A quanto pare, Andy Murray ha seguito i consigli di John McEnroe. Magari non come avrebbe voluto il buon Mac, però il concetto è quello: riprendersi un super-coach. Ha scelto un ritorno al passato: al suo angolo torna Ivan Lendl, l’uomo con cui ha raccolto i suoi migliori risultati. Sotto la guida di Ivan il Terribile ha vinto lo Us Open 2012, Wimbledon 2013 e l’oro olimpico a Londra 2012. La partnership era terminata un paio d’anni fa per volere di Lendl, stufo di viaggiare al seguito di un giocatore. In questi due anni ha rifiutato un’offerta di Tomas Berdych, aveva seguito un paio di allenamenti di Grigor Dimitrov ed era stato inserito in un progetto della USTA. Non era andata giù, a Murray, questa separazione. Dopo il benservito di Lendl impiegò tre mesi per annunciare il nuovo coach (Amelie Mauresmo). Nonostante i discreti risultati con la francese, Andy non ha mai dimenticato che Lendl è stato di gran lunga il più vincente dei suoi 10 allenatori in 11 anni di professionismo. La stampa britannica, che segue con estrema attenzione le vicende di Murray, ha accolto la notizia con prudenza poiché l’addio fu piuttosto burrascoso. Ad ogni modo, Lendl tornerà al suo posto lunedì per il torneo del Queen’s. “Spero che questa partnership vada avanti a lungo” ha detto Murray. Aveva detto le stesse cose in avvio di 2012, quando assunse Lendl per la prima volta. Probabilmente Murray avrà ottenuto le dovute garanzie sull’impegno di Lendl. “Ivan sta arrivando a Londra, sarà qui per il Queen’s e trascorrerà un po’ di tempo con il resto del mio team. Se tutto andrà bene, si spera che resterà con noi a lungo. Con Ivan ho vissuto il miglior periodo della mia carriera. Lui sa bene cosa ci vuole per vincere i grandi eventi. So quello che può offrire. Ha vissuto delle esperienze che mi hanno aiutato nelle più grandi competizioni, le stesse che sto cercando di vincere ancora oggi. Spero che possa portare la stessa esperienza e gli stessi benefici dell’ultima volta”. Si dice che difficilmente le “minestre riscaldate” portano buoni risultati. L’opinione pubblica si è già spezzata. Tutti sperano che funzionerà, qualcuno teme che finirà nuovamente a lacrime e sangue.
OBIETTIVO DJOKOVIC
L’ultimo torneo in cui Lendl si è seduto all’angolo di Murray è stato l’Australian Open 2014. A marzo, l’annuncio della separazione. Si era stufato di viaggiare, inoltre aveva le figlie molto impegnate e promettenti nel golf. Adesso, a quanto pare, gli è tornata la voglia di viaggiare. Certamente è una bella sfida. Rispetto al 2012-2013 Federer e Nadal sono leggermente calati, mentre Djokovic è diventato sempre più dominatore. Risultato: Murray è numero 2 del mondo e finalista negli ultimi due Slam. E’ chiaro, dunque, che l’unico obiettivo sarà cercare di batterlo in qualche finale importante e magari diventare numero 1 ATP, anche se oggi le distanze sono siderali. Qualche giorno fa, McEnroe aveva ricnosciuto che il suo vecchio rivale aveva avuto un’influenza decisamente positiva su Murray. “Un loro ritorno insieme non mi sorprenderebbe e potrebbe avere un senso. Magari non funzionerà, ma è un pensiero interessante”. Parlando con il Glasgow Herald, Greg Rusedski ha detto che l’unica cosa che conta è la motivazione. “Se c’è da entrambe le parti, sarà un gioco da ragazzi. E vi dico una cosa: Murray è molto più vicino a Djokovic di quanto la gente pensi”. Nonostante il serbo abbia quasi il doppio dei punti ATP, secondo Rusedski ci sono stati alcuni momenti – anche durante la finale del Roland Garros, in cui l’equilibrio era evidente. Murray manterrà l’ex doppista Jamie Delgado nel ruolo di assistant coach, lo stesso ruolo ricoperto per anni da Daniel Vallverdu. Al Queen’s esordirà contro Nicolas Mahut, battuto 4 volte su 5 ma grande specialista dell’erba. Andrà a caccia del quinto titolo nel torneo della regina. “Dopo la finale di Parigi mi sono preso cinque giorni di riposto assoluto – ha detto Andy – non ho fatto nulla fino a venerdì. Ho svolto il primo allenamento e sono felice per l’inizio della stagione sull’erba. Vorrei adattarmi in fretta, ma bisogna considerare che la stagione sulla terra è stata lunga e impegnativa. Non avevo mai giocato così tante partite, quindi ho dovuto lasciar riposare il corpo. Tuttavia ho mostrato un’ottima condizione e quindi non sono preoccupato. Dovrò soltanto adattarmi a schemi e movimenti dell’erba: ci vuole un po’ di tempo, ma ho già effettuato qualche allenamento e questo è positivo”. Per adesso, i commenti di Lendl son stringati: “Mi era piaciuto molto far parte del team di Andy. Siamo sempre rimasti in contatto e sarà diventare tornare a lavorare con lui”.
Il ritorno di Ivan Terribile
A sorpresa, Lendl torna nel tour. A due anni e mezzo dalla separazione, l’ex numero 1 affiancherà di nuovo Andy Murray. “E spero che sia per molto tempo” ha detto lo scozzese. Lendl è stato il coach di maggior successo tra i 10 avuti da Andy, ma lo aveva lasciato perché non aveva più voglia di viaggiare. Cosa gli avrà fatto cambiare idea?