volpe” disse Tony Trabert, alludendo a Hoad, Rosewall e al loro mentore Harry Hopman. L'ultimo match di Davis a Kooyong risale al 2006, un quarto di finale contro la Bielorussia. Ma contro gli americani è un'altra cosa. Nel 1999, al Longwood Cricket Club di Boston, laddove si giocò la prima edizione della Coppa Davis, un 18enne Lleyton Hewitt contribuì al successo australiano. Oggi Rusty ha 35 anni e proverà a trasmettere il senso di storia ai bambini capricciosi Tomic e Kyrgios. Per farlo, ha scelto la casa spirituale del tennis australiano. Dove il passato si mischia col presente e i fantasmi si materializzano, belli e affascinanti.