Ad essere pignoli, Tommy Robredo è tornato la scorsa settimana al Challenger di Genova. Il suo rientro nel circuito maggiore, tuttavia, avverrà tra pochi giorni a Metz. Per il 34enne spagnolo è il secondo ritorno dopo quello del 2012, forse sarà ancora più complicato. Però ha deciso di provarci seriamente dopo l’operazione al gomito destro. “E’ stata dura – racconta il catalano – mi sono procurato questo strappo al tendine del gomito durante il torneo di Dubai e inizialmente speravo di non dovermi operare. Così ho passato un mese e mezzo di riabilitazione, ma sfortunatamente non ha funzionato. E a quel punto ho deciso di andare sotto i ferri”. La scelta di operarsi ha causato un ulteriore stop di quattro mesi, facendogli perdere tutta la stagione sulla terra battuta. I primi due sono i più duri perché impediscono qualsiasi tipo di allenamento. “Dopodiché inizi a lavorare sempre di più e non vedi l’ora di tornare a competere”. Robredo gira il mondo da ben 19 anni, ma ha ancora l’entusiasmo di un ragazzino. “Devo ringraziare le persone che mi sono state accanto, dal coach al fisioterapista, dalla famiglia alla fidanzata. E’ andato tutto bene e loro hanno reso più tollerabile il percorso di riabilitazione”. Robredo giocherà al Moselle Open con l’ausilio di una wild card, ma per lui non è un torneo come gli altri. Si è imposto nel 2007, quando batté un giovanissimo Andy Murray. “L’obiettivo è giocare più match possibili da qui a fine stagione, così potò presentarmi a inizio 2017 al massimo della forma – continua Robredo – ovviamente ci saranno mesi difficili perché dovrò giocare con un po’ di dolore e non è facile. L’obiettivo è presentarmi al 100% nel 2017, in modo da tornare a giocare con continuità nel circuito ATP”.
Quando Robredo ha iniziato a girare il mondo, Hyeon Chung era appena nato. Si erano perse le tracce del coreano, noto ai più per aver sfidato Gianluigi Quinzi nella finale di Wimbledon Junior 2013. Quinzi ha poi incontrato parecchi problemi, mentre lui è entrato agevolmente tra i primi 100 ATP, nonché a ridosso dei top-50, ma oggi torna dopo uno stop di 4 mesi. Chung è tornato in gara questa settimana al Challenger di Nanchang, in Cina, dove si è già qualificato per i quarti di finale. A suo dire, lo stop è stato più lungo del previsto, ma adesso è di nuovo al 100%. “Dopo il Roland Garros, dove ho perso al primo turno, mi sono reso conto di essermi infortunato agli addominali – ha detto Chung – da allora non ho fatto niente per due settimane, poi ho lentamente iniziato ad allenarmi. Adesso sono curioso di vedere se sarò in grado di fare quello che mi riusciva prima”. Per il tennis coreano è un momento positivo: sull’onda di Chung sono arrivati due giovani interessanti come Duck Hee Lee (noto perché non udente) e Soon Woo Kwon. “Siamo tutti molto amici – dice Chung – Duck Hee sta giocando in Davis, ma tutti e tre abbiamo giocato i tornei junior. Tra noi c’è una forte motivazione reciproca”. Lo scorso anno, Chung ha vinto quattro tornei Challenger ed è volato al numero 51 ATP: il suo nuovo obiettivo, per il 2017, sarà l’ingresso tra i top-50. “Ho effettuato alcuni cambiamenti al servizio e ho bilanciato il dritto. Ovviamente non posso ancora essere al 100%, però ho intenzione di proseguire su questa strada. Adesso giocherò un buon numero di Challenger”.